56 || 𝐏𝐀𝐆𝐀𝐍𝐃𝐎

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Camminai a passo svelto verso la macchina, la rabbia ribolliva in me ed io non riuscivo a pensare lucidamente. Sapevo cosa fare, sapevo come mettere fine una volta per tutte a questa presa in giro.

Mi sentivo umiliata, mi sentivo una stupida per aver dato fiducia ancora una volta ad Harry e nel mentre lui se la spassava con Debby.

Aprii la macchina del ragazzo dopo aver tolto l'antifurto e non ci volle molto per trovare quello che stavo cercando. Se c'era una cosa sicura, era che Harry avrebbe sempre portato il suo diario con sé. Infatti, non fu difficile trovarlo. Il diario scuro era posto sul sedile dell'auto, Harry non si era minimamente curato di riporlo in un luogo più sicuro. Con cautela lo presi tra le mani, uscendo poi dalla macchina. Camminai davanti ad essa con il diario tra le mani, non ero pienamente sicura di volerlo aprire. Sapevo che questo avrebbe significato tradire la sua fiducia, ma sarebbe stato niente in confronto a quello che lui stava riservando a me.

Le lacrime iniziarono a scendere improvvisamente, nemmeno me ne accorsi. Quando però mi appoggiai al cruscotto, aprendo il diario con tremore, capii che stavo facendo l'unica cosa che Harry era sicuro non avessi mai fatto. Lo avevo promesso, e ora stavo facendo l'esatto opposto. Non era da me, non lo avrei mai fatto se questa situazione non mi avesse portato all'esasperazione.

Presi un respiro profondo nell'esatto momento in cui iniziai a sfogliare le pagine, saltando tutte le prime pagine perché sapevo che quello che cercavo non poteva essere lì. Arrivai alla fine del diario, non leggendo quello scritto prima: avrei rispettato la sua privacy, questo glielo dovevo. D'altronde, ero sempre quella ragazza perdutamente innamorata, quella che vedeva il mondo come uno tutto rosa e fiori.

Sfogliai e risfogliai le ultime pagine, ma nessuno di essa portava il nome di Debby. Nemmeno infondo alla pagina, nemmeno scritto in piccolo in un angolo remoto. Il nodo alla gola cresceva ancora di più, mentre i battiti cardiaci non smettevano di aumentare. Avevo l'affanno per l'ansia, gli occhi pieni di lacrime per cose che ancora non sapevo.

«Annabel, ti ho cercata ovunque ma dove—» Harry arrivò di soppiatto a pochi metri da me, facendomi sobbalzare dallo spavento. Chiusi velocemente il diario, cercando di nasconderlo come meglio potevo, ma gli occhi del ragazzo erano già su di esso. Quando spostai lo sguardo su di lui potei leggere la delusione nei suoi occhi, mentre restava in piedi, con le braccia che scendevano pesanti lungo i fianchi, a guardarmi.

«Harry io—» cercai delle parole per spiegarmi, ma mi resi conto che, non solo non avevo trovato nulla riguardante Debby nel diario, ma ora avevo anche perso la fiducia del ragazzo che più amavo al mondo.

«Hai aperto il mio diario?» mormorò con un filo di voce «Hai aperto il mio diario anche quando ti avevo chiesto esplicitamente di non farlo?» e stavolta Harry urlò, facendomi sentire troppo piccola per avere un confronto serio. Gli occhi di Harry urlavano rabbia, delusione, tristezza.

«Io— io volevo solo sapere se i miei dubbi su Debby fossero veri» ammisi dopo aver deglutito con forza. Harry mi guardò semplicemente, senza proferire parole. La sua espressione era sorpresa, sembrava quasi non riuscisse a credere a quello che stessi dicendo.

«Ho dimenticato il mio cellulare in stanza e così— così ho preso il tuo per chiamare Judie e—» presi un respiro profondo per calmarmi «e ho visto un messaggio di Debby su quanto le manchi e cazzate varie» tirai su col naso, ormai stanca di combattere ancora.

«E tu hai pensato davvero ci potesse essere qualcosa tra noi?» Harry incalzò severo.

«Beh ti scrive queste stronzate, che cazzo dovrei pensare Harry?» urlai alzando le braccia al cielo, ancora avevo il diario di Harry tra le mani. Lui lo strappò via presto, una volta che fui anche io completamente in piedi.

«Ti avevo già detto che tu sei l'unica, cazzo!» Harry alzò le braccia all'aria.

«Ma intanto lei ti scrive queste cose!» risi ovvia, tra le lacrime.

«Ci ha provato numerose volte, è vero, ma non le ho mai dato corda! Non le ho mai dato corda perché volevo te, cazzo, e tu ora mi fai questo!» urlò in preda alla furia, i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi sempre di più. Tutte quelle parole, in quel momento, mi sembravano solo tante bugie. La sua bocca pareva una pistola che sparava solo bugie.

«L'ho fatto perché da quando c'è Debby tutto tra di noi è cambiato! L'ho fatto perché volevo delle sicurezze che da quando c'è lei io non riesco ad avere!» controbattei con tutta la forza che avevo in corpo.

«E scommetto che non hai trovato niente, eh? Ed è ovvio, cazzo! Perché non c'è niente da dire su di lei! Io — io non ci credo! Mi hai tradito, hai fatto l'unica cosa che ti avevo chiesto di non fare e tutto per... per questo!» urlò sconcertato, poi fece qualche passo indietro mettendosi le mani nei capelli. Aprii la bocca per dirgli che no, non avevo letto nulla se non le ultime parole. Gli stavo per dire che avevo rispettato la sua privacy, quando lui si volse di nuovo verso di me guardandomi con rabbia e lottando con sé stesso su cosa dire.

«Come hai potuto fare questo solo per— per gelosia, per colmare delle tue stupide insicurezze! Tu... tu sei pazza, Annabel!» sputò con rabbia, ma subito dopo sembrò risentirsene.

Il silenzio cadde tra di noi e quelle parole che tanto avevo sentito borbottare alle mie spalle ora uscivano dalla bocca dell'unica persona che amavo con tutta me stessa. Quella stessa persona che aveva accarezzato la mia testa quando parlavo di quanto stessi soffrendo per tutto ciò che avevo passato nella mia vita. Ora quella non era più la stessa, la luce nei suoi occhi era diversa. Harry mi guardava sconcertato, aveva fatto un passo indietro, mentre io semplicemente restavo lì a guardarlo, con una morsa allo stomaco e il cuore che ormai era stato così torturato da non far più male.

Le mie labbra si schiusero, i miei occhi ormai gonfi sbattevano le palpebre per inerzia, la mia gola era ormai secca e le mie gambe sembravano voler cedere da un momento all'altro.
Mille domande fluttuavano nella mia testa e sapevo non avrebbero mai ricevuto risposta.

Chi sei, Harry?
Chi sei diventato?
Dov'è quel ragazzo che ho sempre venerato e amato?

«Annabel io—» Harry mormorò facendo un passo avanti, per cercare di scusarsi in qualche modo. Lui sapeva. Sapeva il peso di quella parola e l'effetto che aveva su di me... Eppure, l'aveva appena usata per descrivermi. Pensava dunque anche lui quelle cose? Era anche lui una di quelle persone che tanto avevo odiato nella mia vita?

«Lasciami stare» biascicai, scostandomi lentamente e guardando il vuoto. Feci qualche passo indietro, prima di guardarlo di nuovo negli occhi.

«Lasciami stare, Harry» mormorai ancora «non cercarmi più».

Così lo scansai, tra le parole di Harry che mi imploravano di scusarlo, di capire le sue parole... ma come potevo farlo? Aveva fatto l'unica cosa che non avrebbe dovuto fare, così come io avevo fatto l'unica cosa che non avrei dovuto fare.
Ci eravamo fatti del male a vicenda, e ora stavamo pagando.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora