Louis non si stupì quando, qualche giorno dopo, nel suo istituto educativo si parlava ancora della festa in maschera alla quale il 79% degli alunni avevano partecipato. Del resto, era sempre stato così: quando qualcuno dava una festa - anche noiosa che fosse -, voci, gossip e rivelazioni shockati apparivano e stagnavano nell'istituto per una serie di settimane che sembravano infinite. E di gossip ce n'erano tanti al suo rientro...
«Non hai la minima idea di chi si sia scopato Britney, te lo posso giurare. E... oh cazzo, stavo per dimenticarmi di Arianna e Grace! Questa devo proprio raccontartela, Lou! Perché.. Dio, nemmeno immagini! E di Matt? Sai di Matt, vero?»
«No, Belle» sbuffò il Kitten, passandosi una mano tra i capelli lisci. Posò i suoi occhi azzurri sull'amica che, beata e tranquilla, stava distesa sul prato. «Non so un cazzo e..» continuò il ragazzo, tornando a leggere il messaggio che sua madre gli aveva appena mandato. «Mi stai solo facendo innervosire.»
«Dio..! Sei diventato proprio un peperino!»
< Mi dispiace, tesoro, ma mi sono dimenticata di dirti che devo uscire per delle compere e che molto probabilmente non ci sarò quando rientrerai. Ti ho preparato un po' di pesce al forno e della pasta all'olio. Spero che ti piacciono. Baci, mamma. > lesse mentalmente Louis, mormorando un piccolo "Fottiti" alla sua amica. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare ad una risposta che arrivò un altro messaggio da sua madre. < Volevo ricordarti che domani alle 15 arriverà l'addetto dell'agenzia immobiliare. Vorrei che ci fossi anche tu, Louis. Cambiare casa è un evento importante e desidero che tu ne sia partecipe al 100%, okay? Baci baci! >.
«Tutto okay, Lou?» chiese dopo qualche secondo Bella, con un tono cauto, osservando come l'espressione del piccolo Kitten si fosse accigliata e oscurata improvvisamente - il che non portava mai a niente di buono. «È successo qualc-»
"Che si fotta, lei e questo fottuto trasferimento!" «Dicevi?» la interruppe il liscio, non avendo la minima intenzione di parlare con lei di cose cosi private. Certo, Belle era sua amica - oltre che compagna di alcuni corsi e fantastica spalla su cui appoggiarsi quando si è ubriachi per colpa di qualche drink di troppo. - ma per nessun motivo al mondo Louis avrebbe osato rivelarle qualcosa di troppo personale o che si potesse definire un segreto. Perché? Beh', perché sapeva che "Belle La Rana Dalla Bocca Larga" - come era stata soprannominata fin dal primo anno - non era così affidabile come chiunque altro avesse potuto pensare.
L'unico a sapere del suo possibile trasferimento era Adam, ed era certo che da lui non sarebbe uscita nemmeno una parola. «Cos'è successo a Matt?»La ragazza lanciò un'occhiata confusa al piccolo Kitten ma non osò soffermarsi nuovamente sull'argomento. «Matt? Ah, sì! Ricordi Rebecca, quella del...»
Louis si era già distratto, battendo ogni altro suo record precedente. Ma non perché non gli importasse di quei piccoli e segretissimi gossip che Belle gli stava sfornando davanti agli occhi, anzi... bramava di saperli solo per poterli rifilare a qualcun altro ma dopo quel messaggio tutt'altro che desiderato, niente sarebbe potuto entrare nella sua testa.
"Non abbiamo bisogno di trasferirci più vicino al centro!" Pensò Louis, annuendo con fare distratto alle parole dell'amica, mentre ripensava al messaggio della madre. E sì, avrebbe tanto voluto esserci l'indomani, alle 15, a dirle che quella era tutta una fottuta cazzata ma semplicemente non poteva: era impegnato con qualcuno a quell'ora ed era un impegno che non poteva rifiutare o disdire all'ultimo. Così, mentre Belle continuava a parlare, Louis si disse che ne avrebbe parlato con lei la sera dopo, o la sera stessa.Poi, ad interromperli, fu la notifica di un messaggio arrivato al piccolo Kitten, seguito subito dopo dal suono della campanella, e un piccolo sorriso malizioso si disegnò sulle sue labbra quando prese il cellulare in mano per leggere il contenuto - anche se già sapeva le poche parole che quel messaggio poteva contenere.
Da: Norman Fucking Rockwell
Sono già nel bagno, piccolo, e il mio amico è tutto duro per te.«Lou-»
«Devo andare!» il Kitten scattò in pieni con un balzo, spaventando la ragazza per paura che potesse pestarla, e si affrettò a prendere lo zainetto per metterselo in spalla. Gli alunni dell'istituto, intanto, stavano uscendo velocemente dal portone principale per dirigersi a casa.... beh, tutti tranne uno. «Ci vediamo domani, okay?»
«Ma dove stai andando, Lou?!»
Tuttavia, il Kitten non si soffermò per ascoltare la domanda dell'amica e quasi si fiondò nell'edificio dal quale era uscito un'ora prima. Aveva dovuto aspettare un'ora, sdraiato sul prato dell'istituto con Belle al suo fianco, ma ne era valsa la pena: l'avrebbe fatto altre mille volte se pensava che da lì a qualche minuto avrebbe avuto il piacere di spompinare il ragazzo più figo della scuola, non che Norman Rockwell. Norman era molto conosciuto all'istituto - tra tutti i fuckboy, Norman vantava di essere quello più bravo e dotato - e Louis era davvero orgolgioso di aver conquistato la sua attenzione. Oltretutto, il fatto che Norman fosse del quinto anno - prossimo a diplomarsi - non spaventava nemmeno il piccolo Kitten: aveva più paura di quelli del primo anno - che non erano altro se non minorenni pervertiti - che dei ragazzi dell'ultimo come lui. Oltretutto, l'idea di incontrarsi per provare a "fare qualcosa" era partita dal maggiore - con quei piccoli messaggi provocatori - quindi perché mai Louis doveva aver paura di Norman Fucking Rockwell - un soprannome che lasciava ben poco all'immagine -?
Raggiunse il bagno dei ragazzi in nemmeno tre minuti, ignorando completamente gli sguardi confusi dei professori e dei compagni, e quando ci entrò dentro la sua coda tremò dall'eccitazione. Sentiva l'odore di Rockwell - un ragazzo con i capelli scuri e gli occhi neri capace di farti sciogliere con un solo sorriso - ovunque e sentì le gambe tremanti quando compì il primo passo per dirigersi verso le cabine.
«Norman?» sussurrò con un po' di tensione nella voce, prima di aprire la porta della prima cabina, e si morse il labbro inferiore con nervosismo quando la scoprì vuota. Aprì anche la seconda ma trovò anche questa vuota. "Ma che cazzo..?" Poi il terrore che Rockwell non fosse lì lo colpì in pieno: Norman era un ragazzo bellissimo e, se solo avesse voluto, sarebbe stato capace di ottenere tutto quel che voleva con uno schiocco di dita. Quindi, perché mai si sarebbe dovuto rivolgere ad uno come Louis - conosciuto da quelli dell'ultimo anno solo per la bravura che aveva nel fare del sesso orale e anale? «Norman, s-sei qui?»
Il Kitten quasi sussultò quando le mani del capitano della squadra di football dell'istituto si posarono sui suoi fianchi e lo fece voltare. Le labbra del ragazzo si posando su quelle fruttare del liscio, senza chiedergli se avesse il permesso o meno di baciarlo. Fu un bacio forte, quasi rude e bisognoso, che tolse il respiro al piccolo Kitten e lo fece indietreggiare fin quando la sua schiena non si scontrò contro le mattonelle del bagno.
Il liscio non aveva la minima idea di cosa potesse pensare di lui: Norman l'aveva preso così bene - con tanta voracità che solo un dominatore poteva avere - che gli era impossibile giocare con lui. Era sicuro che mai sarebbe riuscito a struzzicarlo, poiché il ragazzo più grande stava facendo tutto da solo. Successivamente, ogni piccola intenzione di Louis venne cancellata da una sola frase...
«Fammi vedere cosa sanno fare queste labbra, bel gattino..» sussurrò sulle sue labbra Norman, prima di posare le mani sul suo culo sodo - e alquanto enorme in confronto al corpo minuto che Louis aveva.
A quel punto, il Kitten si piegò sulle ginocchia, incapace di resistergli un secondo di più..
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BAD DECISIONS - Larry Stylinson
Fanfiction"Kitten: mici dolci o coccolosi o gattini assetati di sesso e baci?" Pure Louis Tomlinson, un Kitten giovane e carino, ha sempre fatto fatica a rispondere a questa domanda... o alle tante altre che gli erano sempre state poste, come: "ma voi Kitten...