7 || 𝐋𝐎𝐔𝐈𝐒

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𝐋𝐎𝐔𝐈𝐒

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𝐋𝐎𝐔𝐈𝐒

Mi guardai allo specchio, la maglietta aveva esattamente il profumo di Harry e mi andava decisamente troppo larga. La misi dentro il pantalone della tuta grigia, così da sembrare il più presentabile possibile. Finalmente il freddo non si espandeva più sulla mia pelle, non avevo più la pelle d'oca e stavo decisamente meglio.

Quando uscii trovai Louis e Harry discutere a bassa voce, ma non mi interessai a sentire cosa stessero dicendo perché, alla fine di tutto, non erano fatti miei. Però, quando entrai nella stanza, Louis, che stava in piedi davanti ad Harry stravaccato sul divano, si girò verso di me e si zittirono.

«Hai fatto?» Domandò Louis. Annuii incrociando le braccia al petto, nella totale indifferenza di Harry che intanto aveva preso il cellulare in mano.

«Ti accompagno io, allora» il più basso frugò nelle tasche del giubbino, che prima non aveva, e cacciò le chiavi della sua auto. Salutai con nonchalance Harry, non meritava nemmeno la metà delle mie attenzioni e, in fin dei conti, non mi sarebbe dispiaciuto fare un giro in macchina con Louis.

«Ma cosa gli prende santo cielo!» mi lamentai appena presi posto in macchina. Louis soffocò una risata, mettendo in moto la macchina.

«Non lo so,» sospirò «dice che non vuole diventare come il patrigno ed invece è esattamente quello che sta facendo» scosse di poco la testa. Corrugai la fronte confusa.

«In che senso?» Domandai curiosa. Non negavo che volevo sapere di più, non mi bastava quello detto da Louis.

«Non è compito mio dirtelo, ma Harry non ha un buon rapporto con lui. A detta sua, è un totale stronzo» dichiarò «lui è uno importante a Londra, ma non va per niente d'accordo con la madre e onestamente non capisco perché non si lascino e basta» continuò guardando la strada attentamente. Annuii semplicemente, non volevo mettere in difficoltà Louis, sapevo che non erano fatti nostri.

«Cambiando argomento,» Louis sospirò «Venerdì sera stavamo decidendo per andare a casa di Niall in spiaggia, cioè dalla casa della nonna ormai morta» che tatto, Louis.

«E io cosa c'entro?» Alzai il sopracciglio, guardandolo.

«A volte mi sembri stupida» parlò con una tale serietà che mi venne da ridere, guadagnandomi un'occhiata divertita da parte sua «è ovvio che abbiamo contato anche voi» disse riferendosi a me e Judie.

«Non lo so, Louis» sospirai grattandomi la fronte «non sappiamo ancora bene le lezioni come saranno e credo che ci servirà ancora del tempo per ambientarci—»

«Innanzitutto non c'è niente da sapere sulle lezioni, il sabato non ci sono e avrai tutto il tempo di ambientarti» mi guardò severo «non sarai mica una che passa tutto il tempo chiusa in stanza per studiare?» Domandò quasi impaurito. Risi di gusto, effettivamente quella descrizione non mi calzava per niente.

«No, direi più che mi serve una manna dal cielo per farmi studiare come dovrei» sospirai. Era vero, mi distraevo facilmente e non sapevo come avrei fatto per superare gli esami. Non pretendevo avere il massimo dei voti, volevo semplicemente riuscire ad avere una carriera universitaria modesta. Che non facesse schifo, ecco. Louis soffocò una risata.

«Io dovrei mettermi davvero sotto a studiare o finirò per laurearmi ad ottant'anni» disse sarcastico, facendo nascere sulla mia faccia un piccolo sorriso.


«Non credo che quel ragazzo stia completamente bene» Judie parlò ancora una volta dal suo letto. Era mezzanotte ma nessuna delle due riusciva ad addormentarsi. Era stata una giornata strana, almeno per me. Judie dichiarò di essere stata tutto il tempo in camera a scambiarsi sms con Liam, assurdo.

«Vorrei capirci di più ma non riesco a seguire i suoi sbalzi d'umore» ammisi guardando il soffitto, con le mani incrociate sulla pancia. Sentii Judie sospirare.

«Non credo sia una buona idea, Bel. Non è una persona stabile e questo abbiamo avuto modo di capirlo, non credo sia saggio affezionarsi a lui» costatò la mia migliore amica, dall'alto della sua non-esperienza. Alzai gli occhi al cielo infastidita.

«Questo perché tu vedi sempre il marcio nelle persone, Jud» la schernii, facendola ridere. Sapevo non se la sarebbe presa, non era nemmeno un insulto. Anzi.

«No Annabel, è perché so riconoscere le persone che ti fanno soffrire da metri e io so,» prese una pausa «che Harry, nella sua stranezza, non è fatto per te». Sospirai affranta, Judie di solito non sbagliava mai e questa cosa mi spaventava. Non volevo esattamente pensare ad Harry in quel senso, ma mi sarebbe piaciuto avere qualcosa con lui, almeno un'amicizia.

«Piuttosto Louis, credo lui sia perfetto!» esclamò nel buio della stanza. Scossi la testa contrariata.

«No, con lui ho un bel rapporto, non ho intenzione di rovinare nulla e poi-- poi non mi interessa sotto quel punto di vista e nemmeno Harry!» esclamai contrariata. Judie borbottò qualcosa alle mie spalle, ma la ammonii augurandole una buona notte e ponendo la guancia sul cuscino, aspettando Morfeo.

«Ma è possibile che ci sia sempre gente?» Judie si lamentò per l'ennesima volta durante quella giornata. Era venerdì mattina, negli ultimi giorni non avevo avuto alcuna notizia di Harry, né avevo chiesto a Louis, con cui mi sentivo ogni giorno. Ci avevano aggiunto al gruppo whatsapp per organizzarci per il weekend, inutile dire che Judie fu entusiasta appena le comunicai la notizia. Il fatto che si stesse sentendo con Liam era quasi diventata normalità per me, nonostante io fossi preoccupata per lei.

«È venerdì Judie, un po' di pazienza e domani a quest'ora starai sguazzando nell'acqua» la presi in giro, mentre lei sbuffava rantolando per i tavoli (tutti pieni, ovviamente).

«Dovremmo accontentarci della panchina» dichiarai mentre facevo cenno col capo verso una panchina non lontano dalla mensa esterna. Judie prese velocemente il cellulare dalla tasca, facendo attenzione a non rivoltare il vassoio che aveva in mano.

«Va bene, avviso anche Sophie che starà già venendo» disse, facendomi capire che il messaggio fosse sicuramente per lei.

«Ma tu hai dei costumi?» Judie mi guardò dubbiosa e questa domanda mi bastò per far salire il panico dentro di me. I costumi! Come avevo fatto a dimenticare questo piccolo grande particolare?

«Judie sono nella merda!» Esclamai portando il palmo della mano dritto sulla mia fronte.

«Chi è nella merda?» Domandò una voce stridula. Chi poteva essere, se non Sophie?

«Annabel, a quanto pare vuole entrare in acqua nuda» Judie soffocò una risata mentre parla, prima di iniziare a tagliare la sua carne. Sbuffai scocciata, gettando la testa all'indietro. Perché dovevo essere così?

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora