«È-è permesso..?»
Harry sorrise leggermente nel sentire la voce imbarazzata e tremolante del piccolo Kitten e alzò lo sguardo dalle carte che lui stesso aveva preparato con cura e attenzione, stranamente voglioso di presentare il miglior servizio alla famiglia Tomlinson. «Vieni pure, Louis. Ti stavo aspettando.»
Louis deglutì nuovamente qualcosa simile ad un mattone e strinse leggermente i pugni prima di avvicinarsi con gambe tremanti alla scrivania nera che gli ricordava così tanto quella-
No. Non doveva ricordare.
Non doveva ricordare niente di niente. Si trovava nell'ufficio di Harry Styles e doveva mantenere il giusto atteggiamento: non voleva sembrare un cretino agli occhi di quell'uomo, anche se non riusciva a smettere di pensare che quel Harry Styles era lo stesso Harry Styles che quella sera l'aveva scopato divinamente contro una scrivania simile. Non aveva nemmeno il coraggio di paragonarlo ai ragazzi precedenti con cui era stato. «N-non volevo farla aspettare c-così tanto. M-mi dispiace.»"Cazzo.. come fanno quegli skinny a fasciarli così bene le cosce?" si chiese il riccio, facendogli cenno di sedersi su una delle poltrone di pelle. "Dovrebbe smettere di sculettare così tanto o faticherò a contenermi" «Non aver paura, Louis. Dammi pure del tu se ti fa sentire più a tuo agio.» "Non sarebbe male farmelo nel mio ufficio" «E non preoccuparti, non mi hai fatto aspettare molto.» "Non sarebbe il primo a farsi scopare qui"
Louis rise leggermente, con le guance rosse dall'imbarazzo e gli occhi continuamente bassi per evitare di incontrare quegli dell'uomo. Poteva sentire il suo odore, il suo buonissimo odore, e quello già bastava a farlo eccitare ma non doveva permettersi di fare la mossa sbagliata. Era un Kitten, no? Doveva mantenere la situazione sotto controllo, però...
Poteva sentire quegli occhi verdi che lo mangiavano famelici e non poteva fare a meno di pensare alle sue labbra, alle sue mani e al suo grandissimo amico che- "BASTA, CAZZO!" «L-le carte sono p-pronte?» sussurrò il kitten, sedendosi sulla poltrona e stringendo subito le gambe. Doveva smettere di pensarci ma non poteva battere la biologia..Styles annuì e le avvicinò al ragazzino, iniziando subito a parlare di quali potevano essere le scelte migliori per lui e sua madre. Aveva visto fin dall'inizio che Johannah non sembrava aver avuto un piano preciso in mente: l'unica cosa che voleva fare era trasferirsi e non le importava niente di quel che sarebbe potuto succedere alla sua casa. Tuttavia, Harry lavorava da così tanto tempo in quel settore da sapere che, facendo in quel modo, le situazioni di quella famiglia si sarebbero potute ribaltare facilmente: vendere la casa in cui abitavano per un prezzo bassissimo era una cosa stupida da fare, senza contare che avrebbe rovinato la reputazione della Styles Interior.
Così, Harry si era preoccupato di tutto quanto: dal prezzo della casa, al prezzo del giardino, a quello del trasferimento e della nuova casa e, oltretutto, se gli conveniva o meno pagare a rate.
Insomma, si stava parlando della Styles Interior, giusto? E quello era solo il minimo che Harry poteva fare per loro.«Allora? Cosa ne pensi?»
Louis sussultò di scatto quando si sentì preso in causa e le sue guance divennero viola quando si rese conto che Styles l'aveva interpellato e che, come ogni volta che si innervosiva, non aveva ascoltato nemmeno una parola. «N-non ho capito..» "S-sono un coglione! Ha parlato p-per tutto q-questo tempo e-e io non l'ho n-nemmeno ascoltato!"
«Cosa ne pensi del progetto?» chiese nuovamente Styles, prima di richiudere la cartella che conteneva le carte. Il riccio sapeva meglio del liscio che quest'ultimo non aveva ascoltato nemmeno una sua parola, ma poco gli importava: il suo l'aveva fatto, ora tocca a Louis accennare a qualcosa oppure opporsi. «Ti piace il progetto, Louis?»
"Lo odio." «C-credo che..» "Non abbiamo bisogno di trasferirci! Non abbiamo bisogno di trasferirci!" «vada bene.» Sussurrò infine, sforzandosi di fare un sorriso all'uomo. Odiava tutto quello - odiava come sua madre lo stava strappando dalle sue abitudini, come lo stesse denudando dei suoi bisogni e ricordi e di come gli stesse mettendo i piedi in testa, impedendogli anche solo di esprimere la sua idea. «S-sì, va-»
«Louis, Louis, Louis..» sbuffò Styles, prima di alzarsi in piedi dalla sua sedia, e il piccolo Kitten non seppe se quell'arresto cardiaco gli venne per colpa del modo in cui aveva pronunciato il suo nome, così ammaliante e sensuale..
O perché, senza proferire una parola in più, il riccio si mise al suo fianco, appoggiandosi contro la scrivania nera. «tesoro, si vede lontano un miglio che non ti piace affatto l'idea di cambiare casa, sai?» mormorò l'uomo, afferrandogli il volto così da poter fare incontrare i loro occhi. Harry aveva aspettato pazientemente quel momento e adesso che poteva lavorarsi a dovere il piccolo Kitten non se lo sarebbe sfuggito. Le parole da dire le aveva già in mente, bastava solo essere convincente e il riccio sapeva esserlo fin troppo. «Mi sbaglio, gattino?»"I-il suo odore.." Louis si mordicchiò il labbro inferiore, stringendo ancor di più i pugni mentre sentiva le farfalle nello stomaco, e sussultò sorpreso quando, nel tentativo di abbassare gli occhi, sentì la mano del riccio stringersi contro la sua mandibola. "D-Dio, n-non può farmi eccitare così.." «Ha-Harry..»
«Dimmi che è vero, gattino.»
«Mia mamma-»
«Oh, tesoro...» Harry rise leggermente e accarezzò dolcemente la guancia del minore con il pollice, evitando tuttavia di andare oltre. Avrebbe voluto accarezzare quelle labbra morbide e rosse ma sapeva che il loro compito non era quello di essere toccate.. o almeno di non essere toccate dalle sue mani. «Non prendertela, ma non mi frega un cazzo di tua madre. Perché.. tu sai che ho il potere di annullare tutto questo fottuto contratto, tirando fuori una stupida scusa come motivo per farlo, vero?»
A quelle parole, l'attenzione di Louis si moltiplicò del 1000%, creando uno strano effetto dentro di lui. Era eccitato dalla sua presenza da dominatore, che lo portavano a pensare continuamente "Cazzo, prendimi e scopami qui, Harry!", ma in quel momento ogni cosa, ogni sensazione ed emozione sparì. Certo, la voglia di essere scopato restava ma aveva cose più importanti alle quali pensare. «Puoi... Puoi davvero?»
«Certo, bel gattino.» sorrise Harry. «Però..» le sue mani si staccarono dal volto del ragazzo per finire nei suoi morbidi capelli lisci, che accarezzò con cautela per evitare di toccare le orecchie da Kitten. «Ogni cosa ha il suo prezzo, giusto?»
Louis tremò leggermente non appena sentì le dita di Harry tra i capelli e si leccò le labbra, sentendole secche. Quello, tuttavia, non fu un gesto che non passò inosservato al riccio. «E qual è il prezzo, Daddy?»
Styles sorrise maliziosamente, sapendo di aver appena fatto scacco matto con il Kitten dei suoi sogni. «Tu, babygirl.»
Pls, non commentate la foto - e NON SEGNALATELA, SOPRATUTTO.

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BAD DECISIONS - Larry Stylinson
Fanfiction"Kitten: mici dolci o coccolosi o gattini assetati di sesso e baci?" Pure Louis Tomlinson, un Kitten giovane e carino, ha sempre fatto fatica a rispondere a questa domanda... o alle tante altre che gli erano sempre state poste, come: "ma voi Kitten...