20 || 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑𝐀

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Respirai a pieni polmoni l'aria fredda dei primi d'Ottobre, prendendomi del tempo per ristabilire la mia mente e scacciare via le mie lacrime

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Respirai a pieni polmoni l'aria fredda dei primi d'Ottobre, prendendomi del tempo per ristabilire la mia mente e scacciare via le mie lacrime. Non avrei dovuto lasciare che i pensieri mi atterrassero, eppure sentivo che nella mia vita mancava qualcosa d'importante. L'abbandono di mio padre, probabilmente, aveva fatto sì che diventassi matura troppo in fretta, facendomi dimenticare come si vive davvero la vita di un adolescente. Eppure, da quando i miei occhi aveva incontrato per la prima volta quelli di Harry, qualcosa era cambiato.

Era come se, improvvisamente, io avessi iniziato a provare qualcosa di forte ma che faticavo ad ammettere. D'altronde, il comportamento di Harry non mi aiutava psicologicamente ad andare avanti e lasciarmelo alle spalle come una persona non interessata a me. Avevo già provato l'amore, sì, con Derek. Era il figlio dei miei vicini, passavamo pomeriggi interi a studiare insieme a Judie e poi qualcosa successe. Ben presto capii che no, quello non era amore -da parte di entrambi- e che sì, la forte amicizia può confondersi molto bene con l'amore. Arrivai a pensare che in un certo senso fossero quasi la stessa cosa, che alla fine all'amore si aggiungessero solo atti fisici... Tutto questo prima di incontrare Harry.

Mi ritrovavo a pensare ai suoi lineamenti mentre mi perdevo a guardare il paesaggio, i suoi occhi li cercavo negli altri, la sua voce provocava in me brividi ed il suo tocco mi riusciva a stringere lo stomaco. Per mesi mi ero ripetuta che Derek fosse quello giusto, mi rimproveravo di non avergli dato la giusta possibilità per vederlo con altri occhi, ma nulla che sentivo con Derek era uguale a quello che stavo provando con Harry.

Scalciai un piccola pietra che era isolata sul terreno, mentre del fumo usciva dalla mia bocca a causa del freddo. Sicuramente avrei preso un raffreddore.

Sussultai dalla sorpresa quando qualcosa di pesante venne poggiato sulle mie spalle e non mi meravigliai quando guardai il cappotto nero con la coda dell' occhio. Mi sorpresi quando, invece, la figura di Harry si palesò al mio fianco con cautela, borbottando un 'ti prenderai l'influenza se continui ad uscire fuori senza coprirti'.

Boccheggiai per dire qualcosa, ma mi accorsi di non avere molte parole e preferii tacere. Lasciai che Harry, come suo solito, mi scrutasse il viso probabilmente solcato da linee nere che, seppur avessi provato a farle andare via, immaginavo stessero ancora lì.

«Judie e Louis ti stanno cercando ovunque» mormorò poi con tranquillità. Arricciai le labbra in un piccolo sorriso, stavo già immaginando il panico negli occhi di Judie.

«Adesso rientro» biasciai a corto di voce. Mi convinsi fossero già gli effetti del freddo. Harry annuì quasi impercettibilmente mentre infilava le mani nelle tasche.

«Perché continui a fissarmi?» corrugai la fronte, stanca del suo sguardo puntato su di me che mi procurava un'ansia inspiegabile.

«Perché sei così triste?» domandò d'un tratto, senza troppi problemi. Quasi mi venne spontaneo sorridere, era buffo il fatto che fosse proprio lui a chiederlo.

«E tu perché eri così triste?» alzai il sopracciglio con espressione furba quando mi voltai verso di lui per parlare, facendogli comparire un sorriso divertito sulle labbra.

«Touché» mormorò sorridendo, e così lo accompagnai. Dopo qualche secondo si schiarii la voce imbarazzato, poi si rizzò dritto.

«Ora fila dentro, ragazzina» fece un accenno con il capo verso l'uscita d'emergenza, cercando di rimanere serio. Mi lasciai scappare una risata, sicuramente non avrebbe mai potuto fare l'attore. Scossi la testa divertita quando feci per rientrare seguita da lui, che sapevo avesse un ampio sorriso aperto sul volto. Sapevo che non avrei dovuto dare molte spiegazioni a Judie, ero certa avesse già capito tutto.

«Quindi, andiamo da qualche parte?» Niall propose sfregando le mani.

«Non ti è bastato il concerto di Harry?» Judie alzò un sopracciglio, scettica. Spostai lo sguardo sui presenti, non vedevo molte persone in disaccordo e mi chiesi dove prendessero tutta quella forza.

«Ho voglia di ballare!» il ragazzo biondo si difese, alzando le braccia al cielo ed improvvisando alcuni passi. Louis lo guardò con faccia disgustata, mentre Judie e Liam si tirarono fuori dai giochi. Prima però, Judie mi chiese se fossi sicura di andare anche senza di lei ed io inventai la scusa di non voler lasciare Sophie da sola. La realtà era ben diversa.

«Allora hai sbagliato università» constatò Louis divertito, scaturendo una risata da parte di tutti e prendendosi una gomitata da Niall. Si lamentò ancora per qualche secondo, esponendo le sue motivazioni per andare a ballare -uno di questi era il fatto che fossimo troppo giovani per rifiutare di fare festa, e lo trovai bizzarro-. Alla fine, comunque, furono tutti d'accordo... un po' per non avere Niall nelle orecchie, un po' perché effettivamente tutti avevano voglia di scatenarsi.

«Guardate, io ho sentito parlare della festa a casa di Laurence, potremmo andare lì. Entrata gratis, divertimento e tanta baldoria» Louis annunciò la sua idea, raccogliendo consensi qui e lì. Harry se ne stava con le mani nel cappotto nero, non sembrava molto emozionato di andare a fare festa. Pensai che, anche se per motivi diversi, entrambi quella sera fossimo giù di morale. Strinsi le labbra in una linea stretta, quella sera avevo intenzione di cercare di dimenticare tutto e lasciarmi andare al divertimento per staccare dalla realtà.

La musica era abbastanza alta da sentire il mio petto muoversi a ritmo di musica, avevo già bevuto un Bloody Mary ed un Sex on the Beach gentilmente offerti da Sophie che, già mezza ubriaca, mi aveva fatto preparare dei drink a suo piacimento.

La testa girava più velocemente del solito, ero sicura di essere ad un passo dall'ubriacatura forte, quella che ti portava a vomitare anche l'anima. Avevo perso di vista Louis e gli altri già da tempo mentre ballavo incontrollata vicino le scale che portavano al piano superiore. Non sapevo perché mi trovassi lì in realtà, non capivo come ci fossi finita. Canticchiavo la musica mentre muovevo i fianchi, con Sophie che si manteneva la testa seduta sulle scale. Finalmente mi sentivo libera, la mia testa era completamente vuota, nonostante davanti ai miei occhi volevo comparisse solo una persona. Fu quasi un attimo ed ebbi paura quando proprio la voce roca che volevo sentire fece eco dietro di me, facendomi sobbalzare.

«Hai lasciato il tuo fidanzatino da solo?»

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora