The End of Norman Fucking Rockwell

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Louis sorrise maliziosamente sulle labbra del più grande - sulle labbra deliziose e perfette di Norman Fucking Rockwell - e lasciò che quest'ultimo lo spingesse contro il suo letto prima di potersi mettere sopra di lui per dominare sul suo corpicino minuto. Le sue labbra si spostarono da quelle di Louis per finire sul suo collo come le sue mani si spostarono dal suo culo morbido per potergli togliere i pantaloni a quadri che stava indossando. Il capo-squadra non voleva perdere tempo con baci e cazzate simili: voleva Louis e lo voleva adesso, nel suo letto.

Quasi di conseguenza, nemmeno il Kitten voleva perdere del tempo prezioso in quel modo: aveva detto a sua madre che sarebbe tornato verso le 17 e sapeva che se avesse sfiorato solo di cinque minuti il coprifuoco, sarebbe finito nei guai. E, anche se erano solo le 15.40, l'ansia stava iniziando a crescere dentro di lui.
Così, senza perdere altro tempo, le sue manine delicate andarono a sbottonare i pantaloni di Rockwell, abbassando con qualche difficoltà anche i boxer neri che coprivano la sua erezione già dura e... "Come mai sembra più grande dell'altra volta?"

«Bel gattino?»

«Uhm?» Fu nello stesso momento in cui il piccolo Kitten tornò alla realtà che si accorse che la camicetta - quell'odiosa camicetta celeste che sua madre adorava tanto - era finita a terra, esattamente vicino ai suoi slip di seta e ai suoi pantaloni e che...
Di conseguenza...
Era completamente nudo, eccitato e indifeso agli occhi del capo della squadra di football della sua scuola.

«C'è qualcosa che non va, bel gattino? Non hai più-»

«Non mi sono fatto così tanti chilometri per nulla, Norman.» tagliò corto il piccolo Kitten dai capelli lisci, evitando di creare altri dubbi nella mente del ragazzo dai capelli neri. Indecisioni, dubbi e perdita di tempo dovevano stare fuori. Assolutamente fuori. «Scopami e basta, okay?»

«Okay, okay, micio.» Norman Fucking Rockwell rise leggermente a quella richiesta bisognosa ma decise di dare retta al liscio, facendolo girare in modo che il suo stomaco piatto potesse appoggiare contro il materasso e il suo culo sodo ed enorme potesse essere esposto e libero di essere penetrato senza problemi. "È così grande e sodo.." «Preservativo o..?» "Dio Santo, sarà come toccare il paradiso."

«Sì, decisamente.» "Ci manca solo che rimanga incinto di un Fuckboy" pensò il piccolo Kitten, inarcando maggiormente la sua schiena per permettere al moro di avere una visuale migliore. Normalmente, Louis non si sarebbe nemmeno preoccupato per una cosa simile - gli avrebbe detto che senza preservativo sarebbe stato meglio... sarebbe stato.. più sensibile al suo membro - ma il suo periodo di ovulazione si stava avvicinando e il Kitten non voleva aver problemi come rimanere incinto di nove gattini da uno sconosciuto che mai gli avrebbe accettati come padre. «Li hai vero?»

«Non preoccuparti, micio.» Il moro si allungò quanto bastava per aprire un scaffale del mobile bianco posto di fianco al suo letto, dal quale tirò fuori un preservativo ancora incartato con una pellicola color arancione, e tornò tra le gambe del liscio. «Hai proprio una bella codina, sai?» disse poi, prima di scartarlo dalla plastica e indossarlo, facendo attenzione a non romperlo. Non notarla era impossibile: la coda del liscio era così pelosa e graziosa, con un pelo color marroncino/nero, che anche un cieco l'avrebbe vista. «Da chi hai ripreso il gene del "Kitten"? Da tuo-»

«Sta zitto e scopami.» tagliò corto il liscio, evitando completamente di volgere lo sguardo per incontrare gli occhi scuri di Norman Fucking Rockwell. Parlare di cose come il suo albero genealogico o della sua famiglia in generale non era mai piaciuto al liscio; erano semplicemente cose che non avrebbe mai voluto condividere con nessuno. «Non devi farmi da psicologo o da intervistatore, okay? Devi solo scoparmi e forte.»

«Uhm.. il gattino ha tirato fuori le unghiette, eh?»

"Le stesse unghiette che ti squarceranno le palle se non la finisci con questa merda." Pensò stufo e nervoso Louis, aprendo la bocca per ribattere ma si bloccò non appena le mani grandi e calde del ragazzo si posarono sui suoi fianchi minuti. "Forse avrò un po' di pietà" si concesse quando i due pollici del ragazzo si posarono esattamente nelle sue fossette di venere. "Ha sicuramente guadagnato un punto con questo."

«Sto per entrare, bel gattino..»

"Sarebbe anche l'ora.." Louis miagolò appena quando il grande e duro membro di Norman Fucking Rockwell entrò completamente dentro di lui e si costrinse a prendere qualche respiro prima di volgere leggermente lo sguardo verso di lui. Era grande - e su questo Louis poteva metterci le mani sul fuoco. Tanto grande. Tuttavia, l'unica domanda che girava nella testa a Louis era "lo saprà usare a dovere?"

Una domanda per la quale gli bastò poco più di due minuti di spinte per rispondere... o almeno avrebbe risposto se fosse rimasto sveglio durante quella lagna fatta da piccoli gemiti rochi e spinte che nemmeno affondavano la metà per dargli soddisfazione. Aveva avuto di meglio, molto molto di meglio, ma nemmeno poteva lamentarsi: si era fatto scopare da ragazzi così terribilmente insoddisfacenti che Norman non era niente in confronto.
Quello che infastidiva veramente Louis era il fatto che l'apparenza e l'idea che aveva avuto e ogni gossip che aveva sentito si erano rivelati una delusione: stava scopando con NORMAN FUCKING ROCKWELL, e quel FUCKING non poteva essere stato messo per nessun motivo.

"Che. Fottuta. Perdita. Di. Tempo." Il piccolo Kitten ansimò leggermente, fingendo un piacere che mai avrebbe potuto provare dal ragazzo, non appena Norman schiaffeggiò il suo culo sodo e grosso. "Un ragazzino ver-" «Aspetta, aspetta»

«Che succede?» domandò confuso il moro, fermandosi subito dentro il corpicino minuto del Kitten, e guardò confuso i pantaloni del liscio che si erano illuminati e che, quasi come sottofondo musicale, rilasciavano la classica suoneria di un iPhone. «Vuoi davvero rispondere, gattino?» chiese poi mentre Louis si allungava quando bastava per poter afferrare il cellulare.

«Per come sta andando, preferirei smettere che continuare.» ribatté il liscio con voce acida, prima di posare lo sguardo sullo schermo del cellulare. Quasi roteò gli occhi quando lesse la scritta "Mamma" ma non poté far a meno di rispondere, avvisando il ragazzo di non fare nessun tipo di rumore. «Mamma?»

«Sì, tesoro. Posso... disturbarti un secondo?»

«Sì, sì. Non preoccuparti. Stiamo facendo una piccola pausa dallo studio.» mentì il liscio e lanciò un'occhiataccia al moro quando quest'ultimo alzò il suo bacino quanto bastava per farlo combaciare perfettamente all'altezza del suo membro. "Ma che cazzo fa?" «Che c'è?»

«Volevo solo dirti che... cavolo, Louis, mi dispiace veramente molto ma domani sarò in ufficio fino alle otto e.. e.. e c'è una cosa che ti pregherei di fare per me, sempre se ti va. Non è niente di impegnativo, tesoro, è solo che... non ti voglio infastidire.»

«Oh, non preoccuparti. Cos'è che dovrei fare?»

«Vedi.. il Signor Styles ha finito le carte della casa e-e... Dio, vorrei farlo io, tesoro, ma ti dispiace raggiungerlo nel suo ufficio, ringraziarlo per la sua disponibilità e prendere le carte?»

«Adesso voglio divertirmi un po', gattino.»

«Ti andrebbe di farmi questo favore, Louis?»

«Cos-Ah!» ansimò ad alta voce il liscio, non appena il moro affondò rudamente dentro di lui, andando subito a colpire il suo punto sensibile più e più volte. Altri piccoli gemiti di piacere uscirono dalla sua bocca, che si affrettò a tappate con una mano, ma
Ormai
Il danno era già stato fatto.

«CHE STAI FACENDO, LOUIS?!»

BAD DECISIONS - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora