5 || 𝐂𝐎𝐑𝐑𝐈𝐃𝐎𝐈

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𝐂𝐎𝐑𝐑𝐈𝐃𝐎𝐈

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𝐂𝐎𝐑𝐑𝐈𝐃𝐎𝐈

«Non posso credere che ci abbiano sbattuto fuori, davvero!» Sussurrai quando entrammo in camera. Judie rideva a crepapelle, spiegandomi per l'ennesima volta la scena che lei definiva 'epica'. Guardai l'orario: le tre del mattino.

«Sono le tre del mattino, chiudi quel cesso che ti ritrovi come bocca e mettiti a dormire!» Diedi uno schiaffetto a Judie sul braccio, che intanto continuava a ridere. Era ubriaca? Sicuramente. Lo ero anche io? Non tanto, ma la testa continuava a girarmi come se stessi su una giostra. Quello che mi balenava per la testa, però, era Harry ed il suo carattere. Non sapevo nemmeno spiegare il perché, era semplicemente lì, stampato nella mia testa.
Anche quando mi addormentai, l'ultima cosa che ricordai fu il suo viso.

«No davvero, non riuscirò mai a superare quest'esame!» Sophie poggiò la mole di libri sul tavolo della mensa, massaggiandosi la schiena subito dopo con una smorfia di dolore sul volto.

«Quelli sono solo per un esame?» Ebbi quasi paura di chiedere, mentre Judie borbottava che se solo avesse dovuto studiare anche lei così tanto per un solo esame avrebbe rinunciato a tutto. Quando Sophie annuì, quasi mi sentii male. Forse Judie non aveva tutti i torti.

«Il professore è un tale stronzo, vorrei eliminarlo dalla faccia della terra» si lamentò poi, sedendosi al tavolo prima di essersi aggiustata la sua solita mantella, oggi di una fantasia diversa.

«Dove sono gli altri?» Judie domandò prima di addentare la mela. Dopo una serata così, non aveva mai fame.

«Non lo so, Niall stanotte è stato piuttosto male e capirai bene che il badante è stato Louis» Sophie dichiarò, trattenendo una risata.

«Anche loro hanno dei dormitori?» Domandai guardando la mia amica ingozzarsi, era piuttosto... vorace?

«Mh—» si pulì col tovagliolo, poi parlò «in realtà no, vivono tutti in una casa e pagano l'affitto facendo dei lavoretti» ammise Sophie. Corrugai la fronte. Volevo saperne di più.

«Tipo?» Judie diede voce di nuovo ai miei pensieri. Assurdo come ogni volta riuscisse a capirmi al volo.

«Beh Niall e Louis lavorano di tanto in tanto al bar dove siamo andati ieri, ecco perché ci sono così attaccati -nonostante Niall vorrebbe cambiare bar qualche volta-, Zayn ama i fumetti e i disegni quindi si occupa del giornale dell'università e cura la grafica mentre Harry si diletta con il canto, fa qualche serata nel bar dei ragazzi e viene pagato anche bene, devo dire» spiegò con calma Sophie. Quindi Harry cantava? Dio mio, non ce lo vedevo per niente. Quasi mi venne da ridere.

«E Liam?» Judie aggrottò la fronte. Mi girai verso di lei per decifrare la sua espressione, non è che per caso provava qualcosa per Liam? Proprio quel Liam che ieri era avvinghiato a Bianca? Non sarei stata completamente d'accordo.

«Oh Liam sta cercando lavoro, per adesso fa il meccanico di tanto in tanto, ma è solo per pagare l'affitto e non sentire le lamentele di Louis che lo sprona ad essere puntuale con il mensile» Sophie finì per pulirsi di nuovo, prima di bere una Sprite. Non le avrebbero fatto male tutte quelle bibite gassate? Non sarebbe stato un problema mio, comunque.

«Questa lezione è stata una palla, ammettilo!» Appena uscimmo dall'aula, Judie mi puntò un dito contro. Sì, effettivamente Letteratura non piaceva a nessuno.  Così annuii, sconcertata.

«Ma guardale! Tutte sole nel corridoio» un gruppo di ragazzi ci venne incontro, ma quello che parlava era decisamente Niall.

«Niall, il corridoio è pieno non credo che 'sole' sia la parola adatta» feci le virgolette, nel frattempo che tutti i ragazzi si avvicinassero a noi. C'era anche Harry, sempre con un cipiglio sulla faccia che non riuscivo a decifrare. Dio, questa situazione mi stava mandando fuori di testa. Volevo provare a capirlo. Del resto, facevo Psicologia, no?

«Il tuo essere così perfettina mi irrita, Annabel» Niall si aggiustò la visiera.

«Signor Horan, i cappelli non sono ammessi in questa università, dovrebbe saperlo» un uomo sulla cinquantina e ben vestito, passando, riprese Niall. Aveva un taccuino in mano e degli occhiali che gli cadevano sul naso aquilino. Niall alzò le mani in alto.

«Se non vuole una multa, deve toglierlo» gli puntò il dito contro, costringendo Niall a prendere il cappello nelle mani e sfilarlo dal capo. L'uomo annuì con fare sospettoso, prima di dare un'occhiata veloce a tutti e scomparire tra la folla.

«E quello chi diavolo è?» Judie alzò un sopracciglio, era tra lo scioccata e lo schifata.

«È come un bidello, non abbiamo mai capito bene il suo ruolo, ma noi lo chiamiamo 'l'avvoltoio'» Louis parlò con gli altri che annuivano dietro. Effettivamente, il soprannome era azzeccatissimo.

«Fa davvero le multe per come sei vestito?» Esordii, tenendo i libri ben stretti al petto. Zayn sbuffò una risata.

«Non abbiamo sentito mai di qualcuno che abbia preso una multa, probabilmente lo fa solo per ingigantire il suo ego» per la prima volta sentii la voce di Zayn forte e chiara, probabilmente il riposo gli aveva fatto bene... Non come noi che sembravamo degli zombie.

«Tra quanto tempo riprendete?» Domandò Liam a Judie. Non mi piaceva affatto il loro contatto visivo, mi dava quasi sui nervi.

«Per oggi abbiamo finito» dichiarò la mia amica, nascondendo un sorriso che in realtà, io, vedevo fin troppo bene.

«Dio, quelli del primo anno! Sempre privilegiati!» Louis lanciò le braccia al cielo, scatenando in me e Judie una fragorosa risata. Niall gli diede una spinta.

«Sei un frustrato del cazzo!» Esclamò ridendo, mentre Louis cercava di spingerlo a sua volta. Vennero calmati solo da Liam, che gli ricordò del famoso 'avvoltoio'. «È sempre in agguato» gli ricordò semplicemente.

«Dov'è Sophie?» Domandai d'un tratto, non vedendola nemmeno nei corridoi.

«Oh, ha detto che andava a litigare col prof, ci ha dato un montagna di libri da studiare e sono sicura che nè io, nè Niall, nè Liam riusciremo mai a passare quella merda» Louis si lamentò, aggiustandosi i capelli che aveva perennemente scompigliati. Da questo capii che tutti e tre frequentavano lo stesso corso di Sophie, e cioè Lettere.

«Abbiamo lezione, Harry» Zayn diede una piccola gomitata a Harry, svegliandolo dal silenzio.

«Si tu vai, io questa la salto» ammise sospirando. Decidemmo di salutarci, quindi, e ognuno andò per la sua strada.

«Stai scappando perché hai da fare?» Harry raggiunse sia me che Judie, ma chiaramente si riferiva a me. Quando mi voltai verso di lui lo guardai stranita.

«Non sto scappando» dichiarai scettica, mentre diedi un'occhiata fugace a Judie, confusa.

«Quindi non hai da fare» incalzò il ragazzo, seguendo il ritmo dei nostri passi. Sospirai spazientita.

«Cosa c'è, Harry?» Mi fermai di colpo per guardarlo, costringendo Judie a fare qualche passo indietro per stare al mio fianco.

«Devo portare la macchina al lavaggio manuale e mi serve una mano, credimi lo chiederei a qualcun'altro ma hanno tutti lezione» scrollò le spalle. Alzai un sopracciglio, era tutto vero o semplicemente stava utilizzando una di quelle scuse stupide?

«Possibile che tu non abbia nessun'altra anima pia che ti aiuti con il lavaggio?» Domandai dubbiosa, ricevendo un cenno negativo con la testa da parte di Harry. Sbuffai per l'ennesima volta.

«Mi devi un favore» gli puntai il dito, prima di scusarmi con Judie e iniziare a camminare verso l'uscita con il misterioso ragazzo. Potei vedere un sorriso soddisfatto sul suo volto, ma decisi di ignorarlo.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora