«Mi spieghi cos'era quello nella caffetteria?» fu la prima cosa che Judie disse non appena mise piede in camera, spalancando la porta. Sobbalzai spaventata prima di voltarmi verso di lei.«Che significa?» lasciai che la penna cadesse sul quaderno dove stavo ordinando gli appunti delle lezione della mattina. La ragazza sgranò gli occhi, chiudendo la porta dietro le sue spalle.
«Mettiamola così,» Judie parlò prendendo la sedia e spostandola per sedersi al mio fianco davanti la scrivania «Harry parlava e scherzava con tutti fino a quando tu e Dylan non siete comparsi, quando sei andata via non gli si poteva rivolgere la parola se non si voleva essere mandati a quel paese». Inarcai un sopracciglio, mettendomi dritta con la schiena.
«Non sono cose che mi riguardano» tagliai corto con tono acido, riprendendo di nuovo la penna tra le dita e cercando di ritrovare l'attenzione ormai persa anche a causa del discorso di Judie su quel ragazzo così impossibile da comprendere.
«Ascolta,» Judie parlò di nuovo «non dico che sia amore, ma Harry ha sicuramente qualche strana attrazione nei tuoi confronti». Alzai gli occhi al cielo,
scocciata.«Non m'interessa, Judie» la ammonii «se avesse avuto anche solo il minimo interesse non sarebbe andato a letto con un'altra dopo aver passato un'intera giornata insieme a me» annunciai seria e potei dire di non aver torto questa volta. Judie si ritrasse di poco, prima di tirare giù un sospiro e poggiarsi con il gomito sul legno bianco della scrivania.
«Quindi, com'è questo Dylan?» domandò sviando l'argomento. Sapevo che quel giorno, a causa di Judie, non avrei studiato quasi nulla e questo mi portò ad avere un'ansia terribile per le date degli esami che sarebbero state annunciate tra quale giorno. Non dissi molto su di lui, semplicemente dichiarai quanto fosse stato gentile ad offrirmi una mano con il distributore e quanto fosse ingenuo, pensando che i miei amici fossero davvero di poche parole e Judie scoppiò in una risata.
«Scusami, ma mi sembra davvero un cretino» dichiarò tra le risate «non riesco a prenderlo sul serio!» si giustificò quando ricevette una gomitata da parte mia. Scossi la testa divertita, sicuramente Dylan non aveva lo charm di Harry.
«È normale, almeno» ammisi roteando gli occhi. Le risate di Judie svanirono lentamente, ritornando poi totalmente seria.
«E sei sicura che sia questo quello che vuoi?» e, a quella domanda, non potei far a meno di guardarla con espressione seria, prendendo in considerazione sul serio la sua domanda.
Finalmente arrivò il sabato, e anche il sabato dopo, fino ad arrivare ad Halloween. Uscivo con Dylan quasi regolarmente, non potevo dire di trovarmi male con lui, ma mi resi conto presto che le parole di Judie pronunciate in camera qualche tempo prima erano purtroppo vere. Non era Dylan quello che avrei voluto, forse non lo sarebbe stato mai. Mi ritrovavo a cercare lo sguardo di Harry nei suoi occhi e ogni volta ne rimanevo delusa. Speravo di ricevere lo stesso tocco di Harry sulla mia pelle quando Dylan prendeva la mia mano, ma così non era.
«Sei nervosa?» il ragazzo mi domandò mentre ci incamminavamo verso la festa in maschera a casa dei ragazzi. Ebbene sì, Niall e Louis erano riusciti a convincere Liam ad organizzare una festa a casa invece di andare al Bandos, ci era voluta quasi una settimana per mettere d'accordo tutti. Guardai la mia gonna gialla scendere ampia e leggera sul mio corpo. Judie e Sophie mi avevano convinto a comprare il completo di Sandy Ollson, protagonista del musical Grease, così che loro potessero essere Rizzo e Franchie. A Dylan toccò Danny, mentre Liam fu costretto a vestirsi come Kenickie.
«No» e invece lo ero. Non seppi esattamente cosa mi portò a mentire, ma il fatto che anche Harry fosse a quella festa mi faceva diventare nervosa. Negli ultimi tempi, dopo l'incontro alla caffetteria, non si era fatto vedere molto. Mi chiedevo cosa facesse, ma poi puntualmente mi ripetevo che sarebbe stato meglio non sapere. Le persone sembravano troppe anche solo già da fuori, immaginavo già la faccia di Liam, su tutte le furie.
«Oh dio, io non le sentirò le sue lamentele» cantilenò Judie, riferendosi al suo ragazzo. Dylan ridacchiò divertito alle parole di Judie, ultimamente avevano stretto amicizia, nonostante la ragazza continuasse a ripetermi quanto fossi ingiusta nei suoi confronti.
Mi aggiustai un'ultima volta la camicia bianca, prima di varcare la soglia della casa. La musica era chiaramente alta, la gente ballava senza sosta nel salone e fui sorpresa di trovare la casa addobbata a mestiere, con tanto di ragnatele pendenti.
«Giuro che oggi non toccherò un drink» Sophie mise la mano sul cuore, giurando solennemente ma tutti la guardammo scettica. Non era da Sophie rimanere sobria ad una festa, ci sarebbe stato sempre qualcosa che l'avrebbe portata a sentirsi male.
«Facciamo finta di crederti, Sophie» annunciai scettica. Ci guardammo per un'ultima volta intorno, prima di essere assaliti da Niall e Louis, che ci saltarono addosso urlando nel vano tentativo di farci spaventare.
«Ma dov'eravate finiti?!» Louis urlò alzando le braccia al cielo, più entusiasta del solito. Scossi la testa divertita.
«Non ci pensare,» lo ammonii «piuttosto, cos'è questo travestimento?» lo presi in giro quando lo guardai dalla testa ai piedi. Non indossava nulla di particolare se non un mantello, dei canini finti e il trucco bianco sparso per tutta la faccia, con del rossetto sbavato sulle labbra.
«Dovrebbe essere un vampiro,» Niall parlò alzando un sopracciglio «diteglielo anche voi che sembra la versione venuta male di Frankestein!» esclamò disperato, indicandolo. Trattenni una risata solo perché lo sguardo di Louis mi fulminò, chiedendo poi approvazione almeno da parte di Dylan, che lo accontentò.
«Ah Judie, se cerchi Liam credo che per stasera non sarà disponibile» Niall parlò dispiaciuto, prima di poggiarsi sulla spalla dell'amico che con prontezza intervenne.
«Ah si, è troppo impegnato a sgridare chi salta un po' di più o chi lascia bicchieri in giro» Louis cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridere il più possibile, ma quando Niall aprì la bocca in una fragorosa risata, gettando la testa indietro, il più basso non potè far altro che accompagnarlo. Judie scosse la testa borbottando qualcosa, allontanandosi poi per cercare Liam tra la folla. Sorrisi a quella scena dei ragazzi che ridevano ancora, e pensai che fossero davvero uno spasso.
«Vado a prendere da bere, va bene?» Dylan parlò dolcemente al mio orecchio, poggiando una mano sul mio fianco. Annuii di poco, chiedendogli un drink leggero, almeno per l'inizio della serata, e lui andò via.
Mi avvicinai all'entrata del salone, guardando l'ammasso di persone ballare. Cercai solo un viso tra la folla, ma tra tutte quelle maschere e costumi, addizionati al buio generale, sarebbe stato ancora più difficile riuscire ad incontrare i suoi occhi. Lasciai andare un respiro quando mi accorsi che, anche quella sera, lui aveva preferito restare da solo. Mordevo il mio labbro inferiore insistentemente, mentre le mie braccia cadevano lungo il corpo fino a far ricongiungere le mani sulla gonna. Arrivati a questo punto, avrei preferito raggiungere Dylan in cucina e scegliere il drink da sola.
Così mi voltai velocemente per andare a passo svelto dal ragazzo, ma il petto di una persona più alta di me divenne improvvisamente un ostacolo che non avevo preso in considerazione. Mi scontrai con esso violentemente, costringendomi a chiedere scusa molteplici volte mentre morivo dalla vergogna.
«Dovresti stare più attenta, ragazzina» una voce rauca parlò al di sopra di me. Spalancai gli occhi quando la sua voce arrivò alle mie orecchie, provocandomi brividi lungo il corpo. Così, alzai lentamente il capo, facendomi scoprire il travestimento di Harry.
Mi guardava dall'alto, metà della faccia coperta da una maschera bianca, le sue labbra chiuse in una linea sottile, il mantello lungo le spalle e l'espressione quasi divertita.
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𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.
FanfictionSei ancora l'unica. Sei unica, in tutto ciò che fai, e sempre lo sarai. [...] Amarmi è una partita persa dal principio.