La regina dell'incoerenza.

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Tyler sorpassò il liquido sul pavimento, affrettandosi a chiudere la porta. Era evidente, soprattutto da parte di Lucas, caduto forse in uno stato vegetativo, il pensiero e la paura che io potessi dire a qualcuno ciò che avevo visto. Avrei dovuto, probabilmente, dire che non avrei fiatato, che non spettava a me, ma l'unica cosa che dissi fu: «Jessica lo sa?».

Tyler guardò Lucas per una frazione di secondo prima di chinare il capo, dispiaciuto. «Sì», affermò. «Ho dovuto dirglielo».

Se io mi sentivo come una bilancia con un certo dislivello, poiché da un lato potevo vantare la leggerezza di non dover nascondere nulla alla mia migliore amica, ma dall'altro sentivo il piattino dei pesi sfiorare quasi terra, a causa dei miei continui film mentali sui sentimenti che avevo, volutamente, gettato su Jessica; Lucas, al contrario, sembrava aver rotto il bilanciere non riuscendo più ad equilibrare calma e timore. La risposta di Tyler lo aveva gettato nel panico, e l'apparenza furioso si alzò dal letto guardando malamente il ragazzo che, fino a poco prima, stava disteso insieme a lui su quelle coperte stropicciate.

«Non bastava Cameron?», Grugnì il quarterback spiazzandomi. «No, anche Jessica, ovviamente! Ci mancava solo Charlotte, adesso siamo al completo, no? Dio, Davis, avevi detto di averla chiusa quella cazzo di porta!»

Recuperai il bicchiere dal pavimento, l'unica via di fuga in quel momento. Cameron lo sapeva, Jessica pure...ero l'unica all'oscuro di tutto e forse, data la reazione di Lucas, avrei preferito continuare a camminare alla cieca. Sapevo, nonostante il suo tono di voce, che il problema non ero io ma non potei evitare di sentirmi completamente a disagio tra quelle quattro mura.

«Vado a cercare dei tovaglioli», dissi, provando a tirarmi fuori da quella situazione ma Tyler premette il palmo della mano contro il legno della porta, ed il messaggio fu chiaro: dovevo rimanere lì.

«Ti stai comportando da coglione, Lucas. Né Cameron, né Jessica sono un problema. Non ho avuto scelta. Tu conoscevi i miei dubbi ma sono i miei migliori amici, credevi che non lo dovessero mai scoprire? Sono sicuro», mi guardò supplichevole, «Sono sicuro che Charlie non dirà nulla».

Ogni parola pronunciata, persino il "Non fiaterò nemmeno" uscito dalla mia bocca, fu inutile. Lucas si arrese, indipendentemente dal grado credibilità dato alle nostre frasi, consapevole che l'unica cosa da fare, nonostante fisicamente fosse teso, era fidarsi delle nostre parole. «Me ne torno a casa», disse incrociando lo sguardo di Tyler. Quest'ultimo si spostò dalla porta quanto necessario da farlo passare e la richiuse, poggiando la testa su essa. «Parker ti starà cercando. Forse è meglio...-»

«Sono da sola, Ty», confessai, «Senti mi dispiace, cercavo solo il bagno. Le indicazioni di Brad non sono state il massimo», feci una smorfia ma questa non servì a mascherare la mortificazione per aver rovinato la loro serata.

Scosse la testa, passando una mano tra i capelli scuri, scompigliandoli maggiormente. «È lui che dovrebbe scusarsi, non tu. È solo...», guardò il pavimento, concentrandosi sul liquido riconosciuto ormai come birra, «Lucas lo sa da più tempo, molto tempo, ma non l'ha mai detto a nessuno. Dovrei essere io quello preoccupato. Se mio padre lo scoprisse mi castrerebbe piuttosto che sapere suo figlio gay. Invece lui si preoccupa per la sua reputazione. Ti rendi conto? La reputazione! Si pensa ancora a queste cose?», Mi tolse il bicchiere dalle mani e afferrò la maniglia della porta. «Vado a prendere qualcosa per pulire», poi si fermò, fece un passo indietro e mi chiese: «Ma come mai sei qui da sola? C'è qualche problema?»

«No, nessuno. Sono rientrata prima e volevo raggiungere Jessica».

«E Cameron sa che sei qui?» Domandò di rimando. «No», risposi. «Non so nemmeno dove sia lui». Ma non potevo negare di averci pensato, di aver vagato con lo sguardo da quando avevo messo i piedi in quella casa. «Se vedo Jey le dico che sei qui, tu prova farti un giro o chiamala al cellulare, magari lo sente».
«Grazie». Tyler annuì, ed uscì dalla stanza.

Under the same roofDove le storie prendono vita. Scoprilo ora