Parte 7

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Draco era furioso dopo la litigata con Alison. Sapeva che lei in un certo senso aveva ragione. Sapeva che suo padre era un mangiamorte ma gli era stato insegnato di negare fino a prova contraria. L'aveva insultata e adesso lei non gli parlava. Ovviamente. L'aveva chiamata sudicia mezzosangue, aveva visto il suo sguardo ferito, era consapevole di aver fatto un vero casino. Quella mattina era pronto prostarsi ai suoi piedi e a chiederle scusa quando, entrando nella sala grande vide che qualcosa non andava. Tutti quanti parlottavano tra loro in un brusio fastidioso. Blase si alzò dal tavolo andandogli incontro. La sua espressione facciale non prometteva niente di buono.
"Draco...Alison è in infermeria...hanno detto che non riescono a svegliarla. Non sanno cos'abbia!" mormorò l'amico preoccupato. Quelle parole furono come un pugno nello stomaco. Si voltò e corse immediatamente verso l'infermeria. Harry, Ron ed Hermione erano davanti alla porta che aspettavano. La Granger piangeva disperata sulla spalla di pel di carota e questo lo fece già preoccupare parecchio. La cosa che rischiò di fargli fermare il cuore fu lo sguardo del bambino sopravvissuto. Era disperato e preoccupato ai massimi livelli. Non l'aveva mai visto in quello stato.
"Che cosa è successo?" chiese senza riuscire a trattenersi.
"Vattene via Malferret, non sono cose che ti riguardano!" rispose il moro con rabbia. Voleva litigare con lui ma qualcosa attirò la sua attenzione. Nell'andito affianco Lune Loovegood gli fece segno di avvicinarsi. Se ne andò per seguirla, pensando che probabilmente era impazzito.
"Alison sta molto male, mi dispiace dirtelo" disse lei seria.
"Perché pensi che me ne importi?" domandò fingendo che il suo cuore non si fosse appena fermato.
"Non lo dirò a nessuno, non devi fingere con me. In ogni caso anche se lo facessi è possibile che nessuno mi creda. Non lo fanno mai quando parlo dei nargilli!" Draco fissò quella ragazza dagli occhi blu, sembrava vivere in un mondo tutto suo e in quel momento lui la invidiò.
"Che è successo ad Alison? Perché sta male?"
"Non ho capito bene, so che è entrata in contatto con un artefatto oscuro che l'ha scaraventata con violenza. Ha preso un brutto colpo alla testa. Stanno facendo tutto il possibile ma non sono sicuri che funzioni."
Quelle parole gli tolsero il fiato. Le orecchie iniziarono a fischiare e lui non sentiva più le sue parole. Un peso opprimente gli schiacciò il petto, lasciandolo senza respiro.
"Hey...hey...Draco...stai avendo un attacco di panico..respira...respira con me..." mormorò Luna. Alla fine lo aiutò a riprendersi. Perché lei era così gentile? Il biondo la guardò e non potè far altro che ringraziarla. Nei giorni successivi, fu lei a dargli notizie su Alison, anche se lui ogni notte si recava in infermeria a vederla.

*

Alison si svegliò piena di dolori ovunque. Si sentiva come se gli fosse passato sopra un treno.
"Ali! Stai bene!" gridò Harry travolgendola con un abbraccio spezza-costole.
"Mi...stai soffocando...Harry.."
"Scusa! Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato!"
Alison rimase in silenzio, confusa dalle sue parole.
"Cosa doveva succedermi?" chiese. Madama Chips però li raggiunse interrompendo i loro discorsi. La visitò e si rese conto che stava molto meglio.
"Dovrai stare ancora qui per qualche giorno signorina. Sei rimasta tre giorni priva di conoscenza. Non abbiamo ancora capito cosa possa essere accaduto!" disse l'infermiera. Alison la guardò spalancando gli occhi. Si voltò a guardare il suo gemello, che annuì serio. Cercò di fare memoria, ricordò la stanza delle necessità e quell'ombra nera che si era abbattuta su di lei. Poteva davvero morire per colpa di Voldemort. La consapevolezza di quello che era accaduto, la colpì in pieno come un fulmine. Harry sembrò capire e le strinse forte la mano.
"Tranquilla, stai bene, adesso stai bene!" disse forse per convincere più se stesso, che lei.

*

Nei giorni successivi i suoi amici passarono a visitarla quando non erano a lezione. La cosa che la sorprese di più fu che, anche Luna e Neville andarono spesso a visitarla e le raccontavano cosa facevano durante gli allenamenti. Madama Chips non si fidava a lasciarla andare e così nel tempo libero cercava di leggere il più possibile. Non voleva pensare che lui non si era ancora fatto vivo e dopo la loro litigata, non lo biasimava di certo. Quella notte però sentì un rumore strano e si voltò verso la porta. Riconobbe subito quella testa color biondo platino e il suo cuore fece una capriola.
"Ali! Sei sveglia! Finalmente!" disse andandole incontro e abbracciandola. La ragazza spalancò gli occhi, di certo non si aspettava che lui si comportasse in quel modo. Quando la lasciò andare, nei suoi occhi lesse preoccupazione.
"Non ti svegliavi più, ho visto Potter che stava uscendo fuori di testa e questo non faceva che preoccuparmi! Come stai, cosa è successo?" le chiese sedendosi sul letto e stringendole la mano.
"Non lo so..ma adesso sto meglio, anche se Madama Chips non vuole farmi andare via. Ha detto forse domani o dopo!"
Draco tirò un sospiro di sollievo e la guardò per vedere se fosse tutta intera. Un silenzio imbarazzante si fece strada tra loro e le guance della ragazza si tinsero di rosso.
"Senti..." iniziarono insieme e scoppiarono a ridere.
"Prima tu.." disse Alison.
"No, sono un gentil uomo, prima le signore.."
"A me sembra che tu stia facendo il vigliacco" lo prese in giro lei: "ma ti volevo chiedere scusa. So che la famiglia non si sceglie. So che tu ami i tuoi genitori, con i loro pregi e i loro difetti, ed è giusto così. Non volevo offenderti Draco ma cerca di capire la mia posizione, tuo padre era un seguace dell'uomo che vuole morta me e quelli come me. Cosa dovrei fare?"
"Lo so, hai ragione e ti chiedo scusa anche io. Mi sento molto confuso Ali, sono cresciuto con un'idea dei mezzosangue e poi arrivi tu e mi scombini tutto. Non è facile nemmeno per me, ma io non voglio rinunciare a te. Se tu vuoi provarci, lo farò anche io."
Quelle parole la lasciarono senza fiato e non avendo risposte giuste, fece l unica cosa che sentiva di fare. Lo baciò, lo baciò con trasporto, con emozione, con amore e con passione. Lui la prese tra le braccia e finalmente si sentì bene, veramente bene. Quello era il suo Draco e lei non voleva rinunciare a lui. Rimasero così per ore, finchè lui non fu costretto a tornare prima dell'alba.

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