Ambiguità

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Mi sento confusa, lentamente apro gli occhi, cercando di fare mente locale su cosa c'è che non va. Non riesco a vedere che ore sono perché ho gli occhi coperti, ma sento gli uccellini bisticciare per le poche ciliegie rimaste sul mio albero, quindi deve essere mattina inoltrata.
Non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho dormito tanto profondamente da essere così confusa la mattina.
Sento un profondo respiro regolare che mi accarezza il collo e lentamente comincio a ricordare cosa è successo ieri sera...
Sono sdraiata sul fianco destro in posizione fetale e Jared, alle mie spalle, mi abbraccia stretto e facendo passare un braccio sotto il mio collo e uno sopra il mio fianco tenendomi le mani strette davanti agli occhi. La mia schiena aderisce perfettamente al suo petto, che ad intervalli regolari si gonfia e sgonfia, cullandomi. Le sue gambe completamente intrecciate alle mie, mi stringono impedendomi ogni più piccolo movimento.
Non so come abbiamo fatto ad incastrarci in quella strana posizione, so solo che anche se sento che entrambi siamo sudati per via del caldo che entra dalla finestra aperta, non sento alcun fastidio o esigenza di spostarmi. In quella posizione potrei starci delle ore.
Erano anni che non sentivo quella sensazione nella pelle.
"Buongiorno angelo" mi sento sussurrare all'orecchio dolcemente.
"Buongiorno" rispondo con gli occhi ancora chiusi.
"Dormito bene?" nessuno dei due sembra avere voglia di spostarsi.
"Si...sei sveglio da molto?"
"Più o meno una mezz'ora" risponde avvicinandosi sempre più al mio corpo.
"Perché non mi hai svegliato? Mi sarei spostata.." dico cercando di allontanarmi da lui inutilmente.
"Mi stavo facendo cullare dai tuoi respiri...quando un attimo fa hanno smesso di essere regolari e ho capito che avevi abbandonato il mondo di Morfeo" lentamente comincia a lasciare andare un po' la presa permettendomi di girarmi verso la sua voce.
"Te lo hanno mai detto che al mattino hai una faccia buffa?" mi dice col sorriso sulle labbra appoggiandosi su un gomito per guardarmi.
"Esattamente quello che una donna si vuole sentire dire dopo aver passato una notte con un uomo nel letto!" dico sarcastica.
"Mi piacciono i tuoi boccoli sparsi sul cuscino, e adoro i tuoi occhi perché sono piccoli piccoli appena sveglia. Hai la pelle abbronzata con le guance rosse per il caldo. Sembri una bambola".
"Si una di quelle da film dell'orrore" replico divertita. Hai fame?" gli chiedo guardandolo sempre più divertita dai rumori che il suo stomaco comincia ad emettere.
"Forse...scavalco e torno da me per colazione. Mi vesto e torno".
"Facciamo che scendiamo per colazione, poi vai a casa, ti vesti e torni. Non è carino se te ne vai e mi lasci qui..."
"Va bene naso a patata, ma poi mi sistemi i capelli, che ieri sera la gente mi guardava come se fossi un matto!"
"Beh tanto lontano dalla verità non ci sono andati!" dico ridendo mentre provo ad alzarmi.
"Che succede?!" chiede spaventato quando vede che crollo sul letto senza forze per un attimo.
"Nulla, sarà il caldo. Adesso mangio qualcosa e tutto va a posto. Solo un giramento di testa" Ma che ore sono? Non sono passate così tante ore dall'ultima puntura.
"Vado un attimo al bagno e poi scendo. Comincia ad andare in cucina. Le cose sono sempre al solito posto!" e lentamente sotto il suo sguardo attento mi dirigo verso la mia stanza da bagno. Chiudendomi la porta alle spalle, mi guardo allo specchio. Comincia ad annebbiarsi un po' la vista e la testa a girare. Sento il mio corpo cominciare a raffreddarsi. Guardo la busta rossa sul mio mobiletto come che fosse la mia unica fonte di salvezza. La apro e comincio a preparare il kit.
"Da quanto è in bagno?" sento dire a mia madre mentre scendo le scale.
"Non lo so zia, è entrata poco prima che venissi in cucina, però sembrava strana, ha avuto un capogiro, meglio che vado a controllare" dice alzandosi.
"No, ci vado io!" sento la voce di mia madre in preda all'ansia.
"Non ci va nessuno, sono qui, viva e vegeta e affamatissima! Mamma che hai cucinato per colazione?" dico col sorriso stampato sulle labbra sentendomi decisamente meglio.
"Pancakes!" risponde Jared con la bocca piena. "Però zia, questo sciroppo è non sa di nulla!" Continua a dire riempiendosi la bocca.
"Jared, la mamma non ti ha insegnato a non parlare con la bocca piena?" dico inorridita dalla scena, sembra che sia a digiuno da mesi.
"Hai preso lo sciroppo di Cristin, ecco tieni, prendi questo" replica mia madre passandogli lo sciroppo d'acero giusto.
"Ma come fai a mangiare quella roba insapore?" mi chiede sbalordito mentre mi preparo il piatto.
"Se bella vuoi apparire, molto devi soffrire. Ergo, scordati gli zuccheri se sei a dieta!" rispondo sorridendo, mentre mia madre ci mette in tavola il succo d'arancia e il caffè.
"Ma quale dieta, ancora un po' e diventi trasparente!" risponde serio.
"Senti chi parla!" dico ridendo.
"Non ti ho sentito entrare dalla porta questa mattina Jared, a che ora sei venuto?" chiede mamma nervosa.
"Sono passato dalla finestra zia, questa notte ho portato tua figlia sulla via della perdizione.." risponde con voce suadente mentre mia madre sbianca.
"Mamma, possibile che non capisci ancora quando scherza?!" dico fulminando con lo sguardo Jared.
"Si, certo.. meglio che vada a stendere la biancheria.." e confusa per la breve discussione esce dalla cucina.
"Ahia! Che cosa ti ho fatto!" urla Jared dopo esseri preso un pizzicotto sul braccio.
"Ma sei scemo? Ti sei guardato allo specchio questa mattina? Sei a piedi scalzi e senza maglietta!! E non so se te ne sei accorto, ma non abbiamo più 10 anni! Dormire assieme potrebbe risultare...ambiguo!"
"Ce l'hai su con questa ambiguità! E poi da quando sei così maliziosa? E comunque abbiamo sempre fatto così! Non ci sono mai stati grossi problemi a riguardo" risponde mettendosi in bocca tre strati di pancakes.
"Ti ricordo che negli ultimi anni, per evitare domande imbarazzanti, quando dormivamo uno dall'altro, verso l'alba si faceva ritorno nella propria camera da letto!" dico a bassa voce.
"Credi davvero che questo nostro –escamotage- li abbia davvero ingannati?" replica con sorriso malizioso.
"Occhio non vede, cuore non duole!"
"Se lo dici tu!" risponde poco convinto.
"Dici che è arrabbiato?" chiedo giocando come una bambina con il cibo nel piatto.
"Come al solito voi due non avete mezze misure, o vi amate o vi odiate! Lo sai però che non riesce a starti lontano quando sa di averti attorno. Tranquilla, il tempo che si mette sotto i piedi il suo stupido orgoglio e caratteraccio e arriva!" risponde piuttosto sicuro di se.
Mentre continuo a giocare con il cibo nel piatto Jared mi osserva crucciato, chissà a cosa sta pensando.
"Pensavo, oggi pomeriggio potremmo.." salto sullo sgabello per lo spavento quando sento improvvisamente bussare alla porta.
"Mamma, vado io!" urlo guardando Jared divertito.
"Che c'è?" gli chiedo dirigendomi verso l'atrio.
"Ci ha messo meno del previsto... la cosa è grave!" dice mettendosi nel piatto altri tre pancakes.
"Meno del previsto a fare cosa chi?" ma di che parla?
Mentre apro la porta d'ingresso, ho quasi paura di non trovare quello, o meglio chi, spero.
E invece eccolo lì, adidas nere e rosse, pantaloni neri stracciati sulle ginocchia e canottiera a righe bianche e nere con le maniche troppo scavate. Alza lo sguardo e mi fissa in silenzio. Sembra star cercando le parole giuste, ottenendo scarsi risultati.
"Hai già fatto colazione? La mamma ha preparato i pancakes" dico dopo interminabili silenziosi secondi.
Sul suo volto si apre un piccolo sorriso.
Sempre in silenzio si ferma per un istante davanti a me, mi guarda negli occhi e mi dà un piccolo bacio sulla guancia, poi accelerando il passo entra in cucina alla ricerca della sua colazione preferita.
Chiudendo la porta sorrido al ricordo di quante volte nella mia vita ho vissuto questa scena da ragazza. E' come se incapace di parlare, avesse trovato un modo tutto suo per farmi capire quello che non riesce a dire. Un modo che solo io riesco a capire ed interpretare.
"Cristine, Jared si è mangiato tutti i pancakes!" urla Shannon dalla cucina.
"Non è colpa mia se lui è arrivato tardi!" risponde Jared scocciato.
"Sei una fogna!" gli sento urlare.
"E tu sei.."
"Bambini basta! La mamma adesso viene e ve ne prepara degli altri!" e seguita a ruota da Nim, mi dirigo a passo leggero verso la mia infanzia.
"Che cosa facciamo oggi?" farfuglia Jared.
"Non parlare con la bocca piena!" mi sembra di essere mia madre quando faccio così.
"Si mamma." Risponde prima di aprire la bocca e farmi vedere tutto il suo contenuto.
"Sei disgustoso! Mio dio, chiudi la bocca!" dico mentre Shannon lo imita incrociando anche gli occhi.
"Schifo!" e mi alzo dirigendomi verso il frigorifero a prendere ancora del latte.
"Comunque prima cosa vi devo sistemare i capelli, e poi non so, io vorrei andare al nuovo centro commerciale fuori città, non ci sono ancora stata, non mi andava di prendere la macchina da sola fin la" ma dove ha messo il latte mia madre?
"Prendiamo noi la macchina. Però sistemaci questo disastro in testa prima. Che cerchi?" chiede Jared.
"Il latte, non lo trovo, pensavo che ce ne fosse ancora un litro nel ripiano sotto" rispondo abbassandomi ancora un pò.
"Continua a cercare..." chiede Shannon con voce distratta. Mi giro per vedere se magari mi è sfuggito il cartone sul tavolo.
"Jared e Shannon Leto, smettete immediatamente di fissarmi il sedere con quella faccia da maniaci!" dico rossa in viso alzandomi immediatamente.
"Tu provochi bimba!" mi dice Shannon puntandomi contro una forchetta.
"Io non provoco un bel niente, voi due mi sa che siete in astinenza da troppo tempo se vi agitate guardando una ragazza in pigiama la mattina!" sono sempre più rossa.
"Quale ragazza? Io vedo solo te, e poi sottovaluti maglietta strappata e calzoncini molto... calzoncini.." dice Jared divertito.
"Di latte non ce n'è più" mi dice Shannon divertito quanto il fratello dalla situazione.
"Che cosa ne sai?"
"E' scritto sulla lista attaccata al frigo tra le cose da prendere"
"E cosa aspettavi a dirmelo?" chiedo accigliata.
"La tua posizione era interessante!" risponde ridendo.
"Fantastico, vi lascio giovani innocenti, vi recupero anni dopo come vecchi maniaci. Comunque, tappa starbucks allora prima di andare al centro commerciale" dico togliendo i piatti da sotto il naso ad entrambi.
"Ehi, io non ho finito ridammi il piatto!"
"Shannon, se andate avanti a mangiare così, il palco non vi sorreggerà quando tornerete in tournée!"
"E chi ci torna?" replica Jared, con un tono che non sembra esattamente ironico. Mi giro di scatto e lo fisso. Entrambi i fratelli in silenzio mi guardano, nei loro occhi leggo smarrimento delusione e credo tradimento allo stato puro. Non so esattamente cosa sia successo con Matt ma credo che la cosa li abbia toccati molto più di quello che vogliano ammettere. Non so davvero cosa fare o dire.
"Shan, vai a chiedere a mia madre dov'è la macchinetta per tagliare i capelli per favore?"
"Yep" e dopo aver fatto tremare la penisola con la sua solita delicatezza si alza e esce dalla stanza.
Jared mi fissa ancora.
"Ne verrete fuori" dico fissando Jared negli occhi.
"Hai sempre odiato le frasi di circostanza, almeno tu, non fare come tutti quelli che ci circondano" risponde alzandosi e dirigendosi verso la finestra che si affaccia sul giardino. Avvicinandomi, attraverso il vetro vedo mia madre ridere, chissà cosa gli sta raccontando quel matto di Shannon.
"Hai mai avuto l'impressione di essere a tanto così dal raggiungimento dei tuoi sogni per poi vederli svanire in un battito d'ali?" mi chiede con lo sguardo perso nel nulla.
"Si"
"E che cosa hai fatto?"
"Mi sono rialzata, rimboccata le maniche e ho deciso di riprendere in mano la mia vita. Sono io la fautrice del mio destino. Non l'universo che mi circonda".
Mi appoggio alla sua schiena perfetta e sfiorandolo dolcemente con le mani lo abbraccio e lo tengo stretto a me per qualche secondo. Lo sento sussultare un istante sotto il mio tocco, esattamente un attimo prima di vedere la sua pelle vinta dai brividi. Le sue mani lentamente si stringono sulle mie mentre chiudendo gli occhi muove la testa all'indietro per poggiarla sulla mia.
"Spero tu abbia ragione angelo" sussurra, prima di rimanere fermi così per interminabili secondi.
Sento il passo pesante di Shannon avvicinarsi, e lentamente riprendo le distanze.
"Che sono quelle facce scure?" chiede Shannon con il sorriso stampato sul viso.
"Davamo l'estrema unzione ai vostri capelli. Che raccontavi a mamma?"
"Nulla di che" risponde con sorriso malizioso.
"Quando fai così mi metti ansia, lo sai?" gli dico prendendogli la macchinetta dalle mani e dirigendomi verso il bagno seguita da entrambi.
"Io avrei deciso ad una cosa radicale, del tipo...non so, rapato completamente a zero!" mi dice con sguardo allucinato.
"Shannon, a zero? Non sei ancora così stempiato da dover fare un taglio tattico!"
"Ahahaha! Ti credi divertente? Senti ho caldo, e spero a breve arriverà la batteria, e mi voglio scatenare; meno cose ho addosso, meglio sto quando suono!"
"Beh suona nudo se ti fa stare meglio!" e ridendo attacco la presa.
"Già fatto, e i vicini hanno particolarmente gradito!" dice con un bel sorriso stampato in fronte.
"Talmente tanto che alla sera la signora Wyne è stata ricoverata!" dice Jared ridendo.
"E chi è la signora Wyne?"
"La nostra vicina di 84 anni. Abbiamo il giardino confinante e Shan suonava in giardino quel giorno..."
"Non voglio sapere il resto, sopravvivrò" lo guardo un attimo riflesso nello specchio.
"Sei un animale!" e accendo la macchinetta comincio a rasare la testa del fratello più grande.

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