Un Appuntamento Proibito (prima parte)

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Lavorare in ospedale non è così semplice, ogni giorno cerchiamo di salvare vite umane. Ci chiamano eroi, si fidano di noi, qualunque sia il nostro campo medico siamo sempre dalla parte di chi ha bisogno di aiuto.
A volte anche noi possiamo sbagliare, ma è proprio dai nostri sbagli che impariamo a conoscere gli ostacoli della vita, quella vita che per noi può sembrare difficile, ma migliore per gli altri.

Ritornati in reparto dopo l'intervento, Stella corse subito da Ferra, era in infermeria a guardare la terapia dei pazienti dal computer.

Gli andò vicino e gli disse: "Fabrizio mio, ma perché sei andato via?" Mi agitai, l'aveva chiamato Fabrizio mio!

Lui le rispose: "Cox mi ha cacciato via! Mi ha trattato come un ragazzino alle prime armi. Avrò anche sbagliato ma non può trattarmi così! Io sono un uomo molto sensibile, sono una persona rispettosa e pretendo rispetto. E tutto quello che mi sono guadagnato oltre che per i miei meriti, l'ho ottenuto per il mio modo e per la disponibilità che ogni volta voglio dare, perché lo sento con tutto me stesso verso il prossimo. Però penso che c'è un limite, solo quello!"

Intervenni io dicendogli: "Cosa vuoi che ti dica? Che sei fantastico? E che il tuo esempio spinge i tuoi colleghi a migliorare? Ed invece non te lo dirò. Te la cavi, e un giorno potresti diventare bravo, ma ora non vedo altro che un tizio talmente preoccupato di quello che gli altri pensano di lui, da non avere alcuna fiducia in se stesso! Insomma ti sei chiesto almeno dove hai sbagliato? Ti sei chiesto in cosa sei bravo, in cosa fai schifo! Volevo che ti fermassi a riflettere sul serio su te stesso, perché non è a me che devi rispondere, non è a Stella che devi rispondere e non devi rispondere nemmeno ai tuoi pazienti santo cielo! Devi rispondere solamente ad una persona, e quella persona sei tu!"

Speravo che mi avesse capito e che ottenesse più fiducia in se stesso!

Continuai a dire: "Io vado a riposare, perché stanotte non ho dormito e fate i bravi se potete... ah dimenticavo, Fabrizio, non chiamarla mai più tesoro!"

Diedi un bacio a Stella, e andai nello studio medico a riposare.

Stella:

Il dottor Cox è davvero un buon esempio per tutti noi, sa sempre come farci capire dove sbagliamo. Perché in ospedale non dobbiamo piagnucolare, dobbiamo dare forza ai nostri pazienti. Dobbiamo farci vedere sicuri, perché solo così otterremo la loro fiducia. E speravo che Fabrizio l'avesse capito.

Ada e Mark andarono insieme a fare la terapia nelle stanze dei pazienti, ed io rimasi in infermeria da sola con Fabrizio. Mi lanciava sempre degli sguardi imbarazzanti, scherzava con me in continuazione.
Mi fece mettere sopra le sue ginocchia, mi chiese se volevamo vederci solo io e lui da soli.
Voleva andare al nostro posto segreto, per stare più tranquilli senza caos.
Io accettai, anche se sapevo che se Cox lo veniva a sapere erano guai, ma doveva rimanere un segreto.

Appena arrivarono Mark e Ada in infermeria, mi alzai subito dalle sue ginocchia, scambiandoci sempre i soliti sguardi imbarazzanti.
Dopo aver scritto le consegne del loro turno, andarono a cambiarsi, così rimasi di nuovo da sola con il dottor Ferra.

In infermeria ritornò Tony, che era andato ad accompagnare un paziente in radiologia. Vide che ci stavamo esibendo in una specie di balletto, scherzando e ridendo.

"È qui la festa?" Disse.

"Sì vuoi unirti a noi?" Gli risposi.

"No grazie ora vado via, sarà per la prossima volta" rispose Tony scherzosamente.

"Ok ciao a presto" gli rispose Fabrizio.

Dopo un po' mi recai in una stanza da un paziente, perché avevano suonato al campanello e Ferra mi seguì.
Da lontano vidi che Tony stava parlando con Mark, che stava andando via. Ed ero sicura che gli stava dicendo quello che aveva visto. E pensava che tra me e il Dottor Ferra c'era qualcosa, ma Mark sapeva benissimo che ero è innamorata follemente di Cox.

Qualche secondo più tardi vennero anche Monica e Nico, e Angelo ritornò in reparto.

Essendomi riposato abbastanza entrai in infermeria, e la situazione era abbastanza normale.
Dopo qualche ora ci furono delle visite ad alcuni pazienti in ambulatorio, Stella venne con me.
Notai che era distratta, non capiva al volo quello che le dicevo, mi stavo innervosendo.
Capivo che era stanca dopo tutte quelle ore di lavoro, però era proprio scollegata dal mondo.

A turno quasi finito mi arrabbiai con lei, dicendole: "Ma si può sapere che ti è preso? Non sei stata nemmeno capace di togliere due punti di sutura. Capisco che sei stanca però e che cazzo svegliati!"

"Scusami, hai ragione non ho fatto del mio meglio. Ma non mi sento tanto bene ok!? Sto qui da stamattina, tu bello sei andato a riposare ma io no! Lasciami in pace che è meglio!" Mi urlò.

Non riuscivo a capire perché fosse così agitata, era come se c'era qualcosa che la turbasse.

Ma stando al suo gioco le risposi:
"Ok ti lascio in pace! Ma stasera a casa, non venirmi vicino per chiedermi scusa!"

"Ma scusa di cosa? Io stasera non vengo proprio a casa tua, vado direttamente a casa mia... dai miei fratelli, tanto domani tu hai studio!"

"Ma fai come vuoi! Mi hai rotto le palle!"

E qui intervenne il Dottor Ferra dicendo: "Ma perché ora state litigando?"

Gli risposi: "Domandalo a lei, che si comporta in modo strano ultimamente" e me ne andai.

Ma sentii da fuori alla porta che le diceva: "Ma per caso litigate per causa mia?"

"Ma no tranquillo non è colpa tua, Cox è fatto così, a volte sclera ma poi gli passa" gli rispose Stella.

Subito dopo non sentii più nulla, solo un silenzio preoccupante. Allora tornai indietro per controllare, gli vidi abbracciati. Ma non dissi nulla e così me ne andai di nuovo.

Appena finito di scrivere le consegne del turno di dodici ore, Stella si andò a cambiare e così fece anche Fabrizio, a fare la notte c'era il Dottor Pisano un altro ortopedico del reparto.

Appena andati via io e Stella non ci siamo nemmeno salutati, ognuno è andato per i fatti suoi, e questa situazione mi fece molto male.

Stella:

Arrivata a casa mia, mio fratello Elijah si meravigliò vedendomi arrivare. Cominciò a dirmi perché non rimanevo a casa con loro come prima, cosa facevo sola a casa di un uomo così grande e così via, ma non gli diedi retta era solo un testardo lunatico.

Quella sera stessa mi chiamò Angelo forse per chiarire, ma non gli risposi. Così mi mandò un messaggio vocale:
«Stella amore mio, a me non piace mandare messaggi, specialmente quelli vocali e questo lo sai, ma non ho altra scelta. Volevo solo dirti scusa per averti trattata male davanti a tutti, ultimamente sono sempre nervoso. Ma anche tu però non scherzi! Non so cosa ti stia accadendo, da quando è arrivato il Dottor Ferra sei strana. Non voglio più litigare con te, io ti amo più di me stesso e forse anche di più dei miei figli... e questo mi spaventa, buona notte amore mio, ci vediamo giovedì. Ti amo tremila».

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