Parte 22

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Era notte, faceva un caldo della malora ed Alison continuava a sbuffare. Erano fuori dalla casa dei suoi zii e finalmente avrebbero raggiunto Sirius. La mano che teneva la valigia le sudava. Si sentiva agitata, non solo per quel trasferimento, ma perché finalmente, avrebbe avuto una casa e una famiglia. Dopo aver condiviso con Harry un solo letto e un solo pasto, era contenta di tornare alla normalità. Non poter piangere ogni volta che ne sentiva il bisogno era estenuante. In quel momento un uomo con il cappello a punto comparve di fronte a loro. Alison rimase scioccata per un attimo, non si aspettava certamente che andasse Silente a recuperarli. Dov'era Sirius? Dov'era Lupin? La situazione non le piaceva per niente.

"Buona sera ragazzi!" li salutò il vecchio.

"Professor Silente!" mormorò Harry con entusiasmo. Per quanto ci provasse Alison davvero, non riusciva a capire che problemi avesse suo fratello. Come poteva fidarsi di lui? Lei non riusciva a fidarsi di nessuno, questo era vero, ma quell'uomo non gliela raccontava giusta.

"Aggrappatevi al mio braccio, si parte!"

Alison fece come gli era stato ordinato ed un attimo dopo fu quasi sicura che lo stomaco le fosse andato al posto del cervello.

Si ritrovarono di fronte ad una pensilina per autobus.

La ragazza cercò di tornare a respirare normalmente.

"Una volta fatto l'esame di smaterializzazione vi abituerete!" Alison non era sicura di volersi abituare ad una cosa del genere, ma si tenne quel pensiero per se.

"Professore? Dove siamo?" domandò Harry.

"Ah si certo non ve l'ho detto. siamo qui, perché come sempre al nostro corpo insegnanti manca di nuovo un componente. Siamo qui per convincere un vecchio amico a tornare ad Hogwarts!"

"E noi cosa c'entriamo?" domandò Alison. Era da almeno venti giorni che non dormiva decentemente e si sentiva sempre stanca. Quella sera era completamente esausta e non le importava che al castello mancasse un insegnante. Era egoista? Forse, ma era troppo chiedere di poter soffrire in santa pace?

Quando arrivarono, la porta della casa penzolava dai cardini. Alison era più che sicura che quella non era una posizione normale, per una porta di casa.

"Togliete fuori la bacchetta e seguitemi!" Alison lo fece immediamente e si mise accanto ad Harry. Entrarono nel salotto della casa e ai loro occhi si presentoò una scena devastante. I cuscini del divano erano squarciati e le piume uscivano fuori sparpagliandosi sul pavimento. Quando Silente alzò la bacchetta sul muro videro gli schizzi di sangue. Alison cercò di non gridare. I lampadari giacevano distrutti a terra, i monbili rovinati. Non c'era niente di integro in quella casa. Silente avanzò cauto per il soggiorno.

"Signore è successo qualcosa di brutto?2 domandò Harry.

"Credo di si..."

"L'avranno portato via?"

"No, credo che sia ancora qui."

Silente si voltò verso una poltrona e la infilzò con una bacchetta.

"Ahia!"

"Buonasera Horace!" disse Silente.

Alison rimase scioccata,dove prima c'era una poltrona ora c'era un vecchio che si massaggiava la pancia. Quello si lamentò alzandosi.

"Non c'era bisogno di farmi così male. Come l'hai capito?"

"Se i mangiamorte fossero venuti a farti visita, sulla casa sarebbe stato imposto il Marchio Nero."

"Certo il Marchio!"

L'uomo si guardò attorno e con la bacchetta iniziò a sistemare la casa. Quando tutto fu in ordine, finalmente li degnò di uno sguardò. Spalancò immediatamente gli occhi nel vedere la cicatrice di suo fratello, ma a quello si era abituata ormai. Quello che le fece strano è che quando la guardò, sembrò impallidire.

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