Capitolo 19

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Jace's pov

È così bella mentre dorme. Spengo il film e la avvicino a me. Non lo ammetterà mai ma la mia vicinanza le piace. Adoro vederla incazzata, i suoi occhi da cerbiatta azzurri diventano ancora più intensi quando si arrabbia. Accarezzo i suoi morbidi capelli neri, lei si muove ora si stacca penso tra me e me. Invece no, si attacca di più vicino a me. Dovrei dirle la verità, non posso continuare a mentirle, ma non voglio perderla. Queste due settimane lontane da lei sono state una tortura per fortuna ero impegnato con il lavoro se no non so come avrei fatto. Ho ancora una grossa questione da sistemare poi gli racconterò tutta la verità, ne ha il diritto.


Arya's pov

Mi sveglio bene, non ricordo l'ultima volta che ho dormito così bene. Apro gli occhi e noto di essere appiccicata a Jace. Ha un profumo così buono, rimarrei ore ad annusarlo, ma non é il caso. Metto per la prima volta una mano tra i suoi capelli, sono così morbidi, inizio ad accarezzarglieli lentamente non voglio svegliarlo. Anzi non vorrei mi beccasse.
Tolgo la mano per alzarmi quando sento la sua voce roca

"Continua" acconsento rimettendo la mano tra i suoi capelli.

"Da quanto sei sveglio?" Gli chiedo curiosa.

"Da più o meno quando mi hai sniffato" dice con un sorriso. Merda mi ha beccato, okay é arrivato il momento di andarsene. Appena cerco di allontanarmi un po' lo sento stringermi più forte.

"Dove pensi di scappare?" Domanda sorridendo.

"Lontano da te" rispondo cercando di mettere più forza.

"Dai rimani qui altri 5 minuti" dice facendo il finito broncio.

"5 minuti, non un minuto di più" acconsento. Subito dopo sento le palpebre pesanti ed è così che mi riaddormento.

Mi sveglio poco dopo e noto con mio grande stupore che siamo nella stessa posizione di prima.

"Prometto che ti racconterò tutta la verità un giorno" sento che mi sussurra mentre crede che io sto ancora dormendo.

"Anche se so che da quel momento in poi non mi parlerai più" continua.

"Una confessione te la faccio ora" oddio non può essere serio.

"Non bisogna mai dire le bugie" fa una leggera pausa.

"C'è qualcuno che entrambi conosciamo bene" fa un altra pausa, eddai veloce penso tra me e me.

"Che sta fingendo di dormire. Vero cara Arya?" Ma dai come ha fatto.

"Spostati" dico allontanarmi da lui e andando in bagno, pure da lontano sento la sua risata che si prende gioco di me. Mi specchio e noto con mio disappunto di avere i capelli tutti in disordine per fortuna non ho il trucco colato anche perché non ne avevo.

Esco dal bagno per andare in cucina dove sento arrivare un buonissimo odore di pancake.

"Sai anche cucinare" commento mentre mi accomodo e lo guardo cucinare.

"So fare tutto" risponde mentre me li serve con la sua solita aria da macho.

"Sono anche buoni, straordinario" mormoro sfottendolo.

"Sei bellissima quando cerchi di fare la stronza" dice lui, sento le guance scaldarsi e colorarsi di fosso e dal sorrisino che ha fatto é proprio quello che voleva. Che stronzo. Finisco la mia colazione in perfetto silenzio, lui fa lo stesso stranamente direi.

"Grazie" dico quando ho finito, infondo infondo è stato carino.

Lo vedo uscire, lo seguo e vedo che si siede in veranda mi siedo accanto a lui, che apre un pacchetto nuovo di sigarette.

"Posso una?" Gli chiedo indicandogliele con gli occhi.

"Fumi?" Domanda non credendoci.

"Faccio un sacco di cose che non sai" dico sfacciata.

"Ti sbagli so tutto di te bambolina" dice con quella lingua affilata passandomi una sigaretta.

"Perché mi chiami bambolina?" Domando curiosa.

"Perché ci assomigli" dice guardandomi da testa a piedi.

"Una bambola rotta" sussurrò a bassa voce, non deve avermi sentito.

"Perché fumi?" Continua a farmi domande.

"Perché mi calma. Tu perché?" Domando curiosa.

"Ormai per abitudine" risponde pensieroso.

"Sei sempre senza maglia, non hai freddo?" Domando osservando i suoi addominali tatuati.

"Non si può nascondere tutto questo ben di Dio" dice facendomi l'occhiolino, la modestia non gli manca.

"Come mai i due ragni?" Domando indicandogli i due ragni tatuati che ha nel pettorale.

"Nei tempi antichi era simbolo di mistero, potere e di crescita. Diciamo che un po' mi rispecchia." Dice seriamente. Avvicino titubante la mano per toccarli, sento che mi guarda intensamente e giurerei di averlo sentito trattenere il fiato mentre passo la mano sui suoi pettorali. Improvvisamente si alza allontanandomi da lui.

"Cosa ti ho fatto?" Domando seguendolo.

"Nulla" risponde.

"Già vero, dimenticavo con te non si può parlare."

"Senti ragazzina non è che con te invece sì" risponde.

"Cioè?" Chiedo confusa.

"Nemmeno con te si può parlare" risponde incazzato.

"Spiegati meglio" chiedo perché non credo che lui intenda sul serio.

"Delle tue crisi di panico, dei tagli che hai, delle cicatrici pensi non abbia notato tutto questo, ma non ti ho chiesto nulla perché so come sei fatta." Risponde un po' tagliente. Devo dire che non ha tutti i torti ma non è questo il punto io di lui non so nulla.

"Io però parlavo della normalità"

"Non so se sei figlio unico, non so se hai passioni, non so cosa ti piace fare, non so se hai hobby. Io non so nulla di te" continuo dicendogli

"Perché mai dovresti sapere qualcosa di me?" Domanda curioso.

"Perché mi interessa conoscerti, forse" ammetto.

"Davvero?" Domanda non credendoci.

"Si genio" rispondo dirigendomi in camera e lasciandolo li con i suoi pensieri.

Apro l'armadio e noto con mio grande piacere che ha comprato dei vestiti nuovi per me, almeno credo. Prendo solo dei leggings mentre tengo la felpa che profuma di lui. Vado in bagno per vestirmi controllo un po' il mio aspetto malconcio, tutti mi dicono che sono una bella ragazza ma io non riesco a vederla. Vedo una ragazza spenta che non crede in niente men che in meno di se stessa.

Mi riprendo ed esco, dal nulla me lo ritrovo davanti, se non alzavo lo sguardo sarei finita addosso ai suoi enormi e duri addominali.
Lui non arretra anzi avanza verso di me, vado indietro fino a sentire il muro dietro di me. Si avvicina ancora e mette un braccio appoggiato al muro in parte alla mia figura, invece appoggia l'altra mano delicatamente sulla mia guancia. Rimango immobile, occhi azzurri contro occhi azzurri è tutto così surreale se ripenso a prima che mi urlava parole poco carine ed ora mi è così vicino. Si avvicina ancora sento i nostri corpi toccarsi e il suo naso sfiorare il mio, trattengo il fiato. Fa combaciare le nostre labbra in un bacio semplice, casto, delicato a stampo. Si stacca subito e se ne va. Seriamente non credo di aver capito bene quell'uomo.

XXX

Sorry per l'attesa. Spero vi piaccia.

Non è tutto un sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora