Il buio di quella sera cadeva su di noi, mostrandoci in penombra. Le stelle ci osservavano, e lo stesso facevamo noi. La musica proveniente dal basso era ancora forte, ormai avevo perso il conto di quanti minuti ci dividessero dall'ultima parola pronunciata da noi. Sospirai, avrei dovuto rompere il silenzio con una domanda scomoda, ma sentivo che fosse la cosa giusta da fare. Così, aprii bocca mentre stringevo le ginocchia al petto.«Harry,» lo richiamai dolcemente, facendolo voltare indietro verso di me «cos'è successo con Louis?» e le parole vennero fuori autonomamente, senza pensarci troppo. Lo sguardo di Harry si incastrò nel mio in un contatto visivo severo, mi morsi l'interno della guancia sperando in una reazione positiva.
«Perché me lo stai chiedendo, Annabel?» parlò con tono scocciato, dopo aver sospirato.
«Perché so che, in qualche modo a me sconosciuto, nella sfuriata di stasera c'entro anche io» ammisi convinta. Harry alzò un sopracciglio sorpreso, poi si leccò le labbra.
«Ad una condizione» alzò l'indice, prima che lo incitassi a continuare «che tu venga a sederti qui» minacciò divertito, mentre con la mano già indicava il posto di fianco a lui. Osservai per qualche secondo il punto dove la sua mano indicava, poi guardai la sua espressione divertita. Sapeva di poter vincere facendo così. Harry mi aveva appena messo in una condizione che sicuramente avrei rifiutato, dandogliela vinta e facendomi rimanere nel dubbio. Fu per questo che mi feci coraggio, scivolando piano verso di lui sotto i suoi occhi attoniti. Sorrisi furba quando mi ritrovai a far penzolare le mie gambe all'aria, cercando di non badare all'altezza.
Harry sospirò afflitto, completamente colto di sorpresa dal mio comportamento così audace.
«Quando mi trasferii qui ero completamente disorientato, così quando conobbi Louis fui felice di entrare nella sua comitiva. Lui, insieme a Niall, erano le persone che più parlavano, mi mettevano sempre al centro dell'attenzione e man mano la nostra amicizia si rafforzò sempre di più. Un giorno Louis e Niall fecero entrare nel nostro gruppo delle ragazze,» serrò la mascella, mentre spostava lo sguardo da me al panorama «loro erano Debby, Bianca, Daisy e Maya. Tutte erano così solari ma una in particolare attirò la mia attenzione sin da subito, era riservata come me, non osava parlare se non quando era interpellata, ma sapeva divertirsi. Iniziai ad interessarmi a lei, uscivamo insieme, rinunciavo allo studio per sorprenderla e portarla in giro» sbuffò una piccola risata amara «e fu proprio in una di quelle sorprese che io— la trovai a letto con Louis, ero stato sempre e solo un modo per arrivare a Louis e nessuno dei due ebbe mai il coraggio di raccontarmi niente. Ora la odio profondamente per quello che mi ha fatto, preferisco non perdere la testa per una ragazza perché so che andrebbe solo in mio sfavore, facendomi del male».
Ascoltai con attenzione quelle parole, immaginando il male che Harry aveva provato davanti quell'assurda visione. Sapevo bene che quella ragazza fosse Debby, ora si spiegavano le sue occhiate verso Harry.
«Perché sei ancora amico con Louis, allora?» domandai con ingenua curiosità.
«Lasciai correre, non volevo rovinare la nostra amicizia, mi sarei ritrovato di nuovo solo e preferii calpestare la mia stessa dignità pur di non rivivere l'incubo di non potermi aggrappare a nessuno» mi guardò intensamente, mi sentivo terribilmente in colpa per essermi comportata così da stronza con lui. La paura di restare soli: una delle più brutte. La gente preferiva circondarsi di persone false piuttosto che restare soli con sé stessi e farci i conti. Io, con Judie, ero stata fin troppo fortunata.
«Cosa c'entro io, però?» questa cosa ancora non mi era del tutto chiara. Harry abbozzò un sorriso.
«Odio il fatto di doverti vedere con Louis, o con Dylan... o con qualsiasi altro ragazzo» annunciò improvvisamente e fui sicura di aver perso un battito al suono di quelle parole «odio il fatto che più mi ripeto di starti lontano, più la mia voglia di vederti cresce. Odio l'idea delle mani di altre persone su di te. E ancora, odio il fatto che io abbia dovuto portarmi a letto un'altra per togliermi te dalla mente. Ma soprattutto, odio il fatto che io non ci sia riuscito» parlò con tono serio, la sua voce diventò più bassa e profonda quando le sue labbra furono a pochi centimetri dalle mie.
«Fermami, ti prego» strinse gli occhi come se stesse combattendo contro sé stesso ma io, egoisticamente, bramavo quel contatto da ormai troppo tempo.
«Forse non voglio farlo» soffiai sulle sue labbra. Riuscivo a sentire i nostri respiri fondersi, mentre il suo naso già sfiorava il mio. La sua mano arrivò sulla mia guancia, attirandomi verso di sé e facendo combaciare le nostre labbra in un movimento veloce. Un brivido percorse lungo la mia schiena quando riuscii ad assaporare le sue labbra calde che si muovevano lente sulle mie. La sua mano era salda sulla mia mascella, il bacio iniziava invece a diventare sempre più umido, mentre il desiderio di voler continuare all'infinito cresceva pericolosamente dentro di me. Non percepivo più il freddo di fine Ottobre, né riuscivo a sentire il suono della musica al piano di sotto, in quel momento c'eravamo solo noi.
C'ero io, Annabel, che mi trovavo a fare i conti con la consapevolezza di starmi innamorando di una persona completamente difficile da comprendere, con i suoi problemi, le sue croci, ma con tanto da raccontare.
C'era Harry, una persona a cui la vita aveva fatto brutti scherzi e che stava cercando di riuscire a tornare sulla sua strada, in un modo o nell'altro.
C'eravamo noi, qualcosa di indefinito, qualcosa che probabilmente non sarebbe mai stato compreso da nessuno. Due persone totalmente diverse, che ogni volta si scontravano, litigavano ma che alla fine si guardavano negli occhi intensamente, cercando di comunicare qualcosa che non avrebbero capito.
Mi ritrovai a pensare cosa ne sarebbe stato di noi dopo quella sera, riconoscendo la pericolosità di quel gesto spontaneo ma indecifrabile di Harry. Mi chiesi se, dopo quella sera, qualcosa sarebbe cambiato e mi costrinsi a restare con i piedi per terra, senza cercare di cadere in banali fantasie che poi mi avrebbero spezzato il cuore. Quel momento cercai di godermelo il più possibile, mentre Harry mordeva leggermente il mio labbro inferiore per chiedere il completo accesso alla mia bocca, che gli venne dato subito.
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𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.
FanfictionSei ancora l'unica. Sei unica, in tutto ciò che fai, e sempre lo sarai. [...] Amarmi è una partita persa dal principio.