Capitolo 8

1.2K 32 2
                                    



Aria's pov

Sento il corpo intorpidito, apro gli occhi e vedo un stanza completamente bianca con un bagno all'interno significa che non è la mia. Non è nemmeno il mio appartamento. Cerco di non farmi prendere dall'ansia, alzo le lenzuola per vedere se sono vestita. Per fortuna si, indosso l'intimo significa che qualcuno mi ha spogliato. L'ultima cosa che ricordo di ieri sera e di essere salita in macchina con JJ. Quindi questa è casa sua.

Sento dei brividi solleticarmi la pelle e la bile salirmi, scendo di corsa dal letto per fiondarmi in bagno e rigurgitare la cena di ieri sera misto all'alcool. Tranquilla, ripeto a me stessa devi stare tranquilla. Tiro lo sciacquone e mi do una lavata alla faccia. Mi sistemo i capelli con le mani e cerco i miei vestiti che sono sistemati ordinatamente in una sedia ai piedi del letto. Ora che ci penso oggi è il mio primo giorno come segretaria, prendo il telefono e scopro che è scarico. Non ci voleva.

Apro piano la porta e silenziosamente cerco di uscire da questa casa. Prendo le scale che portano al piano inferiore. Passo lentamente davanti al salone dove non c'è nessuno per fortuna.

"Buongiorno Arya" dice una voce roca e profonda che non scorderò facilmente.

"Buongiorno, scusa sono in mega ritardo devo proprio andare" dico a JJ andando verso la porta d'ingresso.

"Hai ragione sono le dirci passate" dice ed io sbianco. Sarò licenziata.

"Merda" dico incominciando ad uscire.

"Ti accompagno a casa" dice seguendomi all'esterno e andando verso la sua Porsche nera.

Se chiamo ad aspetto il taxi ci metterò una vita. Significa che farò ancora più tardi.
Non mi resta che andare con lui.

"Comunque ho chiamo Aron le ho detto che sta mattina lavoravi per me. Perciò puoi stare tranquilla non ti licenzierà per ora" dice sorprendendomi.

"Grazie non so proprio come sdebitarmi" dico ringraziandolo.

"Tutto ha un prezzo" risponde.

"Devi dirmi dove lasciarti, alle due devi essere in ufficio da Aron." Continua dopo una leggera pausa.

Cosa avrà voluto dire con tutto ha un prezzo. Dopo avergli detto la via il viaggio continua in silenzio finché non arriviamo sotto casa mia.

"Grazie" gli dico e faccio per uscire.

"Mi raccomando puntuale" commenta sarcasticamente.

Scendo dalla macchina incazzata, gli sbatto anche la portiera. Lui parte a razzo e io inserisco le chiavi nel cancello.

Ma come si è permesso è colpa sua se ho fatto tardi poteva svegliarmi, oppure portarmi subito a casa.

Vado a mettere subito il telefono in carica e a farmi una doccia calmante.

Leggo dei messaggi di Lilly e le scrivo che ne parliamo sta sera a casa. Dopo sta mattina mi è passata la fame ma è meglio che metta qualcosa sotto i denti. Non vorrei svenire. Sarebbe il colmo.

Indosso dei jeans a vita alta morbidi con la cintura. Una felpa bordò ed dello stesso colore le scarpe, per finire un capotto nero.

Arrivo in ufficio un po' prima delle due per evitare figuracce.

"Buongiorno, mi scuso per sta mattina, non volevo mancare" dico appena vedo Aron uscire dall'ascensore.

"Non ti devi scusare, lavori anche per lui" dice Aron riferendosi probabilmente a JJ

"Non sono solo la tua segretaria?" chiedo confusa.

"Si, ma JJ possiede un quarto dell'azienda perciò sei anche la sua"  ora sono più confusa di prima.

"Seguimi, non abbiamo tempo da perdere" dice dopo una pausa Aron.

"Lei è Sophia, per qualsiasi domanda rivolgiti a lei. Ti dirà tutto quello che devi fare" mi informa Aron entrando nel suo ufficio.

"Piacere Arya" dico a Sophia presentandomi

"Sophia, è un buon capo. È leggermente severo ma perché pretende molto dai suoi dipendenti, se farai tutto per bene non ci sono problemi." mi tranquillizza anche se non le avevo chiesto nulla.

"Rispondi al telefono e non passare nessuno al signor hunt, segna tutto quello che dicono" mi spiega Sophia

"Perfetto" le dico accomodandomi.

Finalmente sono arrivate le sei, Sophia mi conferma che posso andare a casa. Non credevo chiamasse così tanta gente.
Raggiungo la mia macchina e vado diretta a casa.

"Arya sei tu?" Dice Lilly appena varco la porta d'entrata.

"Si sono io" le confermo.

"Lui è Tommy ed abita accanto al nostro appartamento" dice Lilly presentandomi un ragazzo con i capelli castani spettinati, dietro a degli occhiali da vista due occhi azzurri cielo. Delle labbra rose sottili,  un piccolo accenno di barba e dei lineamenti ben marcati.

"Piacere Arya" dico dandogli la mano

"Piacere mio, Tommy" risponde stringendomela.

"Cosa è successo ieri sera" mi domanda Lilly.

"Ho preso un taxi e sono venuta qui. Scusa se non ti ho avvisato ma mi si è scaricato il telefono." Le dico omettendo la verità sperando che mi creda.

"Eppure a casa non c'eri" mi dice Lilly ripensando a sta mattina.

"Sono uscita presto, sai non volevo fare tardi il primo giorno" le dico guardandomi in giro.

"Hai ragione com'è andata?" Chiede curiosa Lilly.

"Non immagini neanche quante telefonate riceve. E tutto il giorno che ho il telefono attaccato all'orecchio." Le rispondo sorridendole.

"Ma almeno sei con Hunt è un bel pezzo di gnocco. Comunque credo proprio che andrò a fare un bagno" dice Lilly é se ne va saltellando verso il bagno.

"Devi imparare a mentire meglio, si vede" annuncia tommy.

Lo guardo confusa.

"Domani sera ti aspetto, da me così mi raconti tutta la verità. Se ti va" dice dopo un attimo di silenzio.

"Prima che tu dica qualcosa. Sarò una tomba" continua.

"Facciamo così ti aspetto dall'appartamento qui in parte alle 7.00 porta la cena" dice facendomi un occhiolino ed uscendo di casa.

Sfogarmi con qualcuno non mi farebbe male, ma non lo conosco, non so se fidarmi. Magari conosce JJ e posso ricavarne qualche informazione su di lui oppure non sa nemmeno chi è. Due sono le possibilità.

Mi stendo a letto ripensando a quello che ha detto Aron sta mattina. Che significa che lavoro anche per lui. Se devo fare la sua assistente mi licenzio. No, me lo posso permettere la paga è molto buona mi servono i soldi. Devo smetterla di farmi condizionare dai miei stessi pensieri.

Appena finisce Lilly credo che mi farò una bella doccia rilassante nel frattempo mi stendo a letto cercando di rilassarmi.

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora