Passare il Natale con Harry era la stata la cosa più bella che avessi mai vissuto in tutta la mia vita, il fatto che la mattina del venticinque mi alzai con al mio fianco il suo corpo nudo, mentre mi rivolgeva un sorriso assonato augurandomi un buon Natale fu il miglior regalo di sempre. Stavo bene, non desideravo altro. Mi aveva accontentato riguardo il pupazzo di neve, nonostante si fosse lamentato per il troppo freddo. Comunque sia, non era venuto malissimo. Il fatto che mancasse una carota come naso fu il fattore definitivo per non farlo approvare da Louis, che disse che eravamo delle schiappe in quello. Gli lanciai una palla di neve in tutta risposta, e il resto -che comprendeva una sorta di lotta con la neve- fu storia.
Guardai Judie aggiustarsi il vestito rosso fuoco e, ancora una volta, mi complimentai con lei.
«Ma come fai ad essere sempre così figa?» sorrisi guardandola. La ragazza alzò gli occhi al cielo ridacchiando, prima di scuotere la testa divertita.
«Ma ti sei vista? Quel vestito così corto manderà Harry fuori di testa» annunciò «non ti preoccupare, non ti aspetterò stasera» e fece seguire la frase da un occhiolino. Risi di gusto alle sue parole, ma avrei mentito se avessi detto di non voler esattamente attirare l'attenzione del ragazzo su di me, per poi finire in un letto nudi.
«Ho cercato di prepararlo psicologicamente, ma non credo abbia davvero idea» scrollai le spalle, facendo finta di vantarmi, e questo bastò a Judie per chiamarmi in malo modo.
Il vestito argento brillantinato era effettivamente troppo corto, ma almeno gli stivali alti di camoscio con un tacco abbastanza sottile coprivano gran parte delle gambe. Avevamo deciso, di comune accordo, di andare a ballare in un club non poco distante dalla casa dei ragazzi e pensai che avrebbe fatto caldo abbastanza da potermi permettere un vestito così scollato. Era chiaro che la scollatura a V non lasciasse spazio all'immaginazione, perciò decisi di abbinarci una lunga giacca nera sopra per cercare di coprire il più possibile nel caso mi fossi sentita a disagio. Judie mi aveva avvisato, dicendo che secondo il mio modo di fare quell'outfit mi avrebbe reso la serata impossibile, ma non m'interessai più di tanto.
«Parli come se io poi stasera dovessi aspettarti» punzecchiai la ragazza dai lunghi capelli che ora stava passando il lucida labbra per l'ultima volta. Sorrise compiaciuta, prima di scrollare le spalle con nonchalance. Giusto, il silenzio era la risposta migliore. Qualcuno bussò alla porta della nostra stanza e non ebbi dubbi su chi fosse, in realtà. Girai l'angolo che divideva il piccolissimo corridoio dov'era presente l'entrata prima di accedere davvero nella stanza, e la figura di Harry si presentò davanti alla mia quando spalancai la porta bianca. Aveva una camicia bianca di lino sbottonata fino a metà, un piccolo filo nero scendeva lungo il suo torace, la giacca nera ora era leggermente raggrinzita a causa della postura di Harry, che si manteneva ora con il braccio allo stipite della porta, le gambe incrociate ed i capelli completamente sciolti.
La sua bocca si spalancò alla mia visione, come la mia alla sua. Non c'erano dubbi, quella sera la bellezza di Harry superava ogni limite, costringendomi a deglutire davanti a tutto quello.
«Oh cristo» si limitò a dire quando passò in rassegna su tutto il mio corpo. Lo guardavo soddisfatta mentre boccheggiava per cercare le parole adatte, ma quando lui si spinse in avanti per afferrare i miei fianchi e baciare le mie labbra fui ancora più soddisfatta.
«Spero tu sia pronta per più di un round stasera» annunciò sogghignando, le sue labbra sfioravano le mie, il suo fiato era sulla mia bocca. Il mio cuore smise di battere qualche secondo quando sentii la sua voce terribilmente roca, portando già a fantasticare su quello che sarebbe successo a fine serata.
«Santo cielo, ci sono anche io nella stanza ragazzi!» Judie urlò e così capii che aveva effettivamente sentito tutto, potei immaginare la sua finta espressione disgustata.
«Vuoi unirti anche tu?» Harry alzò un sopracciglio stuzzicandola, prima che lei alzasse gli occhi al cielo mormorando un 'va al diavolo, Harry'.
La mia mano s'intrecciò con quella del ragazzo quando le nostre gambe iniziarono ad incamminarsi verso l'entrata del club. Harry non mi aveva tolto gli occhi di dosso, aveva addirittura accarezzato la mia coscia durante il tragitto verso la nostra destinazione, arrivando anche fin troppo sù, sfiorando il mio intimo. Torturai le mie labbra con forza per non fargli capire quanto quel gesto avesse acceso qualcosa in me che non volevo dichiarare davvero.
«Non credi che questo vestito sia un po' troppo corto?» esordì Harry lanciandomi un'occhiata fugace. Alzai le sopracciglia sorpresa, prima di scoppiare a ridere.
«Non credo. È l'ultimo dell'anno, volevo indossare qualcosa di diverso» mi difesi alzando le spalle. Il ragazzo serrò le labbra pensieroso quando varcammo la soglia dell'entrata, la musica iniziava già a pompare nell'orecchie e nel petto, il calore si faceva sentire.
«Tutti avranno gli occhi su di te, spero di non dover picchiare qualcuno» sospirò guardandosi intorno scocciato. Lo guardai torva ma quando ricevetti un occhiolino da parte sua mi convinsi a scuotere la testa arresa e concentrarmi nel trovare i nostri amici.
Controllai l'orologio al polso, segnava le ventitré in punto. La musica era ancora molto alta, Sophie e Niall erano completamente andati e la mia espressione fu impressionante quando li beccai a pomiciare senza ritegno su uno dei divanetti. Li lasciai stare, tornando da Judie e gli altri che intanto continuavano a scatenarsi sulla pista da ballo.
«Manca un'ora alla mezzanotte, scateniamoci ancora un po'!» urlò il DJ dal piccolo palchetto dove aveva il suo mixer che permetteva a tutti di ballare senza sosta, proprio come stava facendo Louis ora. Pensai avesse qualche strana passione per la danza, ma la tenni per me. Le mani di Harry arrivarono sui miei fianchi, abbracciandomi da dietro e poggiando le labbra sul mio collo quando piegai la testa di lato per dargli lo spazio giusto.
«Hai programmi su come passare la mezzanotte?» domandò al mio orecchio. Nonostante la musica alta, riuscii a sentire in modo limpido la sensualità nella sua voce roca che mi portò a far tremare le mie gambe. Sospirai chiudendo gli occhi mentre il mio petto si scontrava contro il suo, mentre le sue mani vagavano sui miei fianchi.
«Lo festeggerò qui con i miei amici,» ammisi titubante «a meno che tu non abbia un'idea migliore» annunciai quando in un colpo veloce mi girai verso di lui. Harry mi guardò negli occhi per qualche secondo, il ghigno sulla mia faccia diceva tutto. Volevo lui, l'avrei sempre voluto. Avevo voglia di lanciare la sua giacca chissà dove, aprirgli quella camicia per accarezzare il suo petto nudo, stringere quei capelli tra le miei dita con forza mentre chiamavo il suo nome.
«Saluta tutti, ce ne andiamo» mi ordinò serio, facendomi balzare il cuore dal petto. Obbedii subito, tutto quello che volevo fare era andare via di lì e concedermi completamente a lui e so che avrebbe accontentato con piacere questo mio desiderio.
Dopo aver gentilmente salutato tutti fingendo un malore -nonostante Judie sapesse-, Harry mi trascinò via con forza, costringendomi a correre sui tacchi verso la sua manica.«Dove stiamo andando?» domandai sogghignando quando le portiere vennero aperte all'unisono. Harry mi guardò dall'altro lato dell'auto, sorridendo beffardo.
«Fai troppe domande, ragazzina».
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𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.
FanfictionSei ancora l'unica. Sei unica, in tutto ciò che fai, e sempre lo sarai. [...] Amarmi è una partita persa dal principio.