Capitolo 4

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Sono le 23:30 e non riesco ancora a prendere sonno. Non so bene il motivo, ma sento un irrefrenabile bisogno di andare in palestra, così senza pensarci due volte inizio a prepararmi. Magari devo soltanto sfogare un po' di tensioni per riuscire a calmarmi. In realtà, non sono mai andata ad allenarmi così tardi, quando tutti dormono, l'atmosfera è completamente diversa: c'è un silenzio assordante che invade tutta la base, e l'accensione automatica delle luci provoca dei "click" che in un silenzio simile risultano mille volte più potenti della norma.

Attraverso in punta di piedi il lungo corridoio principale, passo davanti a tutte le stanze e prendo l'ascensore verso il piano numero cinque. Ad un livello così basso, nessuno dovrebbe far caso ai miei rumori.

La palestra da vuota sembra grande il doppio, mi avvicino al sacco da boxe e inizio a sferrare alcuni pugni, incurante del fatto che non stessi indossando fasce e tantomeno guanti. Lo colpisco diverse decine di volte prima di accorgermene, ma decido comunque di non interrompermi, sento l'adrenalina salire, il sangue scorrere più velocemente nelle vene. Non posso fermarmi proprio ora.

Come non detto -Morgan!- dallo spavento mi volto di scatto. Vedo Thor entrare in palestra, anche lui sembra pronto ad allenarsi.

-Mi hai fatto fare un infarto, lo sai?-

Ridacchia -Non ti ho mai vista allenarti a quest'ora, qualcosa non va?-

-Ehm no no, non riuscivo a prendere sonno, forse sono ancora abituata agli orari tardivi dell'estate. Ho pensato che massacrare questo sacco potesse aiutarmi a calmarmi-

Sistema le sue cose sulla panchina a fianco e poi viene verso di me -Sai, solitamente i guanti vanno messi prima di dare pugni- mi prende le mani e vede che ho le nocche tutte rosse e lacerate -Dai vieni qua- mi accompagna alla panca e mi fa sedere. Prende il disinfettante e inizia a curarmi i tagli -Pessima idea, domani ti faranno malissimo a scrivere-

Rido facendo spallucce -Oppsie- ritraggo istintivamente le mani, a causa del bruciore provocato dal disinfettante.

-Dai, stai ferma- me le riprende, finendo di fasciarmele con il nastro -Ecco fatto-

-Grazie- lo abbraccio ma è troppo alto rispetto a me e mi ritrovo con la faccia sui suoi pettorali

-Mi tieni il sacco?- indica l'attrezzo con un cenno del capo

-Certo- mi ci posiziono dietro, con l'intento di bloccare l'oscillazione provocata dai suoi pugni, è difficile in realtà. Continua per una decina di minuti fino a quando non si accorge che sono distrutta anche io.

-Pausa acqua?- ha il fiatone ed è tutto sudato

-Si si meglio- gli rispondo con un filo di voce, mi attacco alla borraccia come se fosse l'unica cosa che potesse tenermi in vita in quel momento. Una volta ripresi, lui mi guarda, si allontana e si dirige verso il ring facendomi cenno di seguirlo. Così lo assecondo.

Sembra gasato come un bambino sulle giostre -Combattiamo?-

-Va bene belloccio, ma sappi che non mi faccio scrupoli- a quella affermazione, mi guarda con aria di sfida. Iniziamo a girare lentamente, io sono la prima ad attaccare, gli tiro un pugno sullo stomaco ma a momenti la mia mano rimbalza via dai suoi muscoli -Ma... come?-

-Magari prova dove ci sono meno muscoli- sbuffa una risata -Oh no aspetta-

-Ma senti questo... non ti hanno insegnato che non si chiacchiera durante un combattimento?- gli mollo un pugno in faccia mentre è distratto e stavolta lo colpisco stordendolo un po'. Lui fa lo stesso ma riesco a schivarlo, ne schivo un altro abbassandomi, ed uno ancora.

Lo sto facendo decisamente arrabbiare, d'altronde sono più veloce di lui, anche se meno forte. Perde la pazienza e me ne tira uno in pancia. Balzo indietro dal contraccolpo, ma con un salto più esibizionista che altro, riesco a tornare in posizione.

Complicated | Morgan StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora