Harry annuì. «Solo Harry, per stasera.»
«Va bene, Harry...» la ragazza si passò una mano tra i capelli e li spostò dietro le spalle con un gesto leggero. Poi, i suoi occhi azzurri si spostarono sul corpo dell'uomo e lo squadrarono da capo a piedi. «Posso farti una domanda, Harry?»
"La sua voce somiglia a quella di un'oca arrapata." Il riccio annuì appena. "È disgustosa"
«Sbaglio o questa non è la prima volta che ti vedo qui? Non sei un cliente nuovo, vero?»
"Mio Dio... quanto chiacchiera" Harry alzò le spalle. «Non è la mia prima volta e decisamente non sarà l'ultima volta che vengo qui, ma non mi descriverei un cliente abituale. Di tanto in tanto mi piace passare e bermi un drink.»
Brandi annuì. «È strano che non ti abbia visto prima, sai? Sono qui spesso, quasi ogni sera.» disse prima di bere un goccio del suo drink. La ragazza fece una strana smorfia, come se il drink fosse diventato troppo alcolico all'improvviso, e si affrettò a posarlo sul tavolino.
Harry la guardò e alzò un sopracciglio. "E adesso che le prende?"
La ragazza notò come il riccio la stesse guardando e ridacchiò. «Devo stare buona o finirò per saltarti addosso.» scherzò, spostando il drink lontano da se. «Quando bevo troppo, non riesco a trattenermi e potrei fare cose di cui mi potrei pentire.»
"Ma sta scherzando..?" Harry spalancò appena la bocca e alzò un sopracciglio davanti alla sfacciataggine della ragazza. Aveva seriamente detto una cosa simile davanti a lui? "È proprio una troia.."
Brandi ridacchiò e appoggiò una mano sulla gamba del riccio, accarezzandola dolcemente. «Vuoi uomini siete tutti uguali! Non sapete reagire quando una ragazza ci prova con voi! Siete davvero divertenti! Così imbambolati e incapaci di tirare fuori una parola!»
Harry cercò di togliersi quell'espressione sconvolta dalla faccia. "Cosa le fa pensare che me la voglia fare?" Pensò ma represse quel pensiero. Con Brandi non c'era la possibilità di apparire confusi o sconvolti; la donna sapeva benissimo cosa voleva e, per una volta, Harry si sentiva il corteggiato e non il corteggiatore. Quella situazione non gli piaceva. «E chi ti dice che io sono come gli altri uomini?» "Questa ragazza ha un ego più grande di sé stessa" «Cosa te lo fa pensare?»
Brandi alzò le spalle e sorrise maliziosamente. «Fammi vedere come sei diverso, allora.» la ragazza strinse l'interno coscia del riccio. «Fammi vedere cosa sai fare, Harry.» sussurrò poi, avvicinandosi alle labbra di quest'ultimo.. tuttavia, all'ultimo momento, si spostò, lasciando Harry con l'amaro in bocca.
"Oh... vuoi giocare, Brandi?" Harry sorrise maliziosamente. "Allora andiamo a giocare" «Vieni con me, piccola.» l'uomo afferrò la ragazza per il polso e si alzò dalla poltrona, costringendo la ragazza ad alzarsi con lui.
La ragazza ridacchiò e seguì come un cagnolino fedele il riccio, che la tirò fuori da quella stanza troppo accaldata e troppo rumorosa per i suoi gusti. «Dove stiamo andando?» chiese poi con fare innocente, continuando a camminare nei corridoi del Lux. «Dai, Harry, dimmi qualcosa..!»
«Che ti importa..?» Harry tirò la ragazza verso una delle porte dei privé del Lux. Lasciò il polso della ragazza e mise la mano in tasca, tirando fuori una carta magnetica argentata - uno dei benefici dell'essere un membro del Lux. La appoggiò sul piccolo riquadro metallico e la porta si aprì subito, mostrando l'interno di un privé. Harry infilò la carta dentro la tasca e portò una mano sul culo della ragazza - quasi inesistente e, a dire il vero, niente in confronto a quello morbido, grande e grosso di Louis - che strinse, facendo gemere appena la ragazza. «Entra dentro, subito.»
Brandi si morde il labbro inferiore, eccitata dall'idea di essere comandata in quel modo, e non se lo fece ripetere due volte: afferrò la mano dell'uomo e lo tirò dentro la stanza, richiudendo la porta dietro le sue spalle.
Non appena la porta fu chiusa, il ragazza si voltò e le sue labbra finirono subito su quelle dell'uomo, per dare vita ad un bacio che aveva ben poco di casto. Harry avvinghiò la ragazza per i fianchi e la tirò a sé mentre le loro lingue giocavano a scontrarsi e a ballare nelle loro bocche. Le mani del riccio finirono sul culo della ragazza, che strinsero con bisogno, e un gemito uscì timido dalle labbra di Brandi.
«Ti prego, Harry, prendimi qui..» sussurrò la ragazza sulle labbra dell'uomo. Brandi si staccò per un secondo e si morse il labbro inferiore, guardando con fare malizioso il riccio negli occhi. «Fammi tua, qui.»
Harry non se lo fece ripetere due volte e afferrò la ragazza per le cosce, tirandola a sé. Quel che successe dopo, era abbastanza ovvio: i due consumarono un rapporto sessuale. Tuttavia, anche se Brandi rimase soddisfatta della sua scopata e se ne andò via dopo poco, Harry ne rimase... quasi male. Per lui era stata una scopata, senza senso e senza sentimenti; era stata una sveltina con una ragazza che nemmeno gli era piaciuta più di tanto e che, a dire il vero, non era stata nemmeno brava. Niente in confronto a Louis.
Oh, Louis...
Harry si passò una mano sul volto e fece un gran respiro, ancora eccitato per la scopata appena fatta. "Dannato Louis..." si ritrovò a pensare e posò una mano sul petto, che ancora si muoveva su e giù velocemente in cerca di aria. "Mi sei proprio entrato in testa"
In effetti, Louis gli era proprio entrato in testa. Anche quando era con Brandi, mentre entrava e usciva da dentro di lei, Harry non aveva potuto fare altro se non pensare a Louis. Aveva notato che, ogni volta che Brandi lo chiamava per nome o quando lui realizza chi si stesse davvero scopando, la voglia di scopare spariva e la sua erezione sembrava ammorbidirsi all'improvviso. Tuttavia, se pensava a quel dannato kitten, la sua erezione tornava dura come il marmo e le sue spinte si facevano più forti ed energiche, tant'è che Brandi urlava letteralmente di piacere. Harry avrebbe mentito se avesse negato di aver pensato a Louis, perché in realtà aveva fatto. Aveva chiuso gli occhi e aveva immaginato che fosse lui che si stava scopando; aveva immaginato che i gemiti erano i suoi, che quei piccoli ansimi erano i suoi e che la carne in cui entrava e usciva era la sua... ed Harry era venuto, pensando a lui."Piccolo pezzo di merda..." Harry si affrettò a sistemarsi, infilandosi sia boxer che pantaloni. Si sedette sul divanetto sul quale aveva appena scopato e quasi gli fece schifo. "Mi sei proprio entrato in testa" pensò provando una sorta di rimorso dentro di sé; Rimorso perché avrebbe tanto voluto scopare Louis al posto di Brandi "il manichino". "Piccolo bastardino" pensò e afferrò il cellulare dalla tasca, tirandolo fuori. Guardò per un secondo l'ora - era ancora troppo presto per andare a casa - e bloccò il cellulare, posandolo accanto a se. "Mi sei entrato in testa, eppure per te non è lo stesso a quanto pare. Nemmeno un messaggio in sette fottuti giorni..."
Harry si morse il labbro inferiore. Del resto, per come erano andate le cose l'ultima volta che si erano visti, poteva capire come mai Louis non gli aveva scritto. L'aveva trattato male, l'aveva offeso con tutto sé, gli aveva quasi rotto il polso e l'aveva umiliato davanti a tutti quanti. E per cosa? Perché aveva frainteso ogni cosa. Perché Louis aveva un semplice ritardo e lui, per qualche motivo, aveva inteso che era incinto. Si sentiva un cretino ogni volta che pensava e ripensava a come aveva trattato quel povero ragazzino. Nessuno si meritava di essere trattato in quel modo, tantomeno un ragazzino come Louis.
"Si merita delle scuse.. o almeno merita delle spiegazioni." Pensò Harry e la sua mano afferrò il cellulare. Istintivamente, le sue dita sbloccarono il cellulare e andarono sulla loro chat, aprendola in meno di un secondo. "Sono stato davvero uno stronzo con lui.." pensò mentre fissava la loro chat in silenzio. Poi le sue dita si mossero ancor prima che Harry potesse pensare cosa scrivere e in un secondo il messaggio era stato invitato.
"Ho proprio bisogno di bere" Harry infilò il cellulare in tasca, senza il bisogno di rileggere ciò che aveva scritto a Louis, e si tirò su dal divanetto. "Forse è il caso che mi faccia un altro mojito prima di tornare a casa" pensò e uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Nessuno avrebbe mai scoperto cos'era successo; non una parola sarebbe uscita dalle labbra di Harry.
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BAD DECISIONS - Larry Stylinson
Fanfiction"Kitten: mici dolci o coccolosi o gattini assetati di sesso e baci?" Pure Louis Tomlinson, un Kitten giovane e carino, ha sempre fatto fatica a rispondere a questa domanda... o alle tante altre che gli erano sempre state poste, come: "ma voi Kitten...