Caffeina

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In camera ripenso a come mi faccia ancora più ridere Shannon senza capelli. Quasi quasi lo preferivo con la testa bionda. Jared invece sembra essere tornato un quattordicenne con i capelli così corti.
Mentre cerco qualcosa da vestire nell'armadio, mi ricordo improvvisamente della scena della sera prima e mi avvicino alla finestra per coprirla con il separé che avevo comprato da ragazza proprio per evitare questo problema.
Mentre mi infilo gli shorts di Jeans e la canottiera, sento arrivare un messaggio sul telefonino:
"Sto osservo la tua ombra muoversi nell'oscurità". Ok, ammetto che il messaggio è alquanto inquietante, soprattutto perché non conosco il numero del mittente.
Quando improvvisamente sento bussare alla porta non posso fare a meno di saltare per lo spavento.
"Chi è?"
"Il lupo mangia frutta! Chi vuoi che sia! Sei pronta? Shannon sta portando i cani fuori per i bisogni prima che alle nostre mamme venga voglia di metter loro i pannolini per risolvere il problema!"
"Cretino! Ci sono!" prendo la prima camicia che trovo in fondo all'armadio e la borsa nera che ho preparato un attimo prima e apro la porta.
"Per dimostrare che mi ami alla follia non c'è bisogno che ti vesti come me!" mi dice ridendo.
Io indosso un paio di calzoncini di Jeans, con una canottiera bianca ed una camicia a maniche corte a quadri rossi e neri. Jared è praticamente vestito uguale, con l'unica differenza che i suoi Jeans sono lunghi e stracciati e la camicia la porta legata in vita ed è di flanella!
"Jared siamo in piena estate, la camicia di flanella ti sembra davvero necessaria?
"È uguale alla tua!" mi dice mostrandomela.
"La mia è di cotone e a maniche corte!"
"E cosa cambia?" mi sta istigando, lo so.
"Nulla, mi arrendo prima di entrare in uno dei tuoi discorsi dai quali poi non c'è via di uscita!" e lo oltrepasso per scendere le scale.
"Hai intenzione di venire così?"
"Si perché? Prenderanno te per un matto con quella camicia, non me!" chiedo indicandogliela.
"Beh, a meno che il pavimento al centro commerciale sia in gomma piuma, ti consiglierei delle scarpe" risponde indicando i miei piedi nudi.
"Oh, porca! Le scarpe!" e mi fiondo in camera a cercare le mie All Star nere.
"Guarda sulla scrivania per favore, ci deve essere un mollettone nero, mettimelo in borsa con il cellulare che ho lasciato la accanto. A momenti lascio a casa tutto!" e salto in piedi pronta, spero, per uscire.
"Da quando mio fratello ti manda questi messaggi?" chiede serio.
"Cosa?"
"Il messaggio"
"Ah, sì! È il numero di Shannon? E' un idiota, sembrava il messaggio di un maniaco! Mi ha fatto prendere un infarto!"
"Esagerata! Non sarai ancora in preda alle paure per il film di ieri sera!"
"Povero illuso se credi che questa notte riuscirò a dormire!"
"Vorrà dire che mi toccherà fare un altro trasloco allora" risponde guardandomi negli occhi all'improvviso e dirigendosi verso di me.
E di nuovo...incontrollabile, salivazione zero, tachicardia e tremori.
"Perché fai così Jared?" gli chiedo seria.
"Così come?" chiede in un sussurro mettendomi le mani sui fianchi.
"Così!" e lentamente metto le mie mani sulle sue.
"Noi due dobbiamo parl..."
"Datevi una mossa! Altrimenti ci vado da solo a Starbucks, sono in astinenza da caffeina!" sento urlare dal piano di sotto.
"Arriviamo!" tolgo le mani da quelle dalle sue e prendo la borsa uscendo dalla camera.
"Cristine..."
"Un'altra volta Jared, Shannon ci aspetta" e lentamente mi segue giù dalle scale, dove già si sente accompagnato dal rombo del motore, Capricorn a tutto volume.
"Jared smetti di farmi il solletico!" urlo tra una risata e l'altra.
"Sempre che ti lamenti per niente, ti sto allacciando la cintura!" mi dice ridendo.
"Sono grande sai, oddio Jared smettila!" continuo a dimenarmi sul sedile come se fossi un'anguilla.
"Bambini! Buoni! Tutti seduti! Su, forza fate i bravi! L'autista comincerà a tirare testate contro il volante se non manda giù dell'altra caffeina!" dice Shannon seduto dal sedile del guidatore guardandomi con un occhio aperto e uno chiuso.
"Piccolo, la tua dipendenza da caffé è decisamente peggiorata negli anni, lo sai?"
"Parla colei che cinque secondi fa ha rischiato una crisi di astinenza da latte!" .
Sorrido mentre la macchina parte. Per un istante vorrei che il mondo si fermasse in questo preciso momento, Jared e Shannon che ridono ricordando i guai che hanno fatto passare ai nostri vicini da bambini, guai nei quali io, con il mio volto d'angelo, finivo per fare da complice, la loro musica di sottofondo, il sole caldo che mi accarezza la pelle, io che mi sento davvero bene.
E' davvero incredibile se ripenso a cosa eravamo in grado di fare insieme. Ne facevamo una mentre pensavamo altre cento (e non era da sottovalutare il fatto che realizzassimo anche l'altro centinaio!). Mamma e zia hanno sempre sostenuto che le nostre tre teste assieme sarebbero state in grado di conquistare il mondo se solo avessimo voluto. Devo ammettere che il nostro problema non è mai stata la testa, ma il cuore.
"Teeeeeeeeeeeeerrrrrrrrrrrrraaaaaaaaaaa!!!" urla Shannon appena vede uno Starbucks per strada.
"Non urlare che mi rovini la canzone!" dico sbuffando.
"Buddha for Mary?" mi guarda Jared dubbioso.
"Si, perché?"
"Non è il tuo genere!" dice Shannon parcheggiandosi.
"E tu cosa ne sai del mio genere? Sono passati anni, le cose cambiano" dico mentre Jared mi apre la portiera.
"Sarai cambiata in tante cose, non lo posso negare. Ma se ti guardo negli occhi, vedo ancora la bambina dal viso cristallino in grado di combinare i peggiori dispetti, e passare per innocente, vedo ancora il cucciolo spaventato dai temporali che corre a nascondersi nel mio letto tutta tremante, vedo ancora il mio angelo."
Rossa in viso lo guardo solo per un istante negli occhi terrorizzata che possa leggermi dentro qualcosa che non so ancora definire bene nemmeno io, o che forse non voglio definire.
"Io vedo ancora la bambina che nuda correva per il nostro giardino per tuffarsi in piscina! Anche se devo ammettere che per quello che ho sbirciato ieri, qualche cambiamento significativo l'ho notato!" mi dice Jared con sorriso malizioso dandomi una pacca sul sedere.
"Sei un maniaco!" urlo entrando nel locale attirando l'attenzione di tutti su di noi.
"Per chi non lo avesse capito il maniaco sono io!" urla a voce ancora più alta sorridendo, mentre Shannon a testa bassa si trascina al bancone come un tossico alla disperata ricerca della sua dose.
"Credo che qui dentro è meglio che non ci si faccia vedere per un po'" dico a bassa voce mentre una madre preoccupata prende il proprio figlio per il braccio e lo allontana dalla nostra fila.
"Credo anch'io!" mi risponde abbracciandomi da dietro poggiando la testa sulla mia faccia e simulando una smorfia triste allungando il labbro inferiore.
"Fatto! Andiamo prima che ci arrestino" grugnisce Shannon che tenendo in mano anche i nostri bicchieri non è ancora riuscito a bere dal suo.
"Non è possibile che ogni volta che siamo assieme ci dobbiamo far riconoscere!" dico chiudendomi la porta di Starbucks alle mie spalle.
"Insomma, ero appena tornata ad una vita normale, potevo uscire di casa tranquillamente senza essere additata come LA RAGAZZA DI QUEI DUE!" dico ricordando ancora quante volte per strada, la gente, bisbigliando, si allontanava aprendosi come le acque di Noè. E non era sempre perché avevamo, per l'ennesima volta, combinato qualcosa, ma semplicemente perché la città non era una metropoli, e noi eravamo davvero...inseparabili. Era certo che se c'era uno di noi in giro, nei paraggi c'erano gli altri due.
"Tanto lo so che ti sei annoiata senza di noi" dice Jared sedendosi in macchina.
"Forse.." dico sorridendo.
"E' il caso che la gente si renda conto che il terrore è tornato in città e direi che lo show che abbiamo appena fatto, può averci aiutato...Però dovremmo pensare a qualcosa di più grande..." replica Shannon accendendo la macchina.
"Correre nudi per il centro?"
"Già fatto, non ti ricordi? Avevamo perso una scommessa con Cristine!"
"Vero, vediamo...andare sullo skate per il vicinato con solo un cartello a coprire le parti basse? Ci scriviamo qualcosa di carino!" propone Shannon prima di finirsi il caffè tutto soddisfatto.
"Fatto anche quello, altra scommessa persa con me!" dico tutta soddisfatta sdraiata sul sedile posteriore.
"Ho rimosso! Cosa ci avevo fatto scrivere sul cartello però?" chiede Jared.
"Meglio che non ricordare fratello... un'esperienza davvero traumatica!"
"Allora simuliamo un malessere con crisi di panico del fratello/fidanzata!" propone Jared.
"Fatto anche quello, ennesima scommessa persa. A me era toccata la parte del malato e a te quella del fratello in preda al panico! Dio che figura anche quel giorno!" dice Shannon parcheggiandosi poco distante dall'entrata del centro commerciale.
"Beh, adesso che ci penso, avreste potuto essere degli attori, e non dei cantanti! Riuscivate bene in quelle parti!" dico sorridendo.
"Sai invece io che cosa penso? Che davano sempre la colpa a noi, ma tu eri la vera mente malefica tra di noi! Con quel visino dolce, fregavi tutti. Noi compresi!" mi dice Jared guardandomi dallo specchietto del suo parasole.
"E sapeste che cosa ho combinato con questo visino dolce in questi anni..." dico maliziosa.
"A me invece piacerebbe sempre sapere, perché ogni volta che perdevamo qualche scommessa finivamo nudi a combinare qualcosa?" chiede Shannon tirandomi giù a forza dalla macchina.
"Io mi preoccuperei più del fatto che perdevate sempre le scommesse, anche le più stupide!" dico abbassando il tono di voce.
Mentre Jared si allontana un attimo, mi ritrovo appoggiata alla portiera chiusa, con Shannon di fronte che con un braccio sopra la mia testa poggiato all'auto mi guarda soddisfatto.
"E questo che cosa vorrebbe dire" mi chiede abbassando anche lui la voce, cominciando a mettermi una mano sul fianco.
"Che forse vi andava di perdere le scommesse, e farvi un giretto nudi da qualche parte, oppure..." la sua mano è passata sotto la maglietta adesso e lentamente accarezzando il mio fianco, sale su per la schiena.
"Oppure..." sussurra.
"Oppure vi piaceva farvi comandare da me.." dico mordicchiando la cannuccia del mio bicchiere.
"Comandare..." mi fissa così intensamente da farmi mancare l'aria, ma questa volta non ho intenzione di sciogliermi come gelato al sole.
"Si, comandare"
"Ti è sempre piaciuto farlo" la sua mano fa su e giù sulla mia pelle procurandomi brividi in tutto il corpo.
"Perché sei sempre stato bravo ad eseguire gli ordini" gli rispondo salendo in punta di piedi e avvicinando il mio viso al suo in modo da poterlo guardare bene negli occhi.
"Il più bravo ad eseguirli" sussurro.
"Per te..."
"Ci diamo una mossa! Non ho trovato nemmeno un carrello! E comunque ho fame!" la voce spazientita di Jared si avvicina sempre più.
Continuando a fissare Shannon negli occhi, torno poggiare i piedi per terra, e con la mano libera, lentamente tolgo il suo braccio da sotto la mia maglietta.
"Questa nostra conversazione non finisce qui Cristine" mi dice bloccandomi mentre mi dirigo verso il centro commerciale.
"Sembra che ci siano molte discussioni lasciate in sospeso con i Leto oggi..." e con un sorrisetto malizioso, corro verso Jared, che tutto sorridente mi prende al volo in spalletta.
Mentre attraversiamo le porte d'ingresso, comincio a chiedermi che cosa sto combinando.
"Starbucks, Starbucks, Starbucks, Starbucks!" continua a ripetere Shannon come un bambino che fa i capricci.
"Di nuovo?" chiedo scendendo dalle spalle di Jared.
"Ti sei illusa se pensi che mi sia svegliato...la caffeina nel sangue non ha ancora raggiunto livelli accettabili!" risponde dirigendosi verso il bancone per ordinare. Jared si guarda in giro con fare circospetto, e non so perché la cosa mi inquieta.
"Non ci pensare nemmeno!" gli dico a denti stretti.
"A fare cosa?" chiede sorridendo.
"A qualsiasi cosa ti stia girando per quella testa matta! Qui ci vorrei tornare, è lo Starbucks più vicino casa che abbiamo, visto che l'altro ce lo siamo giocati per un bel po'! e poi il centro commerciale sembra carino! Vorrei evitare di trovare affisse le nostre foto all'entrata accanto a quelle dei cani, con scritto – tu non puoi entrare - !"
"Ahahahah! Ti ricordi che fuori dal Lollipop lo avevano messo davvero?" dice divertito.
"Mentre tua madre cercava di comprarci le caramelle non stavate fermi un attimo! Continuavate a corrermi dietro per farmi il solletico, finché non avete fatto cadere quel contenitore di caramelle!"
"Avete?"
"Non è colpa mia se tuo fratello si muove come un ippopotamo in un negozio di cristalli!"
"Si, poi tante storie per un contenitore di caramelle!"
"Uno? Solo uno? Ti devo ricordare l'effetto domino che abbiamo creato? Abbiamo devastato il negozio!"
"Io ricordo tutte le caramelle sparse sul pavimento, il commesso che ci guarda a bocca aperta, mamma incavolata e noi tre, uno accanto all'altro, fermi immobili, con te che nel bel mezzo del silenzio dici –Oh ooh..-? una scena che passerà alla storia!" ride.
"Passeranno anche la storia il numero di paghette alle quali ho dovuto rinunciare per ripagare il debito!"
"Vero! Però ne è troppo valsa la pena, solo per quel tuo – Oh, Oooh - !"
"Simpaticone! Ma quanto ci mette tuo fratello?"
"Starà flirtando con la commessa, sembra piuttosto carina!" dice Jared maliziosamente. Ecco che comincia a ribollirmi il sangue nelle vene, una sensazione che mi aveva abbandonata da tempo.
"Ok, mi sono stancata, andiamo. Quando avrà finito di fare il latin lover ci raggiungerà!" e nervosa giro le spalle e comincio ad incamminarmi verso il primo negozio che trovo.
"Ma che razza di pantaloni si mette la gente adesso?"
"Crys, io credo che.." comincia a ridere.
Perplessa continuo a guardare i pantaloni sistemati in ordine di colore e taglia.
"Tu odi andare a cavallo" mi dice Shannon in un orecchio.
"Cosa?!" mi giro di scatto e me lo ritrovo alle spalle con il suo caffè in mano.
"Odi andare a cavallo da quando sei caduta a 12 anni" mi ripete fissandomi negli occhi.
"Si, e allora?"
"Beh, mi chiedevo che cosa ci facessi in un negozio sportivo per gente che va a cavallo." Oh cavolo! Mi guardo attorno ad occhi aperti e mi rendo conto che per l'ira del momento, sono entrata davvero in un negozio a caso.
"Beh, erano due ore che ti aspettavamo, e ho deciso di cominciare a fare un giro!"
"In un negozio di oggetti per cavallerizzi?"
"Beh, si! Ho deciso, che voglio riprovare ad andare a cavallo!" dico in preda al panico.
"Guarda che ti prendo in parola!"
"E comunque mi spieghi perché ci hai messo tanto?"
"Mentre bevevo un caffè me ne sono fatto fare un altro! Sono sensibile alla pubblicità io! C'era questo cartello bellissimo con la foto di questo nuovo miscuglio di caffeina!" dice elettrizzato.
"Tu sei sensibile alle donne!"
"E questo che cosa vorrebbe dire?" risponde serio.
"Che la commessa era decisamente carina e sembrava molto disponibile"
"La gelosia ti fa vedere cose che non esistono!" dice con tono decisamente troppo nervoso.
"Ah sì? E il numero di telefono con il nome segnato sul tuo bicchiere del caffè, è anche quella una mia allucinazione?" dico dirigendomi verso Jared che sta osservando delle fruste da cavallerizzo. Con la coda dell'occhio vedo Shan alzare gli occhi al cielo, bisbigliandosi qualcosa e comprendo il numero con la mano.
"E tu che combini? Perché sei in fissa sulle fruste?"
"Pensavo..." replica sorridendo.
"A che cosa?" chiedo curiosa. Jared comincia a fissarmi e si stampa uno strano sorrisetto sul viso.
"Oddio, no, non lo voglio sapere! Sei disgustoso!" e facendo un passo indietro lo guardo terrorizzata e mi allontano.
Era molto più semplice da ragazzi, quando tutti questi doppi sensi non ci appartenevano.
"Ma che cavolo hai capito! Cristine! Il suono! Il suono di un colpo di frusta! Potrebbe essere interessante per una canzone che ho in mente!" urla rincorrendomi.
"Ti è tornata la vena creativa?" chiede il Moon più grande.
"Forse, ma non sono l'unico credo. Ti ho sentito questa mattina mentre mi cambiavo, in bagno con le bacchette sul lavandino" .
"In bagno sul lavandino?" guardo Shannon accigliata.
"In assenza di batteria! Se non me la consegnano entro domani, giuro che scateno la terza guerra mondiale! Neanche dovessero circumnavigare gli Stati Uniti da Los Angeles! In preda ad una crisi di astinenza sono finito in cantina a cercare la batteria di quando ero bambino. Meglio che non vi racconto la scena pietosa mentre cercavo di sedermi sullo sgabello" risponde fissandomi negli occhi per assicurarsi che lo vedessi buttare via il bicchiere del caffè appena finito di bere. Devo ammettere, che vederglielo fare, mi ha tolto una sorta di peso che quasi nemmeno mi ero resa conto di portare.
"Che si fa? Sembra grande questo posto!"
"C'è una cartina, buttiamo un occhio e poi vediamo" dico dirigendomi verso una mappa gigante del centro commerciale prima di essere tirata per un braccio.
"Io dico, giriamo ed entriamo nei posti che ci va, senza programmare un bel niente!" di Jared stringendomi una mano.
"Ma, io.."
"No, niente programmi! Non sei proprio cambiata, tutto sempre pianificato alla perfezione! Organizzi ancora i tuoi vestiti per colore e lunghezza nell'armadio?" chiede Shannon divertito, prendendomi l'altra mano e aiutando così il fratello a trascinarmi via dalla mappa.
"Sono una tipa ordinata io! Vi ci vorrebbe un po' di ordine anche a voi due sapete! Ho visto come avete ridotto la stanza in mezza giornata che siete tornati!" dico puntando i piedi cercando di resistere.
"Tu sei fissata con i tuoi programmi! Dovresti venire a farci da assistente, lo sai che ti divertiresti, di cose da programmare ce né parecchie e la nostra vecchia assistente non era un gran che!" appena pronunciate queste parole Shannon guarda improvvisamente Jared ad occhi sgranati, come se un'illuminazione divina avesse appena fatto capolino nella sua testolina bacata.
"Non ci pensate nemmeno, fossi davvero matta a seguirvi! In un giorno e mezzo abbiamo già fatto parlare di noi, insieme tutti i giorni, ci arrestano prima di natale!" dico seria.
"Io invece dico che le nostre tre teste insieme hanno sempre dato ottimi risultati!"
"Eravamo ragazzini JARED, e pianificavamo come fare impazzire i vicini di casa o il postino!"
"E la cosa ci riusciva sempre molto bene!" dice Shannon ridendo.
"Ragazzi, siete carini, ma grazie no!" dico col sorriso dirigendomi verso una libreria.
"Cristine" mi giro e vedo Jared che mi fissa negli occhi. Non l'ho mai visto così serio.
"Dico sul serio, potresti fare la differenza. Potresti aiutarci, non c'è nessuno che ci conosce come te. E lo sai che ho ragione!"
"Jared, io non....Sono anni che non ci vediamo, sono cambiate così tante cose, siamo cambiati così tanto!" come glielo spiego che la mia situazione è un po' delicata allo stato attuale? Non so se ho più paura di finire ancora sdraiata su di un letto d'ospedale in coma, o di passare tutto quel tempo con loro.
"Di tempo ne abbiamo per rimetterci in pari, ma sai benissimo che le cose non sono cambiate poi così tanto, guarda in questi due giorni, sembra di essere tornati alla nostra adolescenza!" si intromette Shannon nella discussione.
"Ragazzi, io non posseggo né le competenze né le capacità per fare una cosa simile! Non me lo chiedete per favore!" dico supplichevole.
"E invece sì che le hai, guarda anche in cosa ti sei laureata!" replica Jared.
Ammetto che la scelta della mia specialistica, a livello inconscio sia stata pilotata proprio da loro, ma da qui a decidere di accettare una cosa simile, ne passa di acqua sotto i ponti. Non so che cosa dire e fare. Non riesco a pensare. Abbasso lo sguardo e mi giro dandogli le spalle.
"Non dico che ci devi dare una risposta adesso. Prometti che ci penserai però. Senza di te, questa volta non ce ne andiamo" mi sussurra Shannon prendendomi una mano. Sento il cuore in gola, e come sempre la salivazione venir meno. Resto immobile per un interminabile istante.
"Una libreria, andiamo!" e Jared, che ormai potrei definire il mio salvatore dalle situazioni imbarazzanti, mi prende una mano, tirandomi verso il negozio e costringendomi a lasciare quella del fratello. Nel riflesso della vetrina del negozio, vedo Shannon sorridere, e abbassare lo sguardo scuotendo la testa.
Mi chiedo se Jared, abbia capito quando tirarmi fuori dai guai, o se, il fatto che compaia sempre in quei momenti non significhi altro.
Mentre attraverso le porte del mio paradiso privato, una libreria, all'improvviso comincio a sentire un eco nei miei pensieri.

"Il nome della donna che hai amato di più nella tua vita?"

"Nostra madre idiota!"

"... hai mentito...."

Credo di essere nei guai...

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