Un Appuntamento Proibito (seconda parte)

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Senza Stella mi sento perso, abbiamo litigato di nuovo e non so nemmeno il motivo del nostro litigio.
Non possiamo mai stare tranquilli, c'è sempre qualcuno che ostacola il nostro amore. Prima era la sua famiglia, poi quell'animale del suo ex, poi Mark e ora il Dottor Ferra.
Non ci lasciano in pace, eppure ci amiamo così tanto, il nostro è un amore impossibile lo so ma è un amore vero.

Durante le visite ai pazienti non facevo altro che pensarla, volevo mandare tutti a quel paese e correre da lei, ma c'era anche Morgan e non potevo lasciarla. Mia figlia nel mio studio medico mi aiuta tantissimo, l'unica cosa che vuole al mondo è passare più tempo con me.

E non so nemmeno se per lei sono un buon padre.
Morgan vive con sua madre, ha scelto di vivere con lei perché abitando nel centro della città, può stare più vicino al suo ragazzo.
Che poi la casa della mia ex moglie è simile alla mia, quindi non le manca niente.

Stella:

«Sto per vedermi di nascosto con Fabrizio, ho paura! Non ho neanche più richiamato Angelo, mi faccio schifo! Sto per vedermi di nascosto con un altro uomo, dopo che lui mi ha confessato che forse mi ama più dei suoi figli, come posso fargli questo non se lo merita. Ma non posso fare nemmeno il bidone a Fabrizio.»

Così inventando una scusa a mio fratello uscii di casa.
Arrivai al parco dove c'era Fabrizio ad aspettarmi, e vedendolo seduto su quelle scalinate cominciai a pensare nella mia testa: «Eccolo lì è già arrivato, è bellissimo avvolto nei suoi pensieri. Senza la divisa è ancora più bello e mi fa impazzire.»

Mi avvicinai a lui tremando:
"Ciao è da molto che aspetti?"

E lui contento di vedermi mi disse:
"No tranquilla ho voluto io anticipare, ma non sono qui da molto tempo. Senza la divisa sei ancora più bella!"

"Grazie" gli risposi mentre arrossivo.

Aveva molto da dirmi dopo due anni che non ci vedevamo, cominciò ad riaffiorare i ricordi del passato. Quando lavoravo nella clinica di suo padre, prima di ritornare da Angelo, nel mio ospedale.

Ma ad un tratto smise di parlare.
E mi guardò. Così cominciai a dirgli:

"Perché mi guardi?"

"Perché sei bella!"

"Grazie, ma lo sei anche tu... e cosa pensi quando mi guardi?"

"Penso che vorrei baciarti di sorpresa e continuare fino all'infinito, fino a quando le nostre labbra diventano pesanti e ci manca il respiro, ti vorrei solo mia e viverti, perché ti desidero più di ogni altra cosa al mondo... e tu cosa pensi quando mi guardi?

"Penso che sei stupendo, e vorrei baciarti anch'io e non smettere mai di farlo, ma non posso perché io amo lui!"

"Lo so, ed è questo che mi frena nel saltarti addosso."

Ma all'improvviso si avvicinò e mi baciò.

Non lo respinsi, non lo so il perché

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Non lo respinsi, non lo so il perché. Ma sentivo il bisogno di baciarlo, le sue labbra erano così diverse da quelle di Cox, erano più fredde e morbide, quelle di Angelo invece erano più calde.
Sentivo il mio cuore battere a tremila battiti al secondo, i minuti non contavano.
Volevo staccarmi da lui ma non ci riuscivo, volevo continuare a baciarlo fino all'infinito, come mi disse anche lui.
In quel momento non pensavo più a nulla, pensai solo che mi era mancato tantissimo.

Quando lavoravo nella sua clinica per essere trasferita al Sacro Cuore, mi ricordo che gli parlavo sempre di Angelo. Che lui poverino mi stava ad ascoltare per ore, ma solo a lui potevo dirglielo. Lui era il medico più giovane dell'ospedale, ed era anche quello più giudicato e criticato.

Quando ero lì ogni tanto mi venivano gli attacchi di panico, pensavo sempre ad Angelo che era sempre pronto ad aiutarmi. Ma lui non c'era e io mi sentivo persa e sola, ma Fabrizio era l'unico che cercava di aiutarmi.
E io gli ero grata per questo, gli altri medici mi dicevano che non valevo niente.
Non vedevo l'ora che passassero quei due anni per ritornare di nuovo dal mio Angelo, che a me sembravano eterni.
Mi dispiaceva di lasciarlo, era un buon amico anche se era un mio superiore.

Aveva sempre avuto i capelli che davano sul grigio, e gli occhi marroni di colore cioccolato.
A volte portava la barba, che lo rendeva più vecchio della sua età, ma era sempre bellissimo.

Non lo so perché era attratto da me, io non mi sentivo così tanto speciale. Tentò di baciarmi qualche volta, cercavo sempre di respingerlo perché non ero innamorata di lui.
Lo baciai anche un po' di volte, ma solo perché pensavo di baciare Cox. Ma non è andato mai oltre, perché lui aveva molto rispetto per me.

A turno finito venivamo sempre in questo parco, per chiacchierare e stare tranquilli.
È un parco pubblico immerso nel verde nel centro della città.
Offre prati per giocare, panchine e viali da passeggio.
Aveva anche un piccolo laghetto con le ochette che nuotavano.
Era un bel posto per rilassarsi e stare a contatto con la natura.

Quando me ne andai dalla clinica di riabilitazione, mi promise che sarebbe diventato un chirurgo.
Gli mancavano pochi esami, e ci saremo rivisti di nuovo.

Quel bacio sembrava che non finisse mai, ma dopo qualche minuto mi squillò il telefono.

Fabrizio smise di baciarmi e disse: "Maledetto telefono!"

Vidi che era Angelo e dissi terrorizzata: "Oddio è lui! Cosa gli dico?"

"Non rispondere!" Mi sbottò Fabrizio.

Ma stavolta gli risposi:
"Pronto Angelo dimmi!" La mia voce tremava.

"Stella amore dove sei?"

"Sono uscita un attimo... per andare al supermercato" gli mentii.

"Ok! Ti volevo solo dire che mi manchi, scusami per ieri non volevo trattarti male."

"Non devi scusarti, scusami tu se non ti ho risposto al messaggio vocale... ma non sapevo cosa dirti ho avuto paura."

"Ma paura di cosa? Ti amo veramente Stella e ieri al messaggio ero sincero!"

"Lo so e ti amo anch'io."

"Dai amore mio ci vediamo domani pomeriggio a lavoro, ora devo scappare dall'altro paziente che mi sta aspettando."

"Ok a domani amore mio, ciao."

Chiudendo il telefono scoppiai a piangere, Fabrizio rimase scioccato.

"Non fare così dai, non è successo niente!" Mi disse cercando di tranquillizzarmi.

"Lui mi ama veramente, e io gli ho detto una bugia!" Gli risposi in lacrime.

"Ma hai fatto bene, non potevi mica dirgli che stavi con me?!"

"Si questo lo so, ma io lo amo e ho baciato te, non dovevo farlo."

"Io te l'ho detto quello che provo, decidi tu quello che vuoi fare!"

"Scusami ma voglio andare a casa, ci vediamo domani pomeriggio... e comportati come un semplice collega, ciao."

"Ok ciao a domani."

Scappai subito a casa, appena arrivata corsi nella mia stanza. E mi buttai sul letto scoppiando di nuovo a piangere, pensando alle parole di Angelo e a quel bacio con Fabrizio.
Ma mentre mi asciugai le lacrime, mi resi conto che era stato soltanto un errore.

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