Capitolo 30

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Arya's pov


"Nulla. Va tutto bene tranquilla, aiutami ad alzarmi ed accompagnami alla mia macchina" dice affannosamente, mettendosi le mani nel fianco e cercando di alzarsi.

Sono letteralmente sotto shock sento che inizia a mancarmi il respiro ed mi si aumentano i battiti cardiaci, non riesco a far muovere il mio corpo. O mio dio Jace morirà davanti ai miei occhi, ed io sono paralizzata.

"Arya cazzo calmati e respira" dice non so per quale strano motivo riesce a capirmi. 

"Guardami" dice cercando un contatto visivo.

"Ecco brava, ora dammi una mano" dice calmo, da dove gli viene? Lui sta per morire e mi aiuta a calmarmi? Non so per quale oscuro motivo ma riacquisto la lucidità. Si appoggia a me e mi faccio guidare verso la sua macchina, lo aiuto a stendersi nei sedili posteriori mentre io prendo il posto del guidatore.

"Dove l'ospedale?" Domando imboccando una strada qualsiasi.

"Non andiamo all'ospedale ma a casa mia" dice con un filo di voce Jace.

"Non ci pensare nemmeno Jace" dico duramente mentre gli lascio uh occhiata attraverso lo specchietto retrovisore.

"Arya fai come ti ho detto, in fretta" dice facendo una smorfia di dolore.

"Come vuoi tu" dico non volendo discutere ulteriormente, ed accelerando più che posso senza ucciderci.

Lo aiuto a scendere una volta arrivati a casa sua e lo appoggio nel divano.

"Vai in bagno e prendi la cassetta del pronto soccorso" dice dolorante, cerco di sbrigarmi non vorrei avere sulla coscienza la sua morte.

"Eccomi" dico arrivando con la cassetta ed il fiatone vicino a lui.

"Devi prendere un ago che c'è lì dentro, una pinzetta, del filo e molte garze" dice dolorante mentre si toglie i vestiti invece io cerco tutto il necessario. Fa sempre effetto vederlo a petto nudo anche se ora abbiamo problemi più grandi.

"Passami la pinzetta e una bottiglia di alcol dietro di te" continua dicendomi cosa fare.

"Tieni" dico passandogli prima la bottiglia di scotch, lui la afferra ne beve un bel po' e il resto lo versa sulla ferita. Prende le pinze e cerca di estrarre dal suo corpo la proiettile. Il suo viso è una maschera di dolore, vorrei aiutarlo ma non saprei come, ho guardato grey's anatomy ma non credo che riuscirei a togliergli il proiettile.
Dai Arya puoi farlo per lui, mi ripeto mentalmente. Gli afferro la mano e gli dico:

"Dammi Jace"

"Sicura?" Domanda.

"Si" dico anche se è l'esatto opposto.

"Jace non so cosa devo fare?" Dico cercando di non farmi prendere dal panico.

"Okay respira e cerca di tirare fuori la pallottola" dice ansimando. Ha il viso sofferente ed è bagnato di sudore.

Prendo la pinzetta e con le mani tremolanti cerco il proiettile nella ferita. Lo afferro praticamente subito e la estraggo, lo vedo contrarsi dal dolore e le mie mani  si colorano in men che non si dica di rosso sangue, non sono un medico ma credo ne stia perdendo troppo.

"Brava" mi dice fievolmente.

"Jace rimani sveglio, dimmi cosa fare ora?" Gli dico solo per cercare di tenerlo sveglio.
Prendo delle garze e cerco di pulirgli il sangue e di disinfettare un po' la ferita. 

"Ora prendi un ago e il filo e chiudi la ferita, come se stai cucendo" dice cercando di ritornare un po' in se.

Faccio del mio meglio e cerco di chiuderlo alla perfezione ed infine fascio la sua ferita.

"Dici che rimarrà la cicatrice?" dico cercando di smorzare la tensione.

"Hai fatto un lavoro impeccabile" dice sfottendomi anche in un momento del genere con il suo solito sorrisetto.

"Come ti senti?" Domando curiosa.

"Malissimo" dice stendendosi cercando di dormire.

"Ti prendo un antidolorifico" dico alzandomi per andare a chiedere alla governante. Prima però passo in bagno a lavarmi le mani. Non mi impressiona il sangue ma nemmeno mi piace così tanto.

"Jace tieni" dico comparendo in soggiorno con un bicchiere e la pastiglia. Lo trovo che dorme come un bambino nel divano, controllo che respiri perché non si sa mai. Okay si respira per fortuna. Penso sia anche arrivato il momento di andarmene, mi avvicino a Jace e gli lascio un dolce bacio sulla guancia.

"Rimani" dice mentre mi allontano da lui per prendere le mie cose, penso parli in dormiveglia non credo sia serio. Decido comunque di andarmene non faccio nulla di che qui.

"Arya rimani" dice di nuovo, merda ed ora. Non voglio rimanere ma non voglio nemmeno lasciarlo solo. Sono così combattuta. Ci penso un attimo, ed infine cedo, okay rimango. Mi siedo in una poltrona e osservo casa sua, ma è sempre così in ordine e pulita, troppo strano niente fuori posto. Mi fermo ad osservare la figura imponente di Jace, ora mentre dorme sembra tutt'altra persona mantiene il suo fascino però.

Decido di sedermi in parte a lui e di accarezzargli i capelli almeno non può mandarmi via se dorme, senza pensarci mi addormento con le mie mani incastrate nei suoi capelli.

Vengo svegliata da un Jace che si agita nel sonno.

"Jace cosa c'è?" Gli domando con la voce impastata. Ovviamente non mi risponde prende il bicchiere che gli avevo lasciato prima e la pastiglia. La prende e si siede, facendo un gemito di dolore.

"Come ti senti?" Domando sperando in una risposta.

"Una merda" dice sinceramente, si ridistende e mi fa posto in parte a lui. Accetto senza pensarci, mi stendo stando attenta a non fargli male e ci riaddormentiamo.

Mi sveglio poco dopo è noto con piacere che siamo ancora nella stessa posizione. Jace dorme ancora ne approfitto per andare in bagno. Alzo il suo braccio che mi stringe cercando di non svegliarlo, ahimè senza riuscirci.

"Dove vai Arya?" Dice con la voce roca.

"In bagno" rispondo mentre mi alzo e mi dirigo verso quest'ultimo. Entro dentro e mi ci chiudo, mi do una rapida occhiata e per fortuna non è tutta un disastro. Sistemo un attimo i capelli, mi do una lavata alla faccia infine do un ultima controllata. Posso andare.

Ritorno in soggiorno e vedo che sta cercando di togliersi le bende.

"Aspetta Jace ti aiuto" dico avvicinandomi a lui. Le nostre mani si toccano e..

"Ahia. Mi hai dato la scossa" dico allontanandomi di poco di scatto da lui.

"No tu l'hai data a me" dice sorridendo, e così bello quando lo fa. È bello sempre. Arya smettila con questi pensieri mi ripeto devi aiutarlo. Non sbavargli dietro.

Inizio a togliergli la benda e a controllargli la ferita, secondo me non è così male. Lo guardo per vedere se pensa lo stesso, ma il suo sguardo e impassibile così non capisco niente.

"Ti fa male?" Domando curiosa, non ho mai preso un proiettile e nemmeno vorrei prenderne uno.

"No" dice tenendo la sua posa da duro, gli cambio le bende mettendone di pulite e vado a lavarmi le mani.

"Jace.." incomincio dicendogli ma vengo interrotta da un entrata..

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora