Capitolo 14

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Arya's pov

"Lasciami stare" dico impaurita cercando di scappare.

"Arya svegliati" sento una voce che mi chiama.

"Arya" continua.

Apro improvvisamente gli occhi sposto le mani di Jace dalle mie spalle e scappo in bagno. Non mi piace mostrare le mie insicurezze, sento i miei occhi farsi lucidi e delle silenziose lacrime bagnarmi le guance. Non capisco perché non è finito tutto quella sera. Non voglio più gli incubi, le paure, le paranoie sarebbe meglio finirla qui.
Sento Jace entrare in bagno, sedersi vicino e allungare una mano verso di me.

"Non toccarmi" dico allontanandomi e continuando a piangere.

"Tranquilla, non ti tocco" dice ritirando la mano ma rimanendo lì fermo.

"Non ti farò del male se è quello che credi" continua.

"Tieni" dice passandomi un fazzoletto. Lo accetto mentre inizio a calmarmi e il pianto diminuisce.

"Il mio colore preferito è il blu" dice continuando a parlare.

"E credo il tuo sia il rosa" credo di non averlo mai sentito parlare così tanto e in così poco tempo. Annuisco.

"Sono figlio unico. Mentre tu hai una sorella" dice non credo solo ipotizzando. Ora mi sto iniziando a calmare, le lacrime hanno smesso di scendere.

"Dai torniamo in camera" dice alzandosi e aspettando che lo faccia anch'io.

Si siede dalla sua parte del letto ed io alla mia. Appoggia la mano verso di me sul letto con il palmo verso il soffitto. Guardo la mano, guardo lui. Non capendo.

"Ti capisco" dice risolvendo i miei dubbi.

"Grazie" dico flebile. Gli stringo la mano e lo guardo intensamente in quegli occhi color ghiaccio.

"Vediamo un film" dice andando a prendere il suo Mac.

"Vieni più vicino così riesci a vederlo meglio" afferma. Mi avvicino un po' rimanendo comunque a debita distanza. Apprezzo che lui rimane fermo nel suo posto. Il film che ha scelto mi annoia molto, sento le palpebre chiudersi sperando in un sonno senza incubi.

...

Mi sveglio sentendo caldo troppo caldo. Apro gli occhi e vedo il suo braccio appoggiato sul mio fianco. La sua mano sfiora la mia pelle. Sento il calore della mia schiena appoggiata al suo busto. Cerco di togliere leggermente il suo braccio senza svegliarlo, ma ottengo l'effetto opposto ovvero mi tiene più stretta a se stesso.
Devo ammettere che mi sento a mio agio non mi da fastidio la sua vicinanza penso mentre cerco di riprendere sonno. 

Mi risveglio nel letto da sola, Jace deve essersene andato da un po' dato che sento la sua parte del letto fredda. Decido di alzarmi in fretta anche perché mezz'ora fa dovevo essere in ufficio. Arrivo in cucina e di Jace nessuna traccia, provo a chiamarlo non risponde, nel portico non c'è. La sua macchina nemmeno. Mi ha lasciato qui. Non c'è altra spiegazione la cosa peggiore e che non ho neanche il suo numero.

Devo pensare al da farsi. Prendo il telefono per chiamare un taxi, quando sento la porta aprirsi.

"Sei sveglia" osserva entrando Jace.

"Ti ho portato un cappuccino" continua subito dopo.

"Devo andare in uffico non ho tempo" dico agitata.

"Oggi lavori per me. Ricordi" dice facendo un sorriso.

"Non voglio partecipare ad un altro evento per ricconi" dico afferrando il cappuccino che mi ha portato.

"Niente eventi tranquilla" dice di buon umore.

"Su sali in macchina che andiamo"

"Vestita così?" domando mentre mi gusto la colazione.

"Ti porto a casa così ti cambi" dice incamminandosi.

"Dove dobbiamo andare?" Chiedo curiosa.

"In ufficio" risponde tranquillamente mentre accende l'auto.

"E dovremmo farci vedere che arriviamo insieme" dico già in paranoia.

"Quindi?" Chiede senza problemi.

"Quindi non mi va di passare per privilegiata" dico seria.

"Non passi per privilegiata" risponde serio.

"Perché ti fai chiamare JJ?" É da un po' che ho in mente di fargli questa domanda.

"Forse un giorno te la spiegherò" risponde tagliando corto.

"Wow.. non hai detto no" dico sorridendogli. Noto che mi guarda spesso le gambe nude, mi mette un po' in soggezione onestamente.
Arriviamo sotto il mio appartamento scendo dalla macchina per andare velocemente a vestirmi.
Metto dei leggings, una felpa lunga verde chiaro, delle Jordan sempre verdi chiare, una veloce passata di mascara e una spruzzata di profumo. Prendo una borsa piccola nera mettendoci dentro tutto l'occorrente. Scendo super veloce e lo vedo ancora lì fermo.

Salgo nella sua macchina e andiamo diretti verso casa sua.

"Io vado con la mia, ci vediamo in uffico" lo avverto andando verso la mia macchina. Mi apre il cancello ed esco diretta in uffico con un ora e mezza in ritardo.

"Ciao Sophia" le dico accomodandomi vicino a lei.

"Hey Arya. Come va é da un po' che non ci vediamo" afferma.

"Me la cavo dai, te?" Rispondo sincera.

"Bene grazie. So che oggi sei con JJ, tieni queste sono le sue pratiche." Dice professionale.

"Grazie" dico mettendomi a lavorare.

Mezz'ora dopo compare vestito tutto di punto di nero come il solito. Mi guarda e capisco che lo devo seguire.

"Ci vediamo a pranzo Sophia" dico salutandola e avviandomi verso il suo uffico.

"Sophia mi ha detto di darti queste" dico dandogli i fogli. Legge tutto silenziosamente e attentamente.

"Compila queste" dice passandomi dei fogli. Speriamo bussare alla porta e vedo entrare Aron Hunt.

"Abbiamo dei problemi" dice serio a Jace.

"Arya vai pure a pranzo e porta Sophia. Ti chiamo io quando ho bisogno di te." Dice seriamente Jace.

Esco in silenzio dall'ufficio provo ad origliare ma non si sente nulla. Avviso Sophia che andiamo a pranzo e che possiamo prendercela con comodo.

"Allora come va tra te e JJ?" Chiede Sophia a pranzo.

"Non c'è nulla tra noi" dico seriamente e leggermente impaurita.

"Si vede che gli sbavi dietro" dice sorridendo.

"Non gli sbavo dietro" dico sorridendogli per stare al gioco.

"Dobbiamo ammettere che è figo però." Dice pensandoci.

"Lo è" dico annuendo. Dopo aver finito il nostro pranzo rimango ad aiutare Sophia per un po'. Quando arriva Aron e ci dice che possiamo andarcene a casa che per oggi abbiamo finito. Un po' confuse ci alziamo ci salutiamo e ognuna va per conto suo.

Dato che è da un po' che non sento Tommy decido di bussare alla sua porta.

"Fiorellino da quanto tempo" dice felice aprendomi la porta.

"Come va?" Chiedo mentre mi lascia spazio per entrare.

"Tutto a meraviglia, te?" Chiede per cortesia.

"Bene" rispondo davvero.

"Con il tuo mafioso?" Chiede curioso.

"Precisiamo che non è mafioso ma bene" dico sinceramente.

"Tu in amore?" Chiedo interessata.

"Devo confessarti una cosa" dice serio.

"É meglio che ti siedi" prosegue.

XXX

Raga domanda. Secondo voi è scritto bene o è scritto un po' infantile?

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora