Parte 33

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Draco si svegliò di colpo quando sentì qualcuno che lo toccava. Si rese conto che era Alison. Doveva essersi assopito mentre aspettava che si riprendesse.

"Amore..." mormorò strofinandosi il viso. Lei si alzò dal letto e si sedette sulle sue gambe. La strinse a sé più forte che poteva.

"Mi dispiace di non esserci stato, mi dispiace così tanto Ali..."

"Non è colpa tua" esclamò lei stringendolo a sua volta.

"Avrei dovuto essere lì con voi, avrei dovuto proteggerti!"

Alison si scostò per guardarlo negli occhi, era così triste, che solo guardarla gli fece male.

"Draco ascoltami, non è colpa tua. Non potevi farci niente. Eri ad Hogwarts, non puoi essere da per tutto. La colpa è tutta mia, pensavo di aver imparato meglio a difendermi, ma a quanto pare mi sbagliavo."

"Ma che dici? Bellatrix per quanto sia pazza, è davvero forte. È già un miracolo che tu sia sopravvissuta a lei."

"Pensavo che fossi arrabbiato con me" sussurrò con gli occhi lucidi. Draco alzò la manco accarezzandole il viso.

"Mai, non potrei mai essere arrabbiato con te."

Si strinsero ancora e rimasero così per tutta la notte.

Quella mattina Alison venne dimessa. Non aveva più motivo di stare in ospedale, doveva solo prendere delle pozioni per alcuni giorni e sarebbe tornata come nuova. Almeno questo era quello che le aveva detto il medico. Non era così sicura che sarebbe mai tornata a essere la stessa di prima. Ogni volta che pensava al bambino dentro di lei sentiva un dolore acuto. Non avrebbe mai pensato di sentirsi così. Harry prese la sua valigia e si diressero verso Sirius. In un attimo vennero smaterializzati a casa. Draco era lì con loro, lo avrebbero ospitato per un paio di giorni. Silente non era molto d'accordo, ma lei lo aveva pregato e alla fine aveva lasciato perdere.

"Questa è la mia stanza" disse aprendo la porta. Il biondo entrò e fece un giro.

"Non male!"

"È la prima volta nella mia vita che possiedo una casa e una stanza mia. È strano ogni volta che ci penso."

"Immagino, ma sono contento che Sirius ti abbia adottata. È giusto che tu abbia una famiglia."

Si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto.

"Scusa, mi è uscita male, io volevo solo dire che adesso hai un padre e un fratello e che è bella questa cosa...lo so che potevamo avere una famiglia nostra...io..."

"Draco è tutto ok, ho capito cosa volevi dire".

Qualcuno bussò alla porta attirando la loro attenzione.

"Allora Malferret, che ne pensi? Troppo povera per te questa casa?" scherzò Harry.

"Sai Potty direi che è pure troppo per te!"

Alison si mise a ridere e i due la guardarono tirando un sospiro di sollievo. Si aspettavano che iniziasse di nuovo a piangere da un momento all'altro. Alison però non voleva piangere, ci aveva pensato per tutta la notte, non avrebbe pianto sta volta. Si sarebbe vendicata. Il suo bambino avrebbe avuto vendetta. Bellatrix Lestrange l'avrebbe pagata cara. Non si sarebbe più fatta trovare impreparata, si sarebbe allenata e avrebbe vinto lei.

"Ragazzi scendete per pranzo?" chiamò Sirius dalle scale. Scesero al piano di sotto e si sedettero al tavolo. Pinkie stava mettendo i piatti sul tavolo e lei si avvicinò per aiutarla.

"Oh no la padroncina si deve riposare!"

"Ma no Pinkie, sto bene, tranquilla". L'elfo la guardò insicura se fidarsi o no. Alison doveva ammettere che non aveva certo un bellissimo aspetto. Le occhiaie scure sotto gli occhi erano ancora più evidenziate dagli occhi rossi. Fu Draco a farsi avanti e a prendere i piatti dalle sue mani.

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