Quasi perdo tutta la voce nel grido di felicità che getto quando il nome di Harry viene dichiarato come vincitore del concorso. Alzo le braccia al cielo, abbracciando tutti i miei amici che piangono insieme a me.
Harry ha vinto, firmerà con una grande casa discografica e inizierà a vivere la vita che ha sempre sognato. Lui corre via dal palco subito dopo le varie congratulazioni da parte dei giudici, per andare ad abbracciare quella che sono certa sia la madre. Li guardo con tranquillità, il fatto che si siano riappacificati mi fa essere sicura che Harry abbia comunque una persona su cui contare. So che lo sto lasciando in buone mani e mi va bene così.
Sospiro improvvisamente, ricordandomi del mio progetto.
«Devo andare via prima che venga qui» annuncio fermamente a Judie e Louis. Il ragazzo moro mi guarda in disappunto, incrociando le braccia al petto. Faccio finta di niente, prendendo la borsa e mettendola in spalla.
«Perché vuoi fare questo, Annabel? Sai bene che è l'ultima volta che lo vedrai...» e si sente la tristezza nella voce di Louis. Sappiamo tutti che non rivedremo mai più Harry, nonostante lui abbia assicurato Louis di chiamarlo ogni giorno. Queste cose funzionano così, nessuno mantiene davvero le promesse quando si parla di distanza. Mi guardo i piedi, pensando effettivamente alla decisione da prendere. Una parte di me non è pronta a lasciarsi indietro Harry per sempre, tutto quello che abbiamo passato, ma l'altra è pronta a correre via perché consapevole di non riuscire a trattenere tutte quell'emozioni che so che proverò nel momento in cui lo avrò davanti a me.
«Parlagli l'ultima volta, Annabel» Judie parla mettendo una mano sulla mia spalla «se esci ora da questo teatro, un giorno te ne pentirai amaramente». So che Judie parla sempre in visione del mio bene, so anche quanto abbia odiato Harry per ciò che mi ha fatto... se sta dicendo una cosa simile è per il mio bene, ed io mi fido di lei. Sospiro, annuendo di poco.
«Va bene, ma lo aspetterò lì fuori» aggiungo dopo poco «qui mi manca l'aria» parlo con un groppo alla gola, prima di sorpassare tutti. Cammino a passo svelto nel corridoio che divide la platea nel mezzo, tengo la mia borsa ferma sulla spalla e guardo la luce che si apre davanti ai miei occhi.
Mi guardo intorno, vedo gli altri concorrenti con le loro famiglie: alcuni sono visibilmente arrabbiati ed infatti i famigliari cercano di calmarli, altri invece sono semplicemente delusi e cercano conforto. Mi dispiace per loro, ma so bene che non meritavano il premio così come lo meritava Harry. Sospiro, alzo lo sguardo per guardare il cielo di Londra, che è famoso per essere sempre grigio. Non mi preoccupo quando infatti mi accorgo dei nuvoloni grigi, so che peggio di così non potrebbe andare. D'altronde, facendo mente locale, per ogni volta in cui mi è capitato qualcosa di brutto il tempo è stato grigio e ormai non mi scandalizzo più nel confermare sempre di più questa mia tesi. Credo che ormai non siano più coincidenze, ma proprio oggi non mi aspetto niente che possa essere peggio di questo strazio.
Sento dei passi dietro di me che mi portano a sobbalzare, so per certo che si tratta di Harry e solo l'idea di dovermelo trovare a pochi metri di distanza mi fa iniziare a battere il cuore più velocemente del previsto.
«Bel» la sua voce roca che chiama il mio nome quasi non fa cedere le mie gambe. Non sono più abituata a sentire la sua voce, al mio nome che esce dalle sue labbra così soffici che mi mancano più di qualsiasi altra cosa. Mi volto lentamente, ritrovando il ragazzo a guardarmi con uno strano cipiglio sugli occhi. Mi aggiusto lentamente per essere proprio di fronte a lui. Gli sorrido debolmente e lui fa lo stesso. Riesco a vedere le sue fossette fare capolino e non riesco a dimenticare il mio tocco su di esse quando lo prendevo in giro, quelle notti nel letto dopo aver fatto l'amore. Stiamo in silenzio per qualche secondo, persi l'uno nell'altro, e quasi non ce ne rendiamo conto quanto tutto questo stia diventando imbarazzante.
«E'-- è stata molto bella la canzone, sono felice tu abbia vinto» mormoro «te lo meriti». Sbuffa una risata imbarazzata, prima di guardarsi le scarpe.
«Tu proprio non riesci ad essere cattiva» ridacchia amaramente. Lo guarda torturarsi il labbro inferiore dal nervosismo, così faccio un passo verso di lui, che gli fa alzare il capo.
«Quando una relazione finisce, la colpa non è mai di una sola persona. Io ho sbagliato, a modo mio, e mentirei se dicessi che non sia più delusa e arrabbiata da te per quello che mi hai fatto. Ti penso sempre, Harry, sei sempre nei miei pensieri e non andrai mai via, ma avevi ragione nella lettera. Non è stato tempo per noi, ma quello che c'è stato lo custodirò per sempre... e mi mancherà, non sai quanto» e sono quasi sicura che, ad un certo punto, la mia voce si sia spezzata, tradendomi. Mi sono promessa di non piangere davanti a lui, ma Harry mi conosce troppo bene per non leggere i miei occhi. Sa come sto, vede i miei sentimenti attraverso i miei gesti perché nel tempo ha imparato a leggermi. Mi guarda con aria pietosa, i suoi occhi sono ormai stanchi.
«Io--»Harry mi porge un diario, il suo diario «ho sempre detto che non avrei voluto che qualcuno aprisse il mio diario, ero spaventato da ciò... ma voglio che tu mi conosca per chi sono davvero, so che lo custodirai con gelosia, so che non mi giudicherai per quello che c'è dentro. Più di tutto, voglio che tu abbia il mio diario perché è la cosa più preziosa che ho e tu sei l'unica donna che voglio abbia tutto di me, indipendentemente da quello che è successo» Harry parla con serietà e posso vedere certamente la mano che tiene il diario tremare. Boccheggio non sapendo cosa dire, è un atto così umile e così coraggioso che mi mette in difficoltà. So la preziosità di questo diario per Harry, so quanto lui tenga ad esso e quante cose lui abbia scritto qua dentro.
«Ma qui hai scritto anche le canzoni io—»
«Ho una copia di ognuna, voglio che tenga tu le copie originali» Harry controbatte subito, i suoi occhi non sono mai stati così seri. Il mio cuore non ha più un battito regolare, la gola è improvvisamente secca. Allungo la mano per afferrare con cautela il diario di pelle, incontrando la pelle delle dita di Harry. A quel contatto un brivido percorre tutta la mia schiena, facendo girare di poco la mia testa. I ragazzi escono dal teatro, raggiungendoci e salutando Harry prima di sorpassarci. Mi volto verso di loro, Judie urla dicendo che mi avrebbero aspettato all'entrata.
«Grazie per essere venuta» Harry mormora, facendomi girare subito verso di lui. Lo guardo, ammiro per l'ultima volta la bellezza del suo viso: i suoi capelli, a cui facevo le treccine di tanto in tanto, i suoi occhi, in cui amavo rivedermi dentro, il suo naso, che qualche volta premevo perché sapevo quanto desse fastidio a Harry, le sue labbra, che non perdevo mai occasione per baciare. Annuisco di poco, sorridendo debolmente. So che è giunto il tempo dei saluti. Faccio un passo avanti, poi ancora un altro, e lascio che la mia mano raggiunga e tocchi per l'ultima la guancia del ragazzo.
«Sono ancora la tua fan numero uno» sussurro a qualche centimetro da lui. Lo guardo chiudere gli occhi sotto il mio tocco e deglutisco perché so che devo lasciarlo andare. Devo lasciare andare tutto di lui, tutta la nostra storia... e questa è davvero la fine.
Non lascio che passi altro tempo, non voglio abituarlo al mio tocco, non più. Così lo lascio andare, e con lui anche i nostri ricordi. Faccio qualche passo indietro, cercando di memorizzare per bene il suo volto in modo da poterlo ancora incontrare nei miei sogni, poi mi volto verso l'uscita... senza guardarmi più indietro.
Abbasso lo sguardo sul diario che ho tra le mani, la copertina in pelle tutta scarabocchiata ma con frasi e disegni che so che per Harry hanno senso. Ripenso al gesto di Harry. Così devoto da affidarmi tutto lui stesso, tutti i suoi ricordi, da permettermi di entrare al cento per cento nella sua mente. Sorrido, se solo le cose fossero andate diversamente...
Ma ora non è più tempo per noi. Passo una mano sul diario e corrugo la fronte quando mi accorgo che ha una colorazione diversa, improvvisamente. Tutto intorno a me lo ha. Corrugo la fronte confusa, alzando gli occhi al cielo mentre gli altri miei amici sono intenti a parlottare.
Le nuvole si sono aperte, ora uno spiraglio di luce riesce ad uscire da esse. Il cielo sta diventando man mano azzurro, lasciando che la città di Londra riesca a vedere il sole. Così come riuscirò a vederlo io. Così come riuscirà a vederlo Harry.
Trattengo le lacrime perché non c'è più posto per noi, perché so che io ed Harry ci ritroveremo prima o poi. Perché so che non è finita, ma so che andrà bene.In un modo o nell'altro andrà bene.
D'altronde c'è il sole, no?
FINE.
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𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.
Hayran KurguSei ancora l'unica. Sei unica, in tutto ciò che fai, e sempre lo sarai. [...] Amarmi è una partita persa dal principio.