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Quella sera non tornai al dormitorio, ormai erano più le volte che dormivo fuori che nella mia vera stanza. Judie aveva ormai un mini armadio tutto suo nella stanza di Liam, erano più le volte che ci incontravamo a casa dei ragazzi che dove avremmo dovuto stare. A nessuno sembrava pesare, comunque.
Harry mi guidò per mano nella nostra mansarda, ormai era al completo. Avevo comprato una piantina per inaugurare la nostra 'stanza segreta' come la chiamava Harry, e tutti ci prendevano in giro dichiarando avessimo qualche strano gioco sessuale all'interno. Li lasciavo semplicemente parlare, mi divertivano le loro idee sbagliate su me ed Harry. Il ragazzo accese la piccola lampada di fianco al letto come prima cosa perché sapeva bene della mia paura più grande. Forse una delle tante.
«Cosa farai a Natale?» domandai improvvisamente con voce piccola. Harry si voltò verso di me confuso e sorpreso da questa mia domanda così inaspettata, mentre si stendeva sul letto aprendo le braccia per invitarmi a raggiungerlo. La mia risposta fu immediata, era come se non ne avessi mai abbastanza.
«Nulla, starò qui» scrollò le spalle «credo che i ragazzi stiano organizzando una sorta di gita da qualche parte, me l'hanno solo accennato per il momento». Annuii incerta, seguito da un semplice 'capito'.
«Non torni a casa?» incalzai, accarezzandogli dolcemente il dorso della mano. Sentii il petto di Harry vibrare sotto la mia testa e capii che stesse emettendo una piccola risata sarcastica.
«Non sarei comunque il benvenuto» constatò con fare ovvio.
«Questo non lo sai». Harry sospirò alla mia risposta immediata.
«Non voglio passare il Natale in un brutto ambiente, Bel» mormorò prima di darmi un bacio tra i capelli. Le mie guance si arrossarono a quello strano soprannome che mi era stato appena affibbiato dal ragazzo, ma che già amavo come usciva dalle labbra di Harry.
«E il Ringraziamento? Potrebbe essere un buon modo per riavvicinarti a tua madre, Harry, almeno provaci» mi voltai verso di lui, quasi pregandolo. Sapevo che, in un modo o nell'altro, avrei voluto provare a convincerlo. Era come se ricucire le sue ferite fosse una cura anche per le mie, avrei voluto tanto dimostrargli quanto amore esistesse nel mondo nonostante le mie certezze stessero pian piano svanendo. Ma lui questo non lo sapeva. Come non sapeva della lacrima che proprio non ero riuscita a trattenere dopo quella telefonata al lago, quando mi ero girata di nuovo verso di esso, con la mia schiena contro il petto di Harry. Ma lui non poteva saperlo. Come avrebbe potuto...
«Falle anche solo gli auguri, ti prego» gli accarezzai la guancia e di tutta risposta lui la premette ancora di più al palmo della mia mano, mormorando un 'ci proverò'. Gli sorrisi debolmente, poi mi allungai verso di lui per posargli un bacio lento sulle labbra. Quelle labbra che tanto amavo toccare.
«Perché tu non torni a casa?» domandò quando il suo viso si allontanò dal mio. Lo guardai interrogativa per qualche secondo ma fui costretta ad abbassare lo sguardo, non sapendo come rispondere effettivamente a quella domanda. Lasciai che la mia mano cadesse leggera sul suo petto mentre il mio corpo si allontanava sempre di più da lui.