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Kageyama  prof

"Si...okay" dissi tornando in silenzio.
Sul volto del più basso si formò un sorriso a 32 denti e a quella visione arrossì.

Voglio di nuovo averti.

Immerso nei miei pensieri, non mi accorsi che eravamo giunti a destinazione, mano nella mano come se niente fosse. Quanto era balla quella sensazione di pace e di tranquillità che si formava ogni volta che stavo con lui.

Prese le chiavi dalla tasca inferiore della zaino e aprì la porta.
L'armonia fu interrotta.
Dell'edificio  provenivano grida e urla, forse anche pianti e il rumore di schiaffi sulla pelle nuda. Guardai Shoyo preoccupato ma lui aveva, in volto, un ghigno malizioso.
Deglutì e lo seguì entrando.

"SONO A CASA!" Gridò chinandosi e togliendosi le scarpe.
Io ero incredulo che quella Molla vivente vivesse in un posto così...confusionario e pieno d'odio.
Alla sua domamda nessuno rispose, e come se nulla fosse proseguì fino alla cucina.
Non dissi niente.

"Sorpreso? Beh io si..di solito cé solo mamma e la casa è piena d'amore e calore...diciamo che è accogliente..." Salì su una sedia per arrivare a prendere un bicchiere, io fui più veloce nel fare il suo gesto, mise un broncio finto susseguito da un "grazie" scocciato.
Sorrisi.

"In realtà un pò...è tuo padre vero?"
"Esatto" disse annuendo con la testa "pensa che ha fatto piangere Natsu perchè ha una ragazzina" sorrise a quella affermazione.
"Mi ha detto che un giorno me la  presenterà e non vedo l'ora"

Gli accarezzai la guancia e mi avvicinai piano. Dovevo sentire il sapore di quelle sue calde, morbide e umide labbra.
Shoyo era seduto sul mobile, sotto la credenza, io era davanti a lui. Le urla facevano come sottofondo ma non mi importava.

"Tuo padre è un mostro, per quanto tempo vivrà qui?" Sussurrai al suo orecchio con tono provocante, lui si strinse alla a me e nascose la testa nella mia spalla.
"T-tobio n-non ora..."
Era eccitato,  e anche io però mi trattennì  e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia e uno sulla bocca che si trasformò, qualche istante dopo, in uno di quelli a cui è difficile trattenersi, era come se fosse il mio ossigeno.
Sentimmo la porta sbattere e Shoyo mi allontanò con le mani al mio petto, a quel suo gesto rimasi spiazzato,  ma mi bastò guardarmi in torno per vedere che una figura, abbastanza possente, si era presentata in cucina.

Guardai Hinata, era spaventato anche se non lo faceva vedere, poi guardai l'uomo, dietro c'era la madre che interruppe il silenzio formatosi in quel momento.
Il padre guardava il figlio con disprezzo per poi posare gli occhi su di me.

"Ciao Kageyama, come và? Scussate se non vi ho salutati ma ero a parlare con tuo padre Shoyo..." fece un sorriso incerto,  tuttavia, risposi quasi subito.
"Non si preoccupi Signora Hinata, io sto bene lei? Tutto a posto con il suo lavoro?"
"Si, grazie caro...ti farmi a pranzo?"

Guardai Hinata per una conferma, e quando aprì bocca, una voce più acuta sovrastò la mia.
"I-in realtà mi chiedevo se potesse rimanere  a dormire... domani non abbiano ne scuola na il club per  motivo di controlli e lavori in corso..."

Teneva la testa bassa e con le mani stringeva la stoffa dei pantaloni dell'uniforme. Non dissi niente, capivo a malapena la situazione e guardai la Signora Hinata.
"La prego posso restare?"
Feci un inchino per l'imbarazzo e quando sentì la risposta della donna mi rimasi in posizione eretta.

"Si certo, Nastu sarà molto contenta di vederti, vero caro?"

L'uomo era contrariato a quella decisione presa senza il suo consenso, fece un  verso d'approvazione andando , poi, a sedere su una poltrona in salotto  con una birra in mano, accese la televisione e sullo schermo si proiettò una, noiosa, partita di calcio.
Giappone contro Cina se non mi sbaglio.

semplicemente noi [Kagehina + Altre Ship]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora