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-Posso entrare?- chiese Isaac, aprendo la porta dell'ufficio dell'amico. Non ricevette risposta, ma si rese subito conto che Keith non sarebbe stato in grado di fornirgliene una, in quel momento. Lo trovò seduto sul divano presente nella stanza, con la testa china, tra le braccia, in preda a un pianto disperato. L'uomo trasse un profondo respiro, entrò nell'ufficio, e si chiuse la porta alle spalle. Gli si fece vicino, sedendosi al suo fianco, e gli passò un braccio intorno alle spalle, pronto ad attendere che l'altro si calmasse un po'.

-Dannazione...- mormorò Keith quasi subito, in preda ai singhiozzi. -Ryan non capisce un cazzo!-
-Che c'entra Ryan? Avete litigato?- gli chiese Isaac, sinceramente stupito nell'apprendere che il giovane era tanto furioso con il loro amico.
-No... non lo so! Sono stanco pure di lui! Ogni volta che litigo con Evan, parte con una paternale del cazzo! L'ho capito che gli sta antipatico, ma io lo amo! È così difficile da capire? Non ho bisogno che stia lì a remarmi contro, mentre cerca di convincermi a lasciarlo!-
-Non devi lasciarlo, Keith- disse Isaac, provando una profonda delusione per quanto aveva appena saputo.

Aveva intuito da tempo l'insofferenza di Ryan nei confronti di Evan, ma trovava ingiusto che il giovane approfittasse di un momento di debolezza del loro amico per insistere con le proprie convinzioni. Era evidente, per lui, che Ryan si fosse convinto che Evan non fosse la persona giusta per Keith, ma trovava molto egoistica l'insistenza con cui l'amico aveva intrapreso quella sua crociata: Isaac la percepiva principalmente come una mancanza di rispetto nei confronti dei sentimenti di Keith e non era giustificabile, per lui, neanche con la scusa che Ryan agiva così proprio per tutelarlo.

Keith aveva bisogno di essere sostenuto, supportato, e comportandosi come Ryan stava facendo, Isaac temeva che il giovane avrebbe finito per incaponirsi, perdendo di vista quali erano i suoi veri sentimenti.

-Ryan dice che non cambierà mai. Che non mi amerà mai, che mi vuole solo perché si è fissato con me...- mormorò Keith, coprendosi il volto con entrambe le mani, tentando di nascondere lo sfacelo delle emozioni che traspariva dalla propria espressione. Si sentiva debole, quasi ridicolo per il modo in cui stava reagendo a quella situazione, come se fosse tornato a essere un ragazzino senza spina dorsale. Si sentiva immaturo e capriccioso, come se il suo dolore non fosse altro che una ricerca di attenzioni, qualcosa di poco valore che cercava di imporsi a un livello superiore rispetto ai casini altrui.

Rivolgeva occhiate furtive in direzione di Isaac, non potendo fare a meno di notare la stanchezza che trapevalava dal suo viso, e si sentiva male al pensiero di averlo obbligato al suo fianco a causa dell'affetto che li legava. Era come se si stesse approfittando della bontà dell'altro e soltanto perché non era in grado di risolvere i propri guai da solo.

"Nel mondo ci sono tante persone che soffrono davvero e tu stai a fare scenate perché hai deciso, di tua spontanea volontà, di tenere Evan lontano per un po'..." si rimproverò, mentre la sua mente galoppava in preda ai sensi di colpa.

-Hey- sussurrò con dolcezza Isaac, stringendolo a sé, accarezzandogli con gentilezza la schiena, percependola tremare sotto le mani a causa dei singhiozzi che continuavano a sconquassare il petto del giovane.

Trascorsero diversi minuti prima che Keith riuscisse a calmarsi e Isaac si fece raccontare quanto era accaduto, acquisendo la sua versione dei fatti.

-Hai fatto bene ad allontanarlo- disse, al termine dal suo racconto e gli occhi di Keith tornarono a riempirsi di lacrime.
-Mi dispiace...-
-Hey, hey- sussurrò Isaac, asciugandogli una guancia con il dorso di una mano. -Non hai nulla di cui chiedere scusa, Keith, non osare nemmeno pensarlo. Intesi? Evan ha bisogno di tempo. Sono certo che ti ama, ma deve prima scendere a patti con se stesso. Un po' come hai fatto tu quando vi siete conosciuti-
-Sì, ma, allora, quando ci siamo baciati la prima volta, lui mi disse che non aveva... provato nulla- lo interruppe l'altro e mentre parlava la sua voce tornò a incrinarsi. -Poi è cambiato. Ma se avesse ragione Ryan? Se Evan si fosse solo fissato con me? È questo che mi spaventa di più...- mormorò e Isaac scosse la testa.

CHOOSE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora