Mi verso un altro caffè e lo bevo prima che possa diventare tiepido. Ormai è diventata una cosa di routine bere più di due caffè al giorno. Per stare dietro a tutto quello che devo fare mi servono più di qualsiasi altra cosa.
<Quanti ne hai bevuti?> mi chiede Lucy, la mia migliore amica.
<Bah, per oggi sono solo a tre, sotto la mia soglia giornaliera comunque> le rispondo sorridendo. So bene che lei la pensa in modo differente da me riguardo alla caffeina ma come posso rinunciarci? Ormai è un anno che lo bevo più volte al giorno, credo di esserne diventata dipendente.
<Come riesci ad ingurgitare quella roba tutto il giorno? Per me ha un gusto troppo amaro e poi scotta davvero tanto e ci mette una vita a raffreddarsi> sbuffa lei mentre con la mano si sistema i capelli.
<Oh lo so bene cosa ne pensi tu. Ma non riuscirai mai a farmi cambiare idea. Sono molto testarda quando mi ci metto e lo sai> le dico mentre esco dalla cucina per andare in camera. E' cambiata molto nell'anno che sono stata qui. Certo sono cambiate anche tante altre cose. Prendo la felpa che stavo cercando ed esco per ritornare in salotto. Lucy è ancora buttata sul divano e sta guardando il cellulare.
<Allora, con che lezioni iniziamo domani?> le chiedo prima di prendere la borsa voluminosa che è buttata sul pavimento
<Mmh, iniziamo con una riunione di inizio corso come sempre e poi abbiamo infermieristica clinica> mi risponde guardando ancora il telefono.
<Spero vivamente che non ci sia la prof stronza dell'anno scorso. Ho faticato tanto per passare il suo esame> dico controllando nella borsa di avere tutto.
La saluto velocemente prima di uscire dall'appartamento. Esattamente un anno prima l'avevo trovata lungo distesa sul pavimento, proprio nello stesso punto dove mi trovo io in questo momento e ripenso poi a tutto quello che è successo in quella giornata.
Mi siedo sul divano del mio nuovo appartamento e guardo fuori, ora i ragazzi che avevo visto prima sono quasi tutti scomparsi. Sto per girare lo sguardo quando noto una ragazza con una grossa valigia. Deve essere sicuramente del primo anno come me perché è seguita da tre quattro persone. Sicuramente saranno i suoi genitori e magari i suoi fratelli. La guardo mentre saltella e sorride presa dall'emozione. Bah capisco essere felice per l'inizio del college ma così mi sembra un po' troppo.
Distolgo lo sguardo e prendo il cellulare per guardare se mi sono arrivati messaggi. Ne trovo tre di mia mamma che mi chiede se ho già conosciuta la mia coinquilina e se sento già la loto mancanza. Per farla contenta decido di mandarle una foto di me con la tazza di tè ancora fumante.
Blocco il telefono e lo appoggio sul divano mentre bevo il primo sorso . Con una smorfia lo appoggio sul tavolino e mentre sto per rimettermi comoda sento un forte trambusto fuori dalla porta. Mi alzo per andare a vedere cos'è successo e trovo la ragazza che avevo adocchiato prima fuori con la sua famiglia lungo distesa sul pavimento.
<sto bene! >urla ai suoi genitori che si stavamo avvicinando a lei preoccupati <sono solo inciampata sui miei stessi piedi! Oh mamma sono così emozionata finalmente conoscerò la mia coinquilina. Spero davvero che sia simpatica e socievole, magari diventeremo subito amiche. Oh lo spero davvero > appena si gira noto che indossa un paio di orecchini molto particolari, sono a forma di ravanello. Mio dio! Chi mai andrebbe in giro con quelle cose appese alle orecchie. Poi li riconosco. Li ho visti troppe volte e ormai sono rimasti impressi nella mia mente, sono di Lucy, una delle mie compagne delle superiori. Un sorrisetto che non promette nulla di buono si stampa sulla mia faccia e sto per dirle qualcosa di profondamente cattivo come è mia consuetudine fare, ma lei parla prima di me.
<Ciao scusa, questa è la B72? > perfetto! Non mi ha riconosciuta. Le renderò la vita qui un inferno, proprio come ho fatto in questi anni. Evviva!
<Beh a meno che la tua caduta non abbia fatto cambiare i numeri della stanza, questa è ancora la B72> le dico con un sorrisino di scherno. Lei arrossisce visibilmente e abbassa lo sguardo. Mi ha riconosciuta sicuramente, lo vedo da come indietreggia e da come stringe a sé lo scatolone. In quel momento qualcosa scatta in me. No! Non era questo che mi ero ripromessa di fare. Ho giurato che avrei smesso di fare la stronza e che avrei cercato e mi sarei scusata con tutte le persone che avevo fatto soffrire.
Mi sposto per lasciarla entrare e mi scuso.
<Scusami davvero! È che sono un po' nervosa, sai è il mio primo giorno qui> le dico sorridendo appena. Lei mi guarda incerta. Non sa se fidarsi di me e la capisco dal momento che l'ho presa in giro troppe volte. Decido di andare in camera mia per lasciarle spazio, parlerò dopo con lei. La sento entrare seguita dalla sua famiglia. Devo assolutamente fare qualcosa per farle capire che sono cambiata, solo così il mio percorso di redenzione, se così lo possiamo chiamare, potrà essere completo. Esco dalla camera e la trovo in cucina a cercare qualcosa nei cassetti e la vedo un po' delusa nello scoprire che sono vuoti.
Quando si gira nota che ci sono anch'io. Subito abbassa lo sguardo e va a rifugiarsi in camera, ma prima che possa entrare la predo per un polso. Lei non mi guarda e non dice nulla, così inizio io a parlare.
<Senti Lucy, possiamo parlare? Vorrei spiegarti un po' di cose> lo dico con gentilezza proprio per farle capire che le mie intenzioni sono vere e che non c'è altro sotto. Lei ancora titubante mi guarda e mi fa cenno di continuare. Le lascio il polso e vado a sedermi sul divano, lei mi segue però si siede lontana da me. Mentre continua a torturarsi le mani le racconto tutto.
L'arietta fresca fuori dal dormitorio mi riporta immediatamente al presente. Per fortuna che le cose tra di noi sono andate sempre meglio e sembra che io sia riuscita a scrollarmi di dosso il mio passato. Continuo a caminare fino alla fermata dell'autobus e mi siedo sulla panchina per aspettarlo.
Nel giro di qualche minuto sento da in fondo alla strada la sirena di un'ambulanza che sta venendo proprio nella mia direzione. Mi passa davanti velocissima e scompare alla fine della via. Deve essere successo qualcosa di grave a giudicare dalla velocità. Fortunatamente l'autobus arriva in anticipo così dopo neanche 10 minuti sono giunta alla mia meta. Mi affretto ad entrare nell'ospedale per andare a cambiarmi pronta ad iniziare il mio turno di lavoro. Beh non è proprio un lavoro dal momento che non mi pagano, ma io lo considero tale. Sono diventata volontaria da circa un anno e quando posso sono qui ad aiutare. Arrivo subito dal caposala che mi informa che è arrivata da poco un'ambulanza. Deve essere sicuramente quella che mi è passata davanti prima. Mi informa che trasportava un ragazzo di venti anni che con la sua moto si è schiantato contro a una macchina. Come sempre devo lasciare le emozioni fuori per meglio concentrarmi sul mio lavoro. E così carica più che mai comincio ad affrontare questo turno.
Spazio autrici: Eccoci qua, questo é il primo capitolo! Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti e se vi piace mettete una stellina. xoxo NickandMary
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L'amore é una scommessa.
RomanceGrace Lily Hilton studia infermieristica a New York ed é una volontaria nell'ospedale vicino casa. É proprio lí, tra le mura del pronto soccorso che incontra Carter Bale, il ragazzo di cui é innamorata ma a cui ha spezzato il cuore commettendo un er...