14 - Grace

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Non ci posso ancora credere che Carter mi abbia fatto una foto mentre ero mezza nuda! Per di più non pensavo che volesse ricattarmi, é una cosa così subdola.

Vuole giocare con me? Bene, io giocherò con lui. Andrò a casa sua per cercare di cancellare quella maledetta foto. Ovviamente lui non si aspetterebbe mai di trovarmi fuori di casa perché non so dove abiti. Penso un po' a come reperire il suo indirizzo. Non posso andare ancora in segreteria, potrebbero pensare che sia una stalker visto che continuo a chiedere informazioni sugli studenti. Vado in cucina, magari una tazza di thè può portarmi consiglio.

<Che scemo che é > Lucy sussurra queste parole ma io le sento lo stesso.

<Con chi ti stai scrivendo?> le chiedo avvicinandomi

<Con nessuno in particolare > balbetta lei.

<Oh per piacere. Ti si sono illuminati gli occhi quando hai letto il messaggio. Se non mi dici tu chi é verrò lì e ti farò il solletico fino a quando non mi implorerai di smettere > mi sto già avvicinando.

<E va bene. É Jordan > nel dirmelo arrossisce, che carina.

Sto per parlare quando mi viene un colpo di genio. Posso chiedere a lui di darmi l'indirizzo di Carter! Espongo a Lucy il mio piano e lei é più che felice di aiutarmi. Lei chiederà a Jordan di darle l'indirizzo con la scusa di dovergli portare dei fogli per il lavoro di gruppo. Abbiamo pensato tutto nei minimi dettagli e dieci minuti dopo sono già in macchina direzione Brooklyn.

Arrivo sotto casa sua, parcheggio ed esco. Mi asciugo le mani sudate sua pantaloni ed entro nell'edificio ringraziando mentalmente la signora che é uscita qualche secondo fa lasciando la porta aperta. Salgo le scale fino ad arrivare all'ultimo piano. Sono davanti alla porta azzurra del suo appartamento e per la prima volta da quando ho ideato questo piano mi rendo conto che forse é una follia. Mi faccio forza e suono il campanello.

Ok forse non é in casa. Sto per andarmene quando la porta si apre. Carter sbuca da dietro alla porta. Indossa un paio di pantaloni della tuta grigi e una maglietta nera a maniche corte. Ha la fronte sudata e intuisco che si stesse allenando. Che pessima idea venire qui!

<Grace, come cazzo hai fatto a scoprire dove vivo?> mi chiede lui con faccia sbalordita. Siamo ancora lì sulla porta. Che cosa imbarazzante.

<Oh beh, ho i miei informatori> gli dico sorridendo <posso entrare?>

Lui si sposta per lasciarmi passare e dopo che mi sono tolta il giubbetto chiude la porta.

<Perché sei qui?> mi chiede restando in piedi davanti all'entrata.

<Sono venuta ad assicurarmi che non ti venga nessuna voglia di inviare la mia foto in giro. Oh e magari anche di cancellarla dal tuo benedetto telefono.> gli dico autoritaria avvicinandomi a lui. Noto che non ha il telefono in mano. Così comincio a gironzolare per l'appartamento andando in cerca dell'oggetto dei miei desideri. Lui mi segue, forse intuendo le mie intenzioni. Appena entro in camera sua, però, come una furia corre verso il comodino prendendo il telefono prima che possa rendermi conto che effettivamente si trovasse lì.

<Facciamo un gioco> mi propone con sorrisetto malizioso <Se riesci a prendermelo dalle mani potrai cancellare la foto e così sarai al sicuro> nel dirlo allarga la mano e allunga il braccio quasi come per porgermelo <Se invece non ce la fai dov...> non lo lascio finire di parlare che mi catapulto nella sua direzione. Pronta a vincere questo gioco. Lui però é più veloce.

<Ehi, ehi la piccola Grace sa come si gioca> Carter ride e alza il braccio tenendo la mano alta. Così sarà più difficile per me prenderlo. Decido di salire sul letto per essere un po' più alta ma lui fa lo stesso. Mi avvicino ancora di più a lui e mi aggrappo alla sua maglietta per cercare di tirarlo giù ma inutilmente. Un secondo dopo però mi ritrovo distesa sopra di lui. I nostri volti sono vicini. Ci stiamo guardando negli occhi. L'ultima volta che ci siamo trovati così vicini era quella sera in discoteca. Concentrati Grace! Sei qui per una missione ben precisa: cancellare la foto. Con la scusa di alzarmi da lui cerco di arrivare vicino alla sua mano per prendere il telefono ma lui mi blocca i polsi e in una frazione di secondo mi ritrovo schiacciata sul letto con lui sopra di me.

<Non mi puoi fregare, Grace. Posso prevedere tutte le tue mosse> sussurra molto vicino alle mie labbra. Sorrido anch'io. Anche se sono bloccata, qui, ora, sto bene. Sono felice.

<Carter...> pronuncio il suo nome e basta. Lo sussurro e mentre lo faccio sento qualcosa muoversi nel mio stomaco. Vedo una scintilla nei suoi occhi. So che qualcosa é cambiato in lui.

A rovinare questo momento é la suoneria del suo telefono. Lui si alza immediatamente e risponde andando in un'altra stanza. Io resto ancora buttata sul quel morbidissimo letto e mi lascio inebriare dal profumo del suo proprietario. Mi alzo dopo poco e resto a guardare camera sua. É ordinata e pulita, mi trasmette sicurezza.

<Ehi piccola stalker> mi richiama Carter <alla fine ho vinto io! La foto é ancora sana e salva> lo guardo male e lui scoppia a ridere. <Tranquilla non la invierò a nessuno però potrebbe scivolarmi il dito in qualsiasi momento. E ecco se non vuoi che questo succeda dovrai farmi dei piccoli favori diciamo > non ci credo! Mi sta ricattando e non se ne preoccupa nemmeno. Non voglio che la mia foto vada in giro, così sono costretta ad accettare.

<Va bene > dico a denti stretti <Tutto quello che vuoi > dico allargando le braccia.

<Oh perfetto! Allora mi verrai a prendere tutti i lunedì prima di andare a lezione e mi riporterai anche a casa! > sono allibita! La macchina non é nemmeno mia, come farò a convincere Lucy

<E oh vorrei anche la colazione, magari un bel muffin al cioccolato.> queste parole mi lasciano a bocca aperta. Da quando il cioccolato é il suo gusto preferito. So che da sempre preferisce il caramello salato.

<Come preferisci, ora devo proprio andare> gli dico andando a prendermi il giubbotto.

Per tutto il viaggio verso casa non ho fatto altro che pensare e pensare a come ci siamo comportati questa sera. Insomma eravamo appoggiati l'uno all'altro e molto probabilmente se quella chiamata non ci avesse bloccati forse ci saremmo anche baciati. Io almeno non mi sarei spostata, non subito. Quando si comporta così mi manda in confusione. Un colpo non vuole avere niente a che fare con me e l'altro ride e scherza come se non avessimo mai litigato. E il passaggio dall'una all'altra cosa fa davvero male. Posso passare dall'essere felice all'essere distrutta il secondo dopo. Come questa sera, gli é bastato dire due paroline e già l'atmosfera che si era creata é svanita. Non so se l'abbia detto intenzionalmente o se invece non ci ha dato peso. Non so nulla!

In ogni caso mi tocca scarrozzarlo tutti i lunedì da Manhattan a Brooklyn e viceversa, solo perché una foto , che non avrebbe mai dovuto fare, non venga inviata a tutto il campus.

Quando arrivo al parcheggio vicino al nostro appartamento spengo il motore e resto in auto ancora qualche minuto. Per evitare di stare male devo cercare di interagire il meno possibile con lui. Lo accompagnerò e basta. Niente parole per fare conversazione e niente battutine. Stop! Ma forse sarà più facile a dirsi che a farsi.

***

É sabato pomeriggio e sono nel mio bar preferito. Al momento sono sola. Il mio compagno di lavoro deve ancora arrivare. Gli ho scritto un messaggio subito dopo essere tornata da casa di Carter e Noah mi ha risposto la mattina successiva. Ci siamo accordati per trovarci nel week end ed eccomi qui, ad aspettarlo. Sto guardando il mio telefono quando sento che la sedia davanti a me si sposta e quando alzo lo sguardo vedo il ragazzo che sto aspettando seduto davanti a me. Dal vivo é ancora piú affascinante, non c'é dubbio.

<Ciao piacere, io sono Noah. Immagino tu sia Grace. Scusa ho letto il tuo nome dal profilo Instagram > wow si é pure informato, che carino.

<Ciao! Si si mi chiamo così. Allora che dici, cominciamo subito?> gli chiedo tirando fuori dalla borsa un libro. Dio sono così nervosa. Perché poi? Non é un appuntamento.

<Veramente prima vorrei offrirti qualcosa da bere e conoscerti meglio. Insomma se dobbiamo lavorare insieme voglio sapere che tipa ho davanti > nel dirlo mi fa un occhiolino e con la mano chiama una cameriera. Diretto al punto il ragazzo. Mi piace.

<Va bene, magari ci concentriamo sul lavoro un altro giorno> gli dico sorridendogli. Ordiniamo due cappuccini e iniziamo a farci le domande più disparate e a raccontarci storie passate. É davvero molto simpatico e gentile. Mi ascolta senza interrompermi o parlarmi sopra. Abbiamo molte cose in comune e questo ci aiuterà nel lavoro. Sarebbe stato difficile farlo bene se mi fosse stato antipatico, ma ho come la sensazione che diventeremo buoni amici. 

L'amore é una scommessa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora