Want some coffee?

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(Come nel capitolo precedente, se questo riceverà PIÙ di 15-16 stelline ne riceverete un altro in 24 ore.
+ PER CHI AVESSE PROBLEMI IN QUESTO PERIODO o per chi ha bisogno di compagnia: andate a dare un'occhiata sulla rubrica. )

Styles guardò attentamente la bella biondina che, posta accanto al grande proiettore della sala per le riunioni, non accennava al fatto di voler chiudere la bocca... o tanto meno a voler fare una pausa. Il riccio non aveva la minima idea di quel che stesse dicendo - esattamente come l'intera commissione - ma si limitava ad annuire di tanto in tanto e a spostare lo sguardo dal lei al proiettore, fingendo di ascoltare quel che dicesse. Ascoltare non era essenziale; sarebbe fatto mandare il riassunto dalla sua assistenza più tardi, verso le 21, quando non aveva nulla da fare.

"E... un'ora è bruciata" pensò il riccio, notando un ticchettio più forte provenire dal suo orologio da polso. Abbassò lo sguardo su di esso e non si stupì di vedere che erano le 17 in punto, scoccate proprio qualche secondo prima. Quell'orologio, comprato solo qualche giorno prima, si era dimostrato perfetto ed estremamente utile al riccio che, con la sua innata sensibilità, riusciva a distinguere ogni ticchettio dei minuti da quello di ogni ora. "Se penso che dovrò passare così un'altra ora e mezzo, mi ammazzo" Il riccio picchiettò appena il dito sul vetrino. "Magari ci fosse quel piccolo Kitten dagli occhi azzurri... vorrei proprio scoparmelo qui, su questo tavolo del cazzo, davanti a tutta la città"

Solo a pensarci, Harry sentì la patta dei pantaloni farsi più stretta. Oh, quel Kitten... Quel piccolo Kitten dagli occhi azzurri aveva dato molti pensieri a Styles ultimamente; pensieri che erano finiti in una voglia assurda di voler provare ogni tipo di sesso, posizione e modo con lui; pensieri che spesso l'avevano portato ad avere una voglia di saltare in macchina, precipitarsi in casa sua e scoparlo davanti a sua madre solo per farle capire che adesso era suo. Ma era solo uno dei tanti desideri che Styles mettere in un cassetto e chiuderlo a chiave. Louis era suo, ma Harry sapeva mai avrebbe potuto definirlo come tale.

Il riccio deglutì appena e scosse la testa, cercando di allontanare la mente da quel pensiero. Non poteva eccitarsi come uno scolaretto davanti ai più grandi volti della moda mobiliare e dell'architettura moderna - nonché i suoi colleghi. No, sarebbe stato imbarazzante, ma pensare al Kitten era l'unica cosa che riuscisse a far smuovere un po' più velocemente le stanghette dell'orologio. "Oh. Dio. Mio. Che palleeeee. Non posso resiste così per un'altra ora e-"

«Eva, che ne dici di fare una pausa?»

Styles alzò subito la testa e posò il suo sguardo sull'angelo che gli aveva appena salvato la vita. "Grandissimo pezzo di.." Il ricciolino sorrise per una frazione di secondo, tornando poi serio come prima e sedendosi compostamente sulla sedia. A parlare era stato uno dei suoi tanti colleghi; uno che Harry conosceva particolarmente bene; uno col quale aveva lavorato per così tanti anni e a così tanti progetti da non poterlo non considerare tra le 10 rotture di palle con le quali Harry doveva avere a che fare.
Altri, invece, lo chiamavano semplicemente Zayn Malik. "Non ce la fai nemmeno tu, eh?"

La biondina lanciò uno sguardo al suo capo, il Signor Stendman - non che colui che aveva organizzato la riunione - che annuì, facendole cenno di fare una pausa. La ragazza tornò a guardare i presenti, sorrise e andò a spegnere il proiettore. Tutti i presenti - i sei più noti ingegneri, architetti e interior design della città - si alzarono dalle loro poltrone e si voltarono verso il grande tavolo alle loro spalle. Esso era pieno di pietanze come cornetti caldi, cornetti ripieni dolci e salati e vari salati composti da ingredienti diversi; alle due estremità del tavolo, vi erano una macchina per fare il caffè e una per fare il tea. Solo a vedere tutto quel cibo, a Harry venne l'acquolina in bocca ma preferì contenersi; doveva parlare con Zayn di cose molto più importanti.

Di fatto, quando Styles vide Zayn avviarsi verso la macchina del caffè, lo affiancò. L'altro non fu sorpreso di ritrovarsi accanto il riccio; anche lui sapeva che dovevano parlare.

«Caffè?» chiese Zayn e il riccio scosse la testa, rispondendo con un "No, grazie." L'uomo annuì appena e, dopo aver inserito la cialda dentro il macchinario, pigiò il pulsante "START". «Giusto, tu il caffè lo prendi solo la mattina.»

Styles annuì appena e si guardò intorno. Gli altri colleghi, incollati al tavolo, li stavano completamente ignorando. Harry sapeva benissimo che Zayn lo stava facendo apposta: il collega lo conosceva da così tanto tempo da sapere che non beveva mai il caffè dopo le 12 di pomeriggio. Quello era solo un modo per scherzare che Zayn adottava ogni volta che i due si vedevano.

«Pensavo che la tua routine... e i tuoi gusti fossero un po' cambiati, Styles. Guarda che non fa male bere un po' di caffè ogni tanto.» mormorò poi Zayn mentre il liquido caldo e nero usciva dall'erogatore e finiva dentro il bicchierino di carta. Rimase in silenzio finché il bicchiere non venne riempito completamente e poi si affrettò a prenderlo, spostandosi. Harry lo seguì, impaziente di parlare con lui. «Va beh, ma che te lo dico a fare. Sei sempre lo stesso.»

Il riccio sorrise appena e si sedette di fianco al collega, accavallando. «Tu invece sei sempre il solito pezzo di merda, a quando pare.»

Malik alzò le spalle e bevette un sorso di caffè. «Ognuno fa quel che può nella vita.» Posò il bicchiere sul bracciolo della sedia e incrociò le braccia al petto. Sul volto gli ricadeva un ciuffo scuro e lungo e Zayn non sembrava avere l'intenzione di spostarlo. «Allora? Sei pronto per il gala di domani?» 

Styles scosse appena le spalle. Non voleva arrivare subito al discorso, voleva che Zayn glielo chiedesse e si dimostrasse curioso - e Zayn lo sapeva. «Pronto? Dio, Zayn, è un gala come un altro, non bisogna essere pronti. Sarà una cena lunga e noiosa, fatta di svariate portate e da gente terribilmente noiosa.»

Zayn annuì appena e si avvicinò al riccio, guardandolo negli occhi. «Gente terribilmente noiosa ma accompagnata da giovani ragazzini o ragazzine che te lo fanno rizzare con un battito di ciglia.» lo corresse e vedendo un sorriso malizioso comparire sul volto del riccio, capì di aver fatto centro. «E tu, Harry? Da chi ti farai accompagnare?»

«Non lo indovineresti mai.»

«Ragazzo o ragazza?» Zayn prese il caffè e lo rigirò tra le mani.

«Tu con chi verrai?»

«Con una ragazza, 21 anni, capelli biondi e culo da favola. Ma non è questo il punto. Tu, con chi verrai?»

Il riccio alzò le spalle e si voltò. Tutti i colleghi erano ancora raggruppati intorno al tavolo. «Mmh...»

«Vuota il sacco, Styles.»

Harry guardò il collega, che portò il bicchiere alle labbra. «Un bel Kitten con due occhi azzurri e un culo da favola.» sussurrò poi e ricevette la reazione che sperava: Zayn spalancò gli occhi e quasi si strozzò con il caffè caldo, finendo per tossire con veemenza. Harry cercò di non ridere. «Stai buono, così attirerai l'attenzione di tutti.»

«Un Kitten?!» Sussurrò eccitato Zayn, sperando di aver capito male. I suoi occhi scuri erano fissi sul suo collega, che lo guardava con un sorriso sbruffone sul volto. «Un Kitten, HARRY?» chiese di nuovo e il riccio annuì. Zayn rimase in silenzio per un po' e poi mormorò un "Mio Dio...", appoggiandosi completamente alla sedia. Zayn adorava i Kitten; e Harry lo sapeva più di lui. «Oh mio Dio! Tu-»

«Abbassa la voce.»

«Tu devi darmelo.» continuò Zayn e afferrò la mano del riccio. I due si guardarono negli occhi, e Harry poté vedere solo determinazione del suo sguardo. «Devi darmelo, almeno per una notte.»

«Per la cena.»

«Bene.»

«E tu chi mi darai, Zayn?» Styles alzò un sopracciglio. «Non vorrai lasciarmi a secco per una sera, vero?»

«Chi ti ha mai detto che voglio scoparmelo da solo?»

BAD DECISIONS - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora