𝐍𝐈𝐀𝐋𝐋 & 𝐋𝐎𝐔𝐈𝐒
Stavo per tagliare il pollo che avevo nel piatto di plastica davanti a me, Sophie aveva già finito da un pezzo il suo panino e Judie non parlava, troppo impegnata ad ingozzarsi. Improvvisamente un urlo mi fece quasi spezzare il misero coltello di plastica che stavo utilizzando.
«Ma che cazzo fate? Da dove siete usciti? Vi aspettavo mezz'ora fa, idioti!» Sophie urlò istericamente, la sua voce acuta quasi mi fece perdere la memoria. Alzai lo sguardo velocemente, scorgendo le figure di due ragazzi, intenti ora a ridere.
«E dai Sophie, ridi un po' ogni tanto!» Esclamò quello più biondo. Indossava un cappello bianco, una canotta abbinata a quest'ultimo e degli occhi azzurri che quasi mi fecero rabbrividire. L'altro, con i capelli castani e scompigliati, rideva in silenzio. Aveva dei tatuaggi sulle braccia e, nonostante non mi conoscesse per niente, mi salutò con un cenno del campo e un grande sorriso, che chiaramente ricambiai.
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«Comunque sì, loro sono Niall» Sophie parlò, indicando prima il biondo «e Louis» li presentò, facendo lo stesso anche con noi.«Che bel nome, Judie» esclamò il biondo quando si sedette di fianco a Sophie, proprio in corrispondenza della mia migliore amica.
«Piantala Niall, sono delle matricole e non permetterò questo comportamento» Sophie lo minacciò mentre lo indicava, facendo comparire un'espressione confusa sul volto del ragazzo. Louis stava in silenzio, mentre frugava nel vassoio di Sophie per scovare qualcosa.
«Dio! Hai mangiato persino la mela? Sei un maiale, Sophie, non mi pensi mai!» Esclamò gettando gli occhi al cielo. Immaginai stesse scherzando, lo capii da quel ghigno divertito che non lasciò la sua bocca.
«Non l'ho presa oggi, razza di deficiente» lo ammonì Sophie, poi ci guardò.
«Non siamo sempre così, a volte ci vogliamo anche bene» sorrise facendo finta di accarezzare il braccio del moro.
Dopo aver detto per l'ennesima volta il nostro corso di laurea, finimmo di mangiare e ci alzammo dal tavolo.
«Finalmente, non ne potevo più di stare seduta» Judie parlò e, a dir la verità, non le credetti nemmeno per un momento. Voleva chiaramente cercare di intrattenere le persone e questo era quello che più mi faceva ridere di lei.
«Quale lezione dovete seguire ora?» Chiese Louis quando si avvicinò a me. I corridoi sembravano ogni volta più affollati.
«Oh no— noi iniziamo domani» dichiarai «il rettore ci ha dato la possibilità di saltare il primo giorno per visitare la struttura».
Louis fece una smorfia di approvazione, guardando poi i due suoi amici.
«Avete sentito? A noi questi privilegi non ci sono mai stati dati» quasi sembrò contrariato, anche quando Niall rise.
«A che anno state?» Domandò d'un tratto Judie, dando voce ai miei pensieri.
«Siamo solo al secondo anno ma questi due parlano come se stessero frequentando l'ultimo anno» Sophie alzò gli occhi al cielo, facendo ridere me e Judie e guadagnandosi qualche occhiataccia dai due.
«Va bene, stasera ci riuniamo al solito bar, ci siete anche voi vero?» Niall parlò, probabilmente per sviare l'argomento.
«Dovremmo cambiare bar, ormai mi sto scocciando» Sophie sbuffò mentre camminavamo ancora nei corridoi. Non perdevo occasione per guardarmi intorno e accorgermi di tutti i minimi particolari.
«Che significa che ti stai scocciando? Ci lavora Zeckie, non possiamo cambiare» Louis parlò con fare ovvio. Non sapevo chi fosse questo Zeckie e probabilmente non avevo intenzione di sapere niente su di lui.
«Va bene comunque, ci saremo e porterò anche loro due, le presentiamo agli altri del gruppo» dichiarò fermamente Sophie, senza nemmeno chiedere il permesso a noi due. Guardai Judie che mi fece un occhiolino. Avrei mentito se avessi detto che non avrei voluto andarci. Infatti, l'unica cosa a cui pensai per tutto il pomeriggio, anche quando tornammo in camera, fu quella dannata serata al bar e a cosa avrei dovuto indossare.
«Secondo te come sono gli altri?» Domandai d'un tratto a Judie. Ero intenta a fare l'ultima passata di mascara, mentre la mia amica si aggiustava la cintura nera che avvolgeva la sua vita stretta.
«Non ne ho idea ma, se sono come Niall e Louis, saranno una forza» dichiarò sorridente. Mi uscì una piccola risata spontanea. Effettivamente Niall e Louis erano davvero molto divertenti, ragazzi alla mano ma soprattutto che non se la tiravano troppo. Fino a qualche tempo prima pensavo che al college si trovassero tutti ragazzi snob e onestamente non sapevo cosa mi portasse a pensare quello. Mi guardai un'ultima volta, trovandomi ok.
«Non hai esagerato con il mascara?» Judie inclinò la testa da un lato per guardarmi meglio. Sgranai gli occhi, quasi mi presi un infarto. Scoppiò in una risata.
«Stavo scherzando, cretina» mi diede una piccola spinta, prima di prendere la borsa. Feci in tempo a prendere il giubbino che qualcuno bussò alla porta.
«Sono Sophie, andiamo?» La voce stridula della nuova amica entrò nella nostra stanza e sentì di nuovo le mie orecchie far male.
«Ma come fa ad avere questa voce?» Judie sussurrò avvicinandosi a me. Risi fragorosamente, spingendola verso la porta.
«Come farete a spostarvi senza una macchina?» Sophie domandò ancora una volta quando salimmo nella sua macchina. Effettivamente, Judie non aveva la patente e io, pur avendola, non avevo una macchina. O almeno non qui. Non in California.
«Non lo so, faremo in qualche modo» dichiarai frustrata. Per il momento, non avrei voluto avere questi problemi. Avevo tutto ciò che mi serviva ed ero più che sicura che non mi sarei mossa più di tanto dal campus.
Il viaggio non fu per niente lungo, una decina di minuti bastarono per arrivare in un bar abbastanza affollato.
«È frequentato, vedo» Judie costatò mentre era intenta a guardarsi intorno. Ci tenevamo la mano, non sapevo nemmeno perché, era una cosa che facevamo e basta e spesso era anche involontaria.
«È come se fosse il bar degli studenti dell'università, quindi sì, fa molti soldi» dichiarò Sophie facendosi spazio tra la gente e, talvolta, facendo a gomitate.
«Eccoli lì, dai venite» Sophie indicò un tavolo con una dozzina di persone attorno. Al centro del tavolo c'erano delle birre aperte, un'altra completamente rivoltata a terra. C'erano Niall e Louis che ovviamente ridevano tra loro, un altro ragazzo baciava una ragazza bruna, avvinghiata a lui. Non riuscii a vederlo, ma potevo sentire da qui il fastidio che stava provando il ragazzo moro al suo fianco. Uno strano cipiglio sul volto, era come se stesse lontano da tutti. La sua barba attirava la mia attenzione, nonostante fosse tagliata e ben curata. I suoi tatuaggi fuoriuscivano dalla giacca di jeans che stava indossando, facendo scorgere una scritta in giallo che non riuscivo a decifrare. Passai lo sguardo sulle altre ragazze, ma nessuno di loro rivolgeva lo sguardo verso di noi. Quando arrivai all'ultima persona, i nostri sguardi si incrociarono.
Era seduto in silenzio, le mani incrociate sulle gambe, qualche riccio bruno che gli cadeva sulla fronte. Anche lui aveva i tatuaggi, e a quel punto pensai fosse un tratto distintivo dei ragazzi dell'università. I suoi occhi verdi puntarono i miei, cioccolato, mentre Judie mi spingeva per andare avanti e Sophie continuava a ripeterci di seguirla. La sua fronte corrugata si rilassò al contatto dei nostri occhi, prima di sedersi meglio e seguire ogni mio singolo passo.
SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazze, vorrei fare alcuni chiarimenti. Mi sono documentata e sì, ci sono delle differenze tra università e college. Le università permettono più corsi mentre i college hanno un raggio più ristretto. Ma dal momento che siamo in una fanfiction completamente inventata noi facciamo finta di niente, come si dice.. fatti e personaggi sono completamente casuali! Ahahah
Spero che vi possa piacere comunque, un bacio!
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𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.
FanfictionSei ancora l'unica. Sei unica, in tutto ciò che fai, e sempre lo sarai. [...] Amarmi è una partita persa dal principio.