"Quanto sei bella?" chiese Draco, stringendola forte a sé. Finalmente le vacanze erano finite e loro erano di nuovo insieme.
"Smettila, così mi fai arrossire!" Lui sorrise baciandola di nuovo, indossava il bracciale che lei gli aveva regalato in bella vista.
"Mi sei mancato sai?" disse Alison.
"Anche tu!" Qualcuno però bussò alla porta.
"Hey piccioncini, vi volete sbrigare, qui c'è gente a cui i bagni servono davvero!" La voce di Blase li fece ridere entrambi. Uscirono e l'amico la strinse forte, ringraziandola di nuovo per i dolci natalizi.
"Hey, a me non hai mandato dolci a natale!" disse Draco mettendo un finto broncio.
"Avevi già ricevuto il tuo regalo" disse lei tranquilla. Gli fece l'occhiolino e tornò nella sua cabina. Era davvero felice di vederlo, ma quello che le avevano detto Sirius ed Harry durante le vacanze, la preoccupava e non poco. Era vero, le loro scelte contavano parecchio e questo significava davvero che prima o poi Draco avrebbe dovuto fare la sua. Avrebbe scelto lei o la sua famiglia? Non era sicura e questo la faceva sentire a disagio. Non aveva scelto di innamorarsi di lui, ma adesso che c'era completamente dentro, la situazione si complicava parecchio.*
Quella mattina qualcosa non andava, Alison si sentiva strana. Dopo colazione era corsa in bagno a sciacquarsi il viso, sperava che con l'acqua, riuscisse a togliersi di dosso anche l'angoscia. Dalla finestra, sentì un brusio nel cortile. Non riusciva a vedere bene e così scese le scale, varcò il portone d'ingresso e vide tutti i ragazzi riuniti fuori. Non riuscì ad individuare suo fratello o i suoi amici, ma si diresse in mezzo alla calca, per capire cosa stesse accadendo. La professoressa Cooman era da sola al centro del cortile e la Umbridge faceva volare accanto a lei, le sue valigie pronte.
"Io sono l'inquisitore supremo e le dico che lei è licenziata. Può andare via adesso!" la voce completamente soddisfatta, nel rendersi conto che stava umiliando la donna. Tutti rimasero in silenzio, nessuno osò fiatare perché non ci voleva un genio per capire che quella fosse una pubblica esecuzione o meglio, una pubblica umiliazione.
"Ma...ma..." la Cooman era completamente sconvolta, con gli occhi pieni di lacrime. Alison si rese conto che se quella donna fosse uscita dai confini di Hogwarts, sarebbe certamente morta. Il panico si impossessò di lei e accadde qualcosa che non si aspettava.
Non era più nel castello di Hogwarts, era in un paesino, camminava lentamente e si godeva quel momento. Finalmente li aveva trovati, aveva trovato i Potter! Li avrebbe uccisi tutti! Alison si rese conto di essere in un ricordo di Voldemort. Cercò di distaccarsi da lui ma non ci riuscì. Il suo cervello era un fiume in piena di pensieri e ricordi. Codaliscia gli aveva svelato il luogo in cui erano nascosti e lui si era diretto immediatamente. Alison voleva fermarlo, voleva impedirgli di entrare in quella casa ma non poteva. Era una semplice spettatrice. Voldemort fece saltare la loro porta di casa con un incantesimo e lo vide. James Potter era in piedi, con la bacchetta puntata verso di lui. Suo padre, era la prima volta che lo vedeva così da vicino. Sembrava vivo e vegeto ed era così...bello. Suo padre era un bell'uomo e assomigliava molto ad Harry. Indossava una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloni di una semplice tuta.
"Vattene via, qui non c'è niente per te!" gli disse l'uomo con coraggio. Nei suoi occhi però leggeva la paura. Sentì la gioia di quel mostro, sapeva che se avesse fatto fuori il bambino nessuno avrebbe potuto fermarlo.
"Pensi davvero di potermi fermare?" la voce piena di arroganza. Alison voleva gridargli di scappare, di andarsene via, ma lui non si mosse. Non era preoccupato di morire, no, l'unica cosa che faceva era guardare le scale. Voleva proteggere la sua famiglia, ma non ci sarebbe riuscito.
"AVADA KEDAVRA!" Il corpo senza vita di suo padre cadde a terra con un tonfo sordo. Alison gridò ma nessuno la sentì. Voleva fermare quel ricordi, voleva uscire da quella visione che le stava spezzando il cuore. Si ritrovò invece a seguire Voldemort. Quello salì le scale e fece saltare la porta di una piccola stanza per bambini. La camera di Harry. I muri erano dipinti di giallo, e su una mensola in alto vide degli orsachiotti. Suo fratello era nella culla, ma lei non riusciva a vederlo perché sua madre lo nascondeva. Quando Alison la vide così da vicino, il suo cuore perse un battito. Il colore della pelle, dei capelli e persino quell'espressione di disgusto era uguale alla sua. Assomigliava a quella donna più di quanto potesse immaginare.
"Non prenderai mio figlio, non te lo permetterò!" disse Lily coraggiosa. Lottò per un po', senza mai spostarsi da Harry. Alla fine però anche lei soccombette al Signore Oscuro. Il suo corpo cadde davanti alla culla del neaonato e fu in quel momento che lo vide. Un piccolo bambino, con due grandi occhi verdi che lo guardava curioso. Alison iniziò a piangere e a gridare di non farlo di lasciarlo stare ma non poteva farci nulla. Quello era un ricordo e il passato non si poteva cambiare.
"AVADA KEDAVRA!" Quando la luce verde toccò Harry, accadde qualcosa di strano, una forza misteriosa la respinse e tornò indietro al mittente. Voldemort morì, e le urla di Harry riempirono la casa.
Alison riprese conoscenza e l'istinto fu quello di correre. Corse via da tutti, corse via da quell'incubo. Il dolore nel petto era così forte che le impediva di respirare. Si fermò in mezzo agli alberi e finì a terra sulla neve. I suoi occhi erano aperti, ma non vedevano il bianco candido del terreno, non vedevano i tronchi dei pini, vedevano i suoi genitori cadere a terra senza vita. Iniziò a piangere, senza riuscire a controllarsi. I sigulti le squassavano il petto ma lei non riusciva a controllarsi.
"Alison? Alison!" Qualcuno urlava il suo nome e finalmente quella voce la riportò alla realtà. Vide due grandi occhi blu che la fissavano preoccupati.
"Blase?" disse, mettendolo a fuoco.
"Che succede? Stai male? Che hai?" chiese lui, aiutandola a mettersi seduta. Gli tolse i capelli dal viso e la percorse tutta con gli occhi. Il problema era che non aveva feriti evidenti, non aveva ferite superficiali, ma sentiva come se gli avessero spaccato in due il petto. Perché aveva visto quelle cose? Perché farle vedere la morte dei suoi genitori?
"Blase..io.." non riuscì a parlare che ricominciò a piangere.
"Andiamo via da qui, stai congelando Alison. Riesci ad alzarti?" disse lui stringendola. Lei annuì e lui la prese per i fianchi. Sentiva le gambe rigide ma probabilmente era il freddo.
"Torniamo al castello, ok?"
"No...io..non voglio vedere nessuno..io.." le tremava anche la voce.
"Va bene, conosco un posto! Seguimi!" disse Blase con il suo sorriso. Per tutto il tragitto non la lasciò un attimo. Scesero nelle segrete e si avvicinarono a un piatto di frutta finta appesa al muro. Blase fece il solletico alla pera e quella si mise a ridere. Nel mentre una porta si aprì e si ritrovarono nelle cucine del castello. Il ragazzo la guidò fino al cammino e la fece sedere su una delle poltrone. Chiamò uno degli elfi e chiese che le preparassero qualcosa di caldo. Alison si sedette e si mise a fissare il fuoco.
"Aspettami un attimo qui, torno subito!" disse l'altro. Con la bacchetta invocò una coperta e gliela mise sopra.
STAI LEGGENDO
The sister
RomanceE se Harry scoprisse di avere una sorella gemella? Quanto potrebbe cambiare la storia?