55 || 𝐒𝐄𝐈 𝐂𝐎𝐍 𝐋𝐄𝐈?

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29 APRILE

«Sei pronta?» Judie urlò per l'ennesima volta fuori dalla porta del bagno mentre passavo il lucidalabbra sulle labbra.

Mi guardai allo specchio un'ultima volta, la pettinatura era apposto ed il trucco sembrava perfetto. Effettivamente, non mi ero mai impegnata prima d'ora per riuscire a fare un trucco così importante. I boccoli scendevano lunghi e leggeri sulle mie spalle, mentre due trecce raccoglievano all'indietro i capelli che non avrei voluto avere davanti agli occhi. Il ballo di fine anno sarebbe stato da lì a pochi minuti, il vestito che avevo scelto pochi giorni prima insieme a Judie e Sophie era azzurrino, con il corpetto ricamato e con trasparenze e la gonna piena di tulle.

«Harry è qui fuori che ti aspetta, io vado! Ci vediamo lì!» Judie urlò di nuovo e sentii la risata di Harry in sottofondo. Il mio cuore iniziò a battere più velocemente, ultimamente con lui le cose erano ritornate alla normalità... o quasi. Passava ancora del tempo con Debby e questa cosa mi portava ad avere costantemente dei dubbi che cercavo di reprimere quanto più possibile. Iniziavo ad analizzare ogni loro minimo sguardo, ogni piccolo comportamento che Harry aveva nei confronti di Debby e poi mi ritrovavo la sera, nel letto, a metterli a paragone con quelli che invece rivolgeva a me. Iniziavo a dormire male, ogni volta l'ansia di dover competere con una persona così importante per Harry mi portava a tenere gli occhi aperti fino al mattino, portandomi ad essere stanca durante il giorno.

Stavo cercando di cambiare, però. Una mattina mi ero messa da sola davanti lo specchio, non avevo nulla che non andava e nulla da invidiare a Debby. Stavo migliorando, facevo meno attenzione a loro due, cercavo di vivere la vita nel migliore dei modi ma soprattutto davo più fiducia ad Harry, che fino ad all'ora si era rivelato sempre leale.

Aprii la porta lentamente, rivelando il vestito ad Harry che subito ne rimase incantato. Il pacchettino tremò nelle sue mani mentre i suoi occhi passavano in rassegna su tutto il mio corpo.

«Sei... davvero bellissima, non so cos'altro dire» ridacchiò imbarazzato, cosa che portò anche me a sorridere. Le mie guance si fecero subito rosse, nonostante cercai di mascherarlo.

«Anche tu stai molto bene» annunciai alzando le spalle. Harry inclinò la testa di poco, prima di fare una piccola smorfia divertita, poi mi porse la sua mano, quella con la croce tatuata, ed io l'afferrai velocemente. Il ragazzo aprì il pacchetto con prontezza ed io sapevo già le sue prossime mosse: infatti, Harry infilò al mio braccio destro il bracciale con le rose bianche che aveva fatto fare per l'occasione.

Lo osservai farmi il baciamano e sorridermi subito dopo, facendo diventare le mie gambe più molli. I suoi capelli lunghi ricadevano davanti la sua faccia, nonostante lui si ostinasse a porli dietro l'orecchio. Così afferrai il suo viso tra le mani e lo baciai con delicatezza, calmando finalmente il mio desiderio di sentirlo ancora più vicino.

«Puoi mettere le chiavi della macchina e il mio cellulare nella tua borsa?» domandò porgendomeli ed io risi di gusto. Era ormai abitudine di Harry usare la mia borsa come suo personale porta oggetti, così accettai e gettai tutto nella pochette.


Due ore dopo tutti si scatenavano in pista, ognuno con un partner. Addirittura Louis ne aveva una, Jade. Alla fine lei aveva accettato di uscire con lui più di una volta e ora, a quanto pare, erano qualcosa. Louis non mi aveva detto ancora le cose per filo e per segno ma in qualche modo lo avrei sicuramente scoperto.

«Sono sfinito» Harry rise di gusto guardandomi. Effettivamente la sua fronte era bagnata dal troppo sudore, ci eravamo scatenati come poche volte nella vita e ora ne stavamo pagando le conseguenze. I miei piedi bruciavano a causa dei tacchi, ma stringevo e riguardavo con felicità la foto che il fotografo aveva scattato a me ed Harry. Eravamo abbracciati, Harry mi stringeva da dietro ed entrambi avevamo un grande sorriso stampato sul volto.

«Vado in bagno, ne ho urgente bisogno» Harry parlò prendendo un respiro profondo dopo la sfacchinata. Annuii sorridente, prima di dargli un bacio al volo e sedermi al nostro tavolo.

«Ti aspetto qui» annunciai semplicemente, poggiando la pochette che non avevo aperto dal momento in cui avevamo messo piede nella grande palestra addobbata per il ballo. Cercai con lo sguardo Judie ma non trovai nessuna traccia di lei, così quando Harry si allontanò decisi di frugare nella borsa in cerca del mio telefono in modo da chiamare la mia migliore amica e stare in sua compagnia.

«Ma dove cavolo è?» borbottai tra me e me mentre con le mani cercavo di arrivare al mio cellulare. Niente, sembrava volatilizzato. Solo dopo qualche secondo realizzai di averlo completamente dimenticato in stanza, precisamente sul letto, a causa della fretta. Sulla mia faccia apparì una smorfia di sconforto, come potevo essere così distratta?

Comunque sia, non mi persi d'animo. Fortunatamente con me avevo il cellulare di Harry con il quale avrei potuto contattare la mia amica. Quello lo presi in men che non si dica, così riuscii presto a tirarlo fuori dalla pochette e prenderlo tra le mani.
Quando sbloccai il cellulare, però, una notifica di un messaggio in particolare saltò ai miei occhi. Il mio cuore sprofondò quando lo lessi, era da parte di Debby.

Mi manchi. Sei con lei?

Cercai di gettare giù il magone che si era formato alla gola, ma tutto questo non riuscì ad eliminare la sensazione di disgusto che in quel momento stavo provando. Con le mani tremanti riposi il cellulare in borsa, la mia mente iniziò ad andare a mille all'ora. Guardavo gli altri ridere e sghignazzare quando l'unica cosa che avrei voluto fare io sarebbe stato urlare fino a sentirmi male. Avrei voluto vedere chiaro in questa situazione una volta per tutte, sentii di non potermi fidare più di Harry. Così quando chiusi gli occhi l'unica cosa che la mia mente riuscì a suggerirmi fu l'unica cosa che avrei dovuto fare per mettere fine a questa storia.

Aggrappai la pochette di tutta fretta, estraendo le chiavi dell'auto di Harry. Non avrei più giocato al loro stesso gioco, quella sera sarebbe stata la sera della verità. La sera della giustizia. La mia.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora