Non è tutto un sogno

Capitolo 32

Arya's pov

Mi sveglio nel mio letto, ho dei ricordi sfuocati di ieri sera. Ricordo che a un certo punto venivo sollevata di peso e da lì buio totale.
Mi alzo con fatica e mi trascino fino in cucina, ho un buco nello stomaco, credo che mangerei di tutto.

"Buongiorno bell'addormentata" dice Tommy dietro l'isolotto della cucina.

"Non urlare" dico massaggiandomi le tempie, non ho mal di testa, però mi sento confusa.

"Allora come stiamo" dice sussurrando questa volta.

"Sembro viva, tutta intera" mormoro osservandomi dalla testa ai piedi.

"Bene vedo che ti sei alzata in ottima forma" dice con uno strano tono.

"Uhm si?" Non credo di aver capito cosa intende.

"Cosa vuoi fa mangiare?" Mi domanda Tommy.

"Voglio solo un succo di frutta ed un bel cornetto stra pieno di nutella" dico già immaginandolo mentre me lo gusto.

"Intendo per pranzo, sono le due del pomeriggio" dice Tommy tranquillamente.

"Come? Ma davvero?"  Dico sconvolta.

"A che ora siamo rientrati ieri sera?" Domando.

"Anzi raccontami cos'è successo perché non ricordo tutto" dico un po' pensandoci su.

"Ho capito ordino qualcosa da mangiare e nel frattempo ti racconto tutto" dice Tommy.

"Okay vado a lavarmi i denti, tu ordini?" Domando.

"Certo fiorellino" dice dolcemente.

"Mi raccomando niente verdure per il resto tutto quello che vuoi" dico gentilmente mentre salgo le scale.

"Le carote e le patatine fritte le mangi?" Mi urla dal soggiorno.

"Quelle si" gli urlo di rimando.

"Eccomi" dico ricomparendo in soggiorno, leggermente sistemata.

"Perfetto, tra poco arriva. Allora fiorellino cosa ricordi di ieri sera?" Mi domanda Tommy.

Gli racconto tutto quanto.

"L'ultima cosa che ricordo è che venivo sollevata di peso e poi da lì più niente" dico ricordando la serata di ieri sera.

"Ecco da li incomincia il bello" dice Tommy sorridendo.

"Cos'ho combinato?" Domando imbarazzata mettendo le mani nella faccia per coprirmela.

"Ora immagina la scena come fanno nel film, renderà tutto molto più interessante" dice Tommy ridendoci su.

"Dai, racconta" dico con l'ansia alle stelle.

"Tu facevi un sacco di storie, non volevi andare via e stavi raccontando troppo di te e del tuo bel mafioso a dei prefetti sconosciuti. Quindi ho deciso di prendere in mano la situazione è chiedere al tuo bel amico barista di aiutarmi. Lui da perfetto gentiluomo ed amico del tuo boy mi ha aiutato, caricandoti di peso e accompagnandoci fuori alla tua macchina." Fa una leggera pausa e beve un sorso di te freddo.