Le volte in cui ero entrata nella stanza di Cameron si potevano contare sulle dita delle mani e risalivano tutte a prima che mi trasferissi.
Non avevo mai avuto grandi motivi per andare da lui, né per salire al piano superiore. Sotto c'era una lavanderia che fungeva anche da bagno, per cui era davvero raro che mettessi piede sulle scale.
Ma anche adesso... Adesso che la mia camera si trovava sullo stesso corridoio della sua, non mi ero mai spinta verso quel lato, nonostante la tentazione.
E forse era proprio per quello che stavo ispezionando ogni singolo centimetro come se non ci fossi mai stata dentro.
Era tutto immutato. Il letto a due piazze, le coppe vinte anni prima a calcio sulle stesse mensole, i cd di Eminem posizionati in bella mostra sugli scaffali della libreria.
Mi avvicinai a quest'ultima, osservandola da vicino. Era piena di fumetti, tutti di One Piece. Dal numero uno al cento.
Inclinai il viso attratta da un libro più grande, parzialmente nascosto da un orsacchiotto. Il titolo recitava: manuale gastronomico.
Cameron aveva dimenticato il cellulare in soggiorno, per cui lanciai uno sguardo alle mie spalle, accertandomi che non ci fosse nessuno, e afferrai l'oggetto.
La copertina era rivestita da una plastica trasparente, di quelle utilizzate per foderare i quaderni. Nelle prime pagine vi erano delle righe evidenziate in giallo, seguite da alcuni appunti scritti a matita.
Uno in particolare, preceduto da un asterisco ripassato più volte, segnava il nome e il numero di telefono appartenente a un'accademia di cucina.
Era colpita. Cameron non aveva mai parlato delle sue passioni né di ciò che avrebbe voluto fare dopo il liceo ma, davanti ai miei occhi, vi erano quelli che sembravano dei progetti.
Sentii i suoi passi nel corridoio e mi affrettai a riporre il libro nello scaffale. La velocità di quei movimenti fece cadere l'orsacchiotto sul pavimento.
«Hai conosciuto Mr. Toppa...»
La voce di Cameron mi fece tendere immediatamente. Mi girai con il peluche in mano, colta in flagrante.
Puntai gli occhi su Mr. Toppa. Orecchie e zampe erano state cucite più volte con materiali diversi, e al posto in un occhio vi era un bottone di colore rosso. Sembrava tornato dalla guerra.
«Nome azzeccato» mormorai. «Era il tuo preferito, vero?»
Lui scrollò le spalle. «È stato il mio primo amore. Lo portavo anche a scuola.»
Ero convinta che si avvicinasse, magari per rimproverarmi di aver ficcato il naso nelle sue cose, ma non lo fece. Andò a sedersi sul letto e poggiò il cellulare sul comodino.
«Esiste una parola per questo tipo di feticismo. Però, devo ammettere che innamorarsi di un peluche potrebbe avere dei vantaggi.»
Cameron annuì. «Non puoi immaginare quanti. Nessuna gelosia, niente litigi, tutto rose e fiori. Peccato che ho scoperto di avere altri gusti. Mr Toppa è un maschio, quindi non fa per me. Però, volendo, potrei presentarlo a Tyler. In effetti è ancora un buon partito.»
Spalancai la bocca. «Te lo ha detto!»
«Ovviamente. Poteva non raccontarmi della tua faccia sconvolta e della birra che hai rovesciato sul pavimento? Dio, sono morto dalle risate solo a immaginarti.»
Gli lanciai il pupazzo, colpendolo sulle gambe. «Ridi della mie disavventure?»
«E non sono stato l'unico. Nonostante tutto, anche Tyler si è divertito a raccontarmi la scena.» Si portò una mano davanti al viso e rise, come se stesse proiettando nella sua mente un'immagine che non aveva neppure visto.
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Under the same roof
Teen FictionCharlotte Reed, trasparente come l'acqua cristallina e drammatica come un'attrice di teatro, non è assolutamente pronta ai cambiamenti che le si paleseranno nel mezzo dei suoi diciassette anni. In particolar modo, non è preparata alla proposta di su...