3 - Grace

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Entro finalmente a casa dopo 8 ore di lavoro belle piene, sono le 21.30 e trovo Lucy intenta a scegliere un film su Netflix, la saluto e decido di farmi una bella doccia prima di raccontarle ciò che è successo all' ospedale con Brittany e Carter.

Dopo che sono entrata definitivamente nella stanza Brittany ha cominciato a raccontarmi come se nulla fosse tutto quello che era successo nell'anno appena passato. Come se a me interessasse qualcosa della loro stupida vita, o almeno quella di lei. Per tutto il tempo che sono rimasta li l'unica voce che si sentiva era la sua.

Uscita dalla doccia metto il pigiama più comodo che ho e mi strucco velocemente prima di tornare in salotto da Lucy. Lei mi aspetta con una tazza di tè in mano un biscotto al cioccolato nell'altra.

<Brutta giornata? > dice aspettando che io mi sieda sul divano prima di porgermi la tazza.

<Da cosa l'hai capito?> rispondo io sospirando, coprendomi con la coperta.

<Bah forse dal modo con cui mi hai salutata, senza offesa ma sembrava che avessi perso la facoltà di parola, oppure dal fatto che hai fatto una doccia di trenta minuti e non ti sei nemmeno lavata i capelli, oppure ancora dal fatto che ti è ritornato lo sguardo spento di quando ci siamo riviste dopo le superiori. Cosa succede Grace?>

Così inizio a raccontare tutto per filo e per segno. Dall'ambulanza che mi è sfrecciata davanti e l'inizio del mio normale turno, dalla chiamata della mia collega per assistere il ragazzo dell'incidente fino a quando non ho scoperto che si trattava di Carter Bale.

<Ti giuro Lucy che quando l'ho visto ridotto così mi sono davvero preoccupata e mi sono resa conto che la ferita è ancora aperta, dopo tutto questo tempo> continuo <poi quando finalmente mi sono decisa ad andare a parlagli è spuntata un'altra sorpresa>

<Oddio! Non dirmi che è ha perso la memoria e che non ti riconosceva più. Certo non sarebbe così un male visto che avresti potuto ricominciare con lui senza che venisse fuori tutto il vostro passato burrascoso e >la interrompo prima che possa dire altro

<No no nessuna perdita di memoria. Con lui c'era Brittany, penso che non serva che io ti ricordi chi è. Sempre uguale. Capelli lunghi, biondi, unghie laccate di rosso, stesso sorriso da stronza e solita faccia doppiogiochista> appoggio la testa sullo schienale del divano e chiudo gli occhi. Se mi concentro riesco ancora a vedere l'espressione sul volto di Carter non appena sono entrata in stanza. Difficile da decifrare. Sembrava sorpreso nel vedermi lì. Certo nemmeno io mi sarei mai immaginata di rivederli così presto. Però oltre a quello c'era altro. Di sicuro non era più lo sguardo innamorato che aveva una volta, era un misto di rancore e odio, e devo ammettere che fa un po' male vedere questi brutti sentimenti in occhi in cui prima vedevo amore.

<Wow, ora capisco perché ti serviva una bella doccia calda, per spazzare via almeno momentaneamente questo schifo di situazione> dice la mia amica abbracciandomi

<E c'è dell'altro. Stanno insieme, da giugno della festa disastrosa. Oh è stata di una delicatezza impressionante nel raccontarmi queste cose. Una volta sì e l'altra pure mi sbatteva in faccia l'anello di Tiffany che lui le ha regalato per l'anno. C'erano sei diamantini su quel dannato pezzo di metallo. E sì, da quante volte me l'ha mostrato ho avuto modo anche di contarli > sbotto scostandomi da lei. Do un morso rabbioso al biscotto che è ancora appoggiato al tavolino.

<Ehm non ti stai dimenticando della parte più importante?> mi dice Lucy animandosi di una strana luce. Io la guardo un po' perplessa, sicura di non aver tralasciato nulla

<Cosa c'è ancora di interessante ? > le dico ancora con lo stesso sguardo

<Bah non so, tipo Carter per esempio? Ti ha parlato? Cosa vi siete detti? Beh nulla di romantico immagino visto che Brittany era lì con voi ma so per certo che sarà stato gentile e simpatico come sempre> la lascio continuare nel suo elogio a Carter per un po', poi quando sembra che abbia finito le rispondo.

<Non ha detto una singola parola, neanche un 'hey' o un cenno del capo, neanche mezzo sorriso. E' rimasto con lo stesso sguardo per tutto il tempo. Non ho visto più nulla di quello che lui era una volta. >il suo sguardo si spegne leggermente e la capisco. Mi ha raccontato che lui l'aveva aiutata molto a risollevarsi quando io e Brittany ci divertivamo a prenderla in giro.

Restiamo a parlare per un'altra ora, poi decidiamo di andare a dormire, anche perché domani sarà il nostro primo giorno di corsi dopo la pausa estiva. In più ho il turno serale in ospedale. Chissà magari domani avrò più tempo per stare sola con lui e magari provare di nuovo a parlargli.

Una cosa non ho raccontato a Lucy, però. Certo, le ho detto che mentre Brittany era lì con noi lui non ha proferito parola, ma non è del tutto vero che non ci siamo parlati.

<Scusami Brittany, ti chiedo se cortesemente puoi uscire dalla stanza. Devo visitare il signor Bale. >in parte è vero che devo visitarlo ma soprattutto sono stanca di averla lì. Non ha fatto altro che parlare e parlare. A furia di vedere il suo anello sbirluccicoso sono diventata cieca!

<Oh che carina me lo chiede cortesemente>dice Brittany girandosi verso Carter <prende molto a cuore i suoi pazienti a quanto vedo> continua lei con quella punta di ironia che mi fa venire voglia di staccarle i capelli.

<Chissà se giocare con le persone le piace ancora come un tempo. Da qual che ricordo era il suo sport preferito> dice queste parole sorridendo ma a me arrivano come punte di ghiaccio nel cuore.

Abbasso lo sguardo immediatamente, so che ha ragione ma quello che non sa è che io non sono più così. La ragazza che ha dipinto poco fa è morta appena è uscita da quella maledetta festa.

Brittany esce facendo tintinnare i suoi braccialetti, ma non prima di aver dato un bacio al suo ragazzo e avergli detto che lo avrebbe aspettato fuori.

Sospirando mi avvicino al letto di Carter. Lui mi sta guardando e ancora non dice nulla. Perché7 deve essere così difficile?

<Bene, ora che siamo soli posso cominciare a visitarti>

<Ok ma fai in fretta che ho sonno> dice facendomi sussultare. Risentire la sua voce dopo tanto tempo è stato strano. Nei miei più intimi sogni l'avevo immaginata uscire dalla sua bocca sotto forma di parole dolci mentre mi perdonava per gli errori commessi. Questa che ho appena sentito di certo non vuole perdonarmi nulla.

<Sarò il più veloce possibile> mi affretto a rispondere. <per iniziare devi abbassarti un po' il camice che devo sentirti il cuore> si spoglia lentamente, ed è esattamente come lo ricordavo: muscoli su tutta la superficie dell'addome e pelle leggermente abbronzata. Ora in più ci sono solo le botte prese nell'impatto con l'asfalto a causa dell'incidente. Con l'indice tocco la sua clavicola sinistra e a quel contatto lui sussulta leggermente.

<Scusami tanto, è che ho le mani fredde. Non ci metterò molto> sposto velocemente il dito in basso fino ad arrivare al cuore, subito dopo appoggio lo stetoscopio e resto in ascolto. Il suono dei suoi battiti mi rimbomba dentro e mi provoca un misto di emozioni indescrivibili. Mi allontano di scatto e lo aiuto a ricoprirsi.

<C'è qualcosa che non va?> mi dice coprendosi con la coperta. Deve aver notato che mi sono spostata in fretta, ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con la sua saluta fisica, ma anzi con la mia salute mentale. Mi giro per non far vedere che sono leggermente arrossita.

<No, no tranquillo tutto nella norma. Hai bisogno di qualcosa prima di andare a dormire?> gli dico rimettendo apposto i miei strumenti.

<Sì, chiamami Brittany> mi dice lui guardandomi fisso negli occhi.

<Senti Carter io volevo > inizio a parlare ma lui mi blocca subito

<Fai veloce e chiudi la porta quando esci> non mi aspettavo una risposta del genere, ma da un lato lo posso capire. 



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