Capitolo 18

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Arya's pov

Passano esattamente due settimane da quando non lo vedo. Un po' mi manca. Due settimane che continuo a fare incubi ho delle occhiaie enormi, neanche il correttore riesce a fare più di tanto. Due settimane che continuo a incontrare quel Paul ovunque é un bravo ragazzo anche se un po' irritante, mi chiede spesso di JJ lui non lo conosce per Jace. Mi fa piacere che solo io lo so o almeno credo di esserlo.

Oggi è sabato ciò significa niente lavoro.

"Arya ho combinato un casino" dice raggiungendomi in camera con le lacrime agli occhi.

"Lilly che è successo?" Domando compressiva.

"Non so come dirtelo" dice mentre singhiozza.

"Tranquilla, con calma, quando ti sentirai pronta" dico dispiaciuta.

"Sono incinta" dice di getto, mentre io sbianco.

"È di cole. Lui mi ha lasciato e non vuole che io tenga il bambino" dice piangendo.

"È uno stronzo, non ti merita per niente" dico mentre lei mi abbraccia.

"Ora ci facciamo una bella maschera, guardiamo un film e ci ingozziamo di schifezze e dimentichiamo tutto questo" dico cercando una soluzione per non vederla così.

"Ci sto" dice calmandosi un po'.

A metà film si è addormentata sul divano, spengo il film, lego i capelli in una coda, metto una tuta, lascio un bigliettino a Lilly caso mai si svegliasse prendo le chiavi ed esco.

Non credevo che sarei capitata qui di mia spontanea volontà.

"Le chiamo il signorino" dice sparendo dal citofono.

"Arya entra" dice aprendomi, mi era mancato il suono della sua voce.

"No, mi serve solo la via del tuo amico mulatto" devo imparare come si chiama, non me lo ricordo mai.

"Aspetta, prendo le chiavi di casa sua e ti accompagno" dice ricomparendo poco con delle chiavi in mano.

"Spostati guido io" dice convinto.

"È la mia macchina e decido io" ribatto.

"Io conosco casa sua, arriveremo prima" dice Jace

"Uff.. va bene" dico andando verso il lato del passeggero.

"Come stai?" Domanda dopo attimi di silenzio.

"Bene grazie"

"E quelle occhiaie?" Mi chiede Jace.

"Faccio serata" dico mentendo spudoratamente.

"Sei una pessima bugiarda" commenta.

"Tu come stai? Come ti vanno gli affari?" Gli chiedo puntigliosa

"Tutto bene grazie per aver chiesto" risponde, ma deve sempre avere la risposta pronta, quasi quasi lo preferivo quando stava in silenzio.

"Siano arrivati" dice fermandosi vicino a delle villette a schiera.

Suono e attendo.

"Ragazzina qual buon vento ti porta qui" dice aprendomi la porta.

"Come ti sei permesso?" Dico infuriata.

"Cosa hai fatto Cole?" Domanda il moro alle mie spalle.

"Tu non provare a dire una parola. Ti avevo avvisato" dico prendendomela anche con lui.

"Per cosa?" Domanda non capendo.

"Ti avevo avvisato che l'avrebbe fatta soffrire, ma tu no è un bravo ragazzo, ha la testa sulle spalle" dico scimiottando la sua voce.

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora