With your love, you made me love myself too.

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Canzone per il Capitolo: Take Me Home, by Jess Glynne. Più leggo il testo e più pare scritta apposta sia per Owen e Leslie che per Anna e Gilbert. Grazie a unospiritoaffine per averla proposta❤️ Vi lascio la traduzione!

🥕Lasciate una stellina e commentate cosa ne pensate del capitolo! Buona lettura.🥕

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"Fatemi capire bene" urló Owen una volta che raggiunsero la casa dei sogni. Anna era piegata in due dal dolore mentre Gilbert, in confusione, suonava il campanello violentemente nella speranza che Susan lo sentisse. Aveva persino dimenticato le chiavi "Dick Moore non è realmente Dick Moore? Insomma...è...."

"Morto? Si! Non è fantastico?" Esclamó Leslie sorreggendo l'amica "Cioè... non è fantastico che io sia libera? " Si corresse e Owen alzò un sopracciglio divertito

"Ma che diamine..." disse qualcuno da dentro casa sentendo il campanello suonare in quel modo "Dottore, cosa- Oh mio Dio!" Urló Susan vedendo Anna in lacrime "Portatela immediatamente si sopra! Non si preoccupi Signora Dottore, andrà tutto bene!" Disse nel panico

"Susan, aiutami a stenderla!" Ordinó Gilbert per poi correre in bagno per sterilizzersi le mani. Tutto stava accadendo troppo velocemente.

Nella sua mente i pensieri erano in circolo: ansia, emozione, felicità e paura lottavano tra di loro per la supremazia, mentre il povero ragazzo voleva in realtà soltanto una cosa: stringere tra le braccia il suo bambino.

Si guardó allo specchio, con le mani posate sul lavandino davanti a lui. Era il suo momento. Esattamente un anno prima aveva fallito, si era odiato per ciò che era successo alla piccola Joyce. Aveva perso la sua sicurezza, la sua voglia di fare il medico... ma sentire Anna gridare nella stanza accanto gli diede la forza di ricominciare ad essere se stesso.

Non era più quel Gilbert Blythe, impaurito e scoraggiato. Era il Dottor Blythe: forte, sicuro di se e pronto a salvare la vita di chi amava davvero. Pronto a sentire la voce di suo figlio, pronto a vedere la sua Anna piangere per la felicità.

Quello era il momento di essere felice.

"Gilbert!" Urló sua moglie e il ragazzo si catapultò immediatamente nella stanza, sedendosi sul letto

"Sono qui, amore, respira! Stai andando benissimo!" disse lasciandole un bacio sulla fronte per poi correre all'altro lato del letto.

Insieme a Susan la aiutó a togliere quell'ingombrante e scomodo vestito e ad indossare la camicia da notte più larga che aveva "Stia tranquilla, Signora Dottore, presto finirà tutto e questo dolore sarà sostituito dalla gioia più vera che ci sia!" La rassicuró la donna stringendole la mano

"Oh Susan..." pianse Anna "Ho paura di non farcela..."

"Ce la farai eccome, invece! È tutto perfetto, Anna, e il bambino è quasi pronto a nascere" disse Gilbert "Adesso tocca a te, non pensare a cosa sia successo l'ultima volta, pensa a ora, al presente."

"Dio, per quanto andrà avanti questo dolore?" Pianse stringendo le lenzuola nella speranza di farlo smettere

"Sei entrata il travaglio ormai, ma vedo che hai contrazioni molto forti. Vorrei dirti che durerà poco, ma...forse ci vorrà qualche ora..." disse Gilbert iniziando a misurarle la pressione sotto lo sguardo preoccupato di Susan, che le scostó i capelli dal viso con fare materno.

Alle parole di Gilbert, Anna gettó la testa all'indietro sconsolata. Stava soffrendo proprio come la prima volta...e come la prima volta, il terrore nei suoi occhi era più vivo che mai.

Chiamatemi Anna [SESTA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora