Capitolo 3

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Aria's pov

Buongiorno al cazzo. Oggi è una di quelle mattine che vorrei stare a letto e non fare nulla.
Ma non si può ovviamente non sono nata schifosamente ricca.

Abbandono il mio letto per fare una doccia e indosso una tuta comoda rossa. Accendo la tv in un programma a caso mentre cerco un centro riparazioni nelle vicinanze per lo schermo del mio telefono.

Ad un tratto sento il campanello suonare, credo sia la ragazza dell'annuncio.

"Si chi é?" Le rispondo al citofono.

"Ciao sono Lilly sono quella dell'annuncio per l'appartamento." Mi dice dall'altra parte della cornetta

"Certo 4 piano".

Mi do una veloce specchiata e okay, sono presentabile.

"Ciao, comunque io sono Arya" le dico cordialmente appena le apro la porta

"Che nome insolito, mi piace" mi dice Lilly. A primo impatto risaltano i suoi capelli viola, ha un nasino piccolo, gli occhi di un verde misto azzurro intenso e delle piccole labbra. Si è truccata benissimo e ha buon gusto nel vestirsi.
Ha un corpo minuto, ma ha tutte le forme al punto giusto ed è un po' più bassa di me.

Mentre osserva curiosa l'appartamento, mi spara domande a raffica. Devo ammettere che a Lilly piace parlare un sacco o almeno così sembra.

"Quindi cosa ne pensi?" Gli chiedo curiosa

"Beh devo dire che è moderno, l'affitto mi va bene, poi se ti va potremmo dividerci la spesa. Comunque si accetto. La cabina armadio è stra figa anche se piccola."  Mi dice a macchinetta Lilly

"Perfetto, do il tuo numero al proprietario a cui dovremo pagare l'affitto." Le confido

"Vado a prendere la mia roba" mi informa Lilly

"Vuoi una mano?" Le chiedo per essere cortese

"Se non ti dispiace si" mi risponde sincera Lilly

"Ti chiedo già scusa ma quando sono nervosa comincio a straparlare, comunque raccontami qualcosa di te, giusto per conoscerci un po' tranquilla" mi chiede Lilly

"Non ti preoccupare, in realtà non c'è molto da dire, ho 21 anni vengo dall'Atlanta sono nata e cresciuta li. Mi sono trasferita qui perché volevo cambiare aria. Tu invece che mi dici di te?"Le dico in sintesi non mi va di raccontarle per ora tutta la mia storia.

"Beh io ho 22 anni appena compiuti nata e cresciuta qui a Jacksonville, i miei genitori sono morti quando ero piccola, facevo fatica a trovarmi con i miei ex coinquilini, in realtà era da un po' che cercavo un altra abitazione." Mi dice onestamente

Per fortuna arriviamo alla sua macchina anche perché non sapevo che risponderle.

Essendo che non ha molte cose ci mettiamo pochissimo a portare le sue cose nel nostro appartamento. Le consegno le chiavi di casa e avviso Lilly che esco.
Indosso delle vans, il giubbotto perché inizia a fare freddo fuori e un berretto rosso.

"Okay ciao Arya io sistemo le mie cose"

Penso che oggi andrò in macchina almeno così se mi perdo ho il navigatore.

La ragazza del negozio di riparazioni mi avvisa che basta sostituire lo schermo, e che mi costerà anche un po'. La ringrazio pago ed esco. Visto che mi avanza tempo e  sono in centro cerco degli annunci di lavoro dato che ne ho urgentemente bisogno.

C'è ne uno per una commessa meglio di niente, mi salvo il numero e dopo a casa con calma chiamerò.

Entro in un negozio di vernici perché ho bisogno della vernice nera per la mia camera almeno rimango in tema della casa.

Al centro commerciale compro delle lenzuola rosa, un tappeto enorme morbido sempre rosa e delle tende rosa. Ammetto di avere un po' un ossessione per questo colore, mi ricorda la classica brava ragazza amata da tutti che ogni tanto vorrei essere.

Sento il mio stomaco che brontola, credo sia proprio ora di mettere qualcosa tra i denti. Mi avvicino ad un fast food qui vicino e compro un veloce panino da mangiare.

Mentre cammino per cercare un tavolo libero. Qualcuno mi viene addosso, urtandomi leggermente. Ma in questa città tutti ti devono venire addosso, nessuno sa camminare nel suo spazio vitale mi chiedo io.
Questa volta però chiunque sia non la passa liscia. Mi giro e gli dico:

"Hey stai più attento"

Il ragazzo in questione si gira mi guarda e dice:

"Hey scusa ragazza nuova, andavo di fretta non ti ho proprio vista."

Ora che lo vedo bene è Nate il barista di ieri.

"Tranquillo Nate" gli dico un po' scocciata

"Non credo ci siano tavoli liberi se vuoi puoi venire al mio, tanto sono da solo."
Mi dice indicandomi un lato della stanza.

Non vorrei accettare, ma non voglio aspettare che qualcuno si alzi quindi accetto la sua proposta e lo seguo al tavolo.

"Che strano incontrarti qui" mi dice Nate

"Avevo delle commissioni da fare" gli rispondo un po' sgarbata, non mi fido molto degli estranei anche se Nate è stato gentile con me sia ieri che oggi, potrei provare a essere più carina con lui in fondo non ha fatto nulla di male.

Lui nota le borse contente gli acquisti e annuisce.

"Scusami sono un po' diffidente con le persone che non conosco" gli dico sinceramente

"Tranquilla, potrei almeno sapere come ti chiami?" Mi chiede Nate

"Certo, Arya piacere" gli dico in imbarazzo

"Che bel nome, ma come mai ti sei trasferita qui?" Mi guarda curiosamente Nate

"Volevo cambiare aria" gli dico la stessa frase che ho detto a Lilly perché non è del tutto una bugia.

"Scusa Arya sono in mega ritardo, devo scappare spero di rivederti presto, quando vuoi passa pure nel bar in cui lavoro sei sempre la benvenuta." Mi saluta cordialmente Nate

"Certo, passerò a trovarti, ciao Nate ." Gli dico non del tutto sincera. È vero il frappuccino era stra buono ma mi sentirei in imbarazzo ad andare lì da sola.

Carico tutto in macchina dato che mi avanza un po' di tempo decido di esplorare un po' la città. Mi sono inoltrata in un bosco che porta ad una scogliera in cui sotto c'è il mare.

L'erba è abbastanza alta, c'è una panchina mal ridotta vicino ad un albero, sembra quasi che qui non ci viene nessuno da anni. Se ti avvicini di più alla scogliera vedi il mare che si infrange sulle rocce e su milioni di granelli sabbia. Per essere fine di gennaio c'è una leggera brezza rinfrescante sul viso.

Ho sempre amato il mare il quando è così calmo che ti puoi specchiare, di un azzurro limpido. Invece quando è notte e così scuro e tranquillo che nessuno nota le insidie che si possono nascondere dentro. É così misterioso. Per questo lo trovo smodatamente affascinante. Quando si agita invece fa paura quelle onde potenti che si infrangono nelle rocce, le onde così alte che arrivano fino al bagno asciuga, così agitato ma anche così sofferente. A volte se ascolti attentamente i suoni magnifici che emette è come se sembrasse che parli.

Mentre osservo incantata il mare non mi rendo conto del tempo che passa è meglio che torno a casa, saluto questo posto così rilassante quanto bello sperando di ritornaci al più presto e mi incammino verso la macchina.

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora