Aria's pov
Quando arrivò a casa trovo Lilly che guarda la tv in soggiorno mentre io vado a passo spedito in camera mia per appoggiare gli acquisti.
Chiamo il numero dell'annuncio per la commessa ma mi dicono che hanno già trovato una ragazza. Questa non ci voleva.
Entro in cucina per preparare qualcosa da mangiare visto che è ora di cena e chiedo a Lilly se vuole mangiare con me.
"Certo molto volentieri Arya" mi conferma gentilmente.
Credo abbia notato che qualcosa non va al che mi chiede
"Arya ti vedo strana, non che ti conosca ma sento che c'è qualcosa" curiosamente mi chiede.
"E che avevo bisogno di un lavoro, ma non trovo nulla" le confido.
"C'è il capo della hunt & co che sta cercando un'assistente non so se fa al caso tuo" mi informa Lilly
"Potrei provare a chiamare, sai più o meno in cosa consiste?" Speranzosa le chiedo.
"Da quel che dicono in giro, di bella presenza, che risponda al telefono e che gli ricordi gli appuntamenti. Non mi sembra niente di difficile" mi comunica Lilly.
"Grazie mille" le dico anche se un po' dubbiosa, devono prima prendermi non so se lo faranno, ma da come ne parla Lilly non sembra niente di che.
Dopo cena prendo una sigaretta e mi rifugio nel balcone per fumare in tranquillità, quando Lilly mi avverte che esce con i suoi amici. La salutò e le auguro buona serata.
Mi rintano in camera mentre cerco un film interessante da guardare.
Mi sveglio di soprassalto nella notte per il solito sogno strano. Stavo correndo libera quando ad un tratto mi sono sentita mancare come se stessi cadendo nel vuoto. Guardò l'ora sono solo le 5 del mattino, provo a riaddormentarmi, invano. Mi alzo mi vesto pesantemente, prendo le sigarette ed esco a fare due passi.
Senza sapere dove vado mi imbatto nel mio posto speciale, l'ho soprannominato così perché mi fa sentire libera, senza pensieri.
Vedo una figura incappucciata appoggiata alla panchina, eppure credevo che non ci venisse nessuno. Mi avvicino silenziosamente non vorrei disturbare, ma per sbaglio schiaccio un rametto provocando un leggero scricchiolio. A quando pare non così leggero perché il ragazzo lo sente, si alza e se ne va. Più mi avvicino alla panchina noto che ha dimenticando il suo parchetto di sigarette. Lo raccolgo? Lo butto? Lo lascio lì? Cosa si fa in questi casi. Lo raccolgo ho deciso magari lo rincontro e glielo restituisco, ma per ora pensi proprio che me lo terrò.
Mi concedo qualche minuto per pensare al ragazzo strano di prima, che cosa avrà avuto per andarsene così. Non sono malvagia, non capisco, non gli avrei comunque parlato. Ma meglio così non voglio avere contatti con nessuno. Vedo che il sole sta sorgendo così abbandono il mio posto e cerco un bar per fare colazione. Dato che sono nelle vicinanze del bar dove lavora Nate penso che andrò lì.
È così bella la città al mattino presto è tutto così calmo e silenzioso. Non mi piace stare in mezzo a troppe persone, sono tutti pronti a giudicare per come ti vesti, per come ti trucchi, per quello che mangi, per quello che dici, per come ti atteggi. Nessuno può essere libero di esprimersi senza essere giudicato da persone che lo invidiano.
Appena metto piede, sento un odore di cornetti appena sfornati che ti avvolge, così mi fiondo al bancone per ordinarne uno.
"Ciao Nate, come va?" Lo saluto gentilmente
"Hey Arya, come sei mattiniera. Tutto bene. Cosa ti porto bellezza?". Mi sorride cordialmente
"Un cornetto al cioccolato e un succo di frutta alla pesca grazie" gli ordinò impaziente.
Guardandolo bene Nate è proprio un bel ragazzo è attraente, il suono del campanello della porta mi distrae dai miei pensieri.
Mi giro curiosa di vedere chi si aggira a quest'ora del mattino essendo che il bar e deserto.
"Qual buon vento ti porta qui" chiede Nate allo sconosciuto allegramente
"Dai Nate, non fare il cazzone sai che vengo sempre a trovarti" gli risponde scherzando il ragazzo. Indossa dei jeans neri che li fasciano le gambe con degli anfibi neri, una felpa nera e un giubbotto in pelle rigorosamente nero per chiudere il tutto un berretto nero. Ha le mani nelle tasche, la mascella e il mento ben delineati.
Le labbra perfette scolpite, rosee e carnose.
Gli occhi invece fatico a vederli. Nate mi sorprende mentre lo squadro per bene, mi serve la mia colazione e mi lancia un occhiataccia."Vieni ogni volta che hai bisogno di me, ti ricordo" gli dice sinceramente Nate
"Ma non è vero sai che ti reputo un amico" risponde il ragazzo allegramente
Penso sia arrivato il momento di farmi da parte perciò chiedo a Nate quanto gli devo per la colazione.
"Offre la casa" mi rassicura.
"Sei sicuro?" Chiedo perché non mi piace avere debiti.
"Si sì tranquilla" annuisce Nate
Lo saluto e mentre esco sento dire dal ragazzo
"Ci provi con le clienti eh Nate"
Non sento la risposta di quest'ultimo perché ormai sono uscita e mi incammino verso casa.
STAI LEGGENDO
Non è tutto un sogno
Teen FictionIn revisione Arya a 21 anni con alle spalle un passato difficile da dimenticare. Una vita troppo normale, banale. Ma qualcosa nella sua vita sta per cambiare. In meglio? In peggio? Sta a voi deciderlo Ogni riferimento a persone esistenti o a fat...