28 || 𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐂'𝐄𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐈𝐎?

314 15 0
                                    

«Scusami, non ti avevo visto» mormorai quando mi ritrovai a guardarlo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Scusami, non ti avevo visto» mormorai quando mi ritrovai a guardarlo. Feci un passo indietro, lentamente, sotto il suo sguardo divertito.

«Tutta sola stasera?» cantilenò prendendomi in giro. Alzai gli occhi al cielo.

«No, sono con gli altri» e mi sembrava strano che non ci fosse ancora arrivato.

«E da cosa saresti vestita?» incalzò con un sopracciglio alzato, dopo aver passato in rassegna su tutto il mio corpo.

«Sandy, Grease» tagliai corto «piuttosto, non ti facevo un tipo da travestimenti» esordii compiaciuta, lanciando un cenno con la testa verso i vestiti del ragazzo. Harry sorrise lentamente, prima di annuire.

«Già, ma Niall mi ha minacciato quindi...» dondolò sui piedi quando le sue mani arrivarono nelle tasche dei pantaloni. Arricciai le labbra, osservando il suo travestimento.

«Il fantasma dell'Opera» annunciò, dando voce ai miei pensieri.

«Stai davvero bene» riuscii a mormorare nell'imbarazzo generale. Harry capì molto bene, perché allargò ancora di più il suo sorriso.

«Grazie, anche tu sei molto be—»

«Annabel, eccomi! Ho fatto il prima possibile, c'era un sacco di gente, santo cielo!» Dylan piombò tra noi col fiatone, mentre tra le mani reggeva due drink. Guardai per un attimo il ragazzo più basso solo per poi riportare l'attenzione su Harry, che cambiò velocemente espressione. La sua fronte era leggermente corrugata, i suoi occhi più scuri, le sue labbra come al solito erano strette tra loro mentre serrava la mascella.

«Vi lascio soli» si limitò ad annunciare con tono severo, prima di scomparire tra la folla. Aprii bocca per dire qualcosa, ma mi resi conto di essere a corto di parole. Avrei voluto restasse, ma Dylan mi guardava con aria spensierata, mentre mi porgeva il bicchiere con il drink che aveva accuratamente scelto per me. Arricciai le labbra in un piccolo sorriso, ringraziandolo e dirigendomi insieme a lui nella mischia.

«E mi ha sbattuto fuori, incredibile!» Bianca esclamò per l'ennesima volta, alzando le braccia al cielo. Eravamo seduti sui divani mentre le altre persone continuavano a girovagare per la casa come se niente fosse, accompagnati da una musica assordante. Sperai davvero nella pietà dei vicini, non avrei voluto passare la notte in cielo con l'accusa di disturbo alla quiete pubblica. Bianca stava raccontando di come il professore di spagnolo l'avesse cacciata dalla classe solo per, testuali parole, 'una passata di lucido sulle labbra'. Come se fosse stato poco.

Risi di gusto solo perché la risata sguaiata di una Sophie chiaramente ubriaca mi portò a farlo, girandomi automaticamente verso Dylan che mi guardò incantato. I suoi occhi erano fissi sulle mie labbra e non ci misi poco a realizzare quanto fosse vicino a me. Chiusi gli occhi per qualche secondo, era già la terza volta che ci provava ed era la terza volta che lo stavo respingendo. Abbassai la testa, allontanandomi di poco e facendo finta di niente, ma potei notare la delusione nell'espressione del ragazzo.

«Ma non lo vedi che non vuole baciarti?» una voce tuonò dall'altro lato del divano, quello posto di fronte a noi, e quasi mi si gelò il sangue nelle vene. Mi voltai velocemente verso Harry che aveva i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani incrociate e il busto completamente in avanti a causa della posizione. I suoi capelli cadevano lunghi sulle spalle, anche se avevano un piccolo rigonfiamento dietro a causa della molla della maschera.

«Ma cosa stai dicendo?» alzai un sopracciglio, sconvolta.

«Ma dai, è da venti minuti che ci sta provando e tu puntualmente ti scansi,  fai finta di bere o di tossire» Harry roteò gli occhi stizzito, e quasi non mi venne da tirargli un pugno in faccia. Morivo dalla vergogna, e non per Dylan, perché quello che diceva Harry era totalmente vero, ma perché dovevo iniziare ad ammettere a me stessa che non sarei riuscita a togliermi dalla testa proprio quel ragazzo riccio che ora si era intromesso tra me e Dylan.

«Harry, smettila» Louis sibilò tra i denti, aggrappandosi ad una coscia del ragazzo al suo fianco.

«Non dovrebbero essere cazzi tuoi» Dylan rizzò la schiena e giurai di non averlo mai sentito così. Non era da Dylan, infatti, essere così rude. Immaginavo però quanto potesse essere fastidioso il comportamento di Harry, che infatti lo sfidò.

«Altrimenti?» alzò un sopracciglio insieme all'angolo della bocca per formare un sorriso furbo. Fu in quel momento che anche gli altri ragazzi iniziarono ad intervenire, chiedendo ai due di smetterla. L'aria iniziava a farsi inevitabilmente più pesante ed il mio cuore iniziava a battere più velocemente.

«Harry, smettila cazzo!» Louis sbottò afferrando il braccio del riccio, tirandolo a sé. Harry ritirò il braccio con forza, nel suo volto c'era solo rabbia.

«Ma da che parte stai, Louis? O vuoi fare come l'ultima volta?» Harry urlò sconvolto, ed era chiaro ormai che stesse agendo senza essere lucido.

«Sei ubriaco, Harry, smettila» Debby intervenne scuotendo la testa. Lo sguardo feroce del ragazzo si spostò da Louis alla ragazza in pochi secondi, sgranando gli occhi e lasciandosi andare in una risata amara. Sospirò, rilassando poi tutti i muscoli e abbassando la testa. Si prese qualche momento per sé dove tutti sperammo la situazione si fosse calmata, ma poi lo sguardo tagliente di Harry venne puntato di nuovo negli occhi della ragazza.

«Non bevo, Debby» parlò tranquillamente «te ne saresti accorta se non avessi impegnato il tuo tempo a scoparti il mio migliore amico» il suo tono di voce si indurì d'un tratto, lasciando a bocca aperta sia me che Judie. Non ci stavo capendo molto, ma la sua frase era stata abbastanza esplicativa. Osservai Louis portarsi due dita agli occhi e massaggiarli con forza, ormai quasi arreso. Poi notai come Debby incassò il colpo, semplicemente gettandosi con la schiena sul divano e sbuffando. Infine mi accorsi di Harry, ancora visibilmente provato, alzarsi e scomparire tra la folla. Il mio istinto fu quello di alzarmi e raggiungerlo ma nell'istante in cui lo feci, qualcuno mi afferrò il polso.

«Lascialo andare» annunciò Niall sconcertato, guardandomi dal basso. Restai in silenzio per qualche secondo, poi mi voltai a guardare Louis.

«Louis, cosa sta succedendo?» domandai confusa. Avrei voluto entrare più a fondo in questa situazione, ma sapevo che Harry sarebbe stato di poche parole, sapevo che avrebbe sicuramente detto 'fai troppe domande, ragazzina', e con Debby non parlavo mai -e forse sarebbe stata l'ultima volta che avrei voluto fare-. Il ragazzo bruno si fece forza sulle ginocchia per alzarsi, e così quando mi fece cenno di seguirlo io obbedii, non preoccupandomi di Dylan lasciato da solo... e questo un po' mi dispiacque.

«Quindi?» fu la prima cosa che dissi quando varcammo la soglia della stanza di Louis, rigorosamente rossa e bianca. Non ebbi tempo di osservare altro, il mio sguardo era troppo impegnato a cercare di comunicare con Louis.

«Non sarò io a spiegarti la situazione,» mise le mani avanti «ma sono qui solo per dirti che Harry ha sofferto in passato a causa di alcuni miei errori, e l'amore che provava per Debby e la delusione che si ritrovò ad affrontare lo hanno portato ad essere la persona che è oggi. Non riuscirò mai a perdonarmi per aver fatto una cosa simile, ma—» Louis continuava a parlare ma, sebbene io fossi attenta al suo discorso, continuavo a non capire io cosa c'entrassi in tutto quello. Così, la domanda mi sorse spontanea.

«Cosa c'entro io?» domandai, portando le braccia al petto e trattenendo il peso solo su una gamba. Louis pressò le labbra, guardandomi attentamente. Si avvicinò di qualche passo ed io ebbi davvero paura che le parole di Harry stessero iniziando ad avere un senso. Quasi mi sentii in colpa quando capii che l'unica cosa che Louis voleva fare era poggiare una mano sulla mia spalla, prima di sorridermi e alzare le spalle.

Non rispose, si limitò ad uscire dalla stanza, lasciando che quella domanda, insieme a mille altre, mi tormentassero la mente.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora