La mia partenza

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Quando si è piccoli la notte fa paura, perché ci sono mostri nascosti sotto il letto. Da grandi i mostri sono diversi: insicurezza, solitudine, rimpianti.
E anche se si è più grandi e più saggi, ci si ritrova ad avere ancora paura del buio.

La sera stessa dopo la festa vidi un'altra email da l'ordine dei medici.
Con scritto che il corso di aggiornamento sarebbe iniziato il ventiquattro Maggio, ma dovevo presentarmi comunque il ventitré per alcuni chiarimenti.
Quindi dovevo prepararmi per andare a Milano per tre mesi.
Stella era sempre più nervosa, cercai di tranquillizzarla standole vicino il più possibile, cercavo di farla ridere con le mie solite battute.
Nemmeno io non volevo lasciarla, ma non avevo altra soluzione questa volta, dovevo andare.

La sera prima abbiamo fatto l'amore, lei aveva le lacrime agli occhi.
Mentre le asciugavo le lacrime, le dissi: "Non piangere amore mio, nessuno merita le tue lacrime. Pensa a vivere questo istante insieme a me, perché è questo che desidero. Domani mattina potrai accompagnarmi alla stazione!"

"Che brutta cosa" mi rispose.

Continuando a muoverci l'uno sopra l'altro, sentivo una profonda tristezza, anche se provavo un forte piacere.
Perché presto l'avrei lasciata.
Il solo pensiero di ritornare a Milano, nella mia vecchia casa di infanzia e di gioventù, mi dava un senso di frustrazione.
In quella casa avevo vissuto gioie e dolori, tra cui la scomparsa di mio padre; ed ero appena ventenne.
Avevo portato molte donne prima di Elsa, non sapevo mai decidere con chi stare. Fino a quando arrivò il giorno in cui decisi di fare il medico chirurgo, fino al mio disastroso matrimonio.
Accadde tutto in quella casa situata nella periferia di Milano.
Ci rimasi fino all'età di ventotto anni, per poi trasferirmi a Roma per completare gli studi.

Mia madre, essendo una donna anziana di ottantotto anni, viveva con mia sorella di sette anni meno di me. Avevano visto Stella solo un paio di volte, mia sorella era piuttosto contraria sulla nostra relazione. Anche per il fatto che Stella dimostrava di avere venti anni in meno, quindi questo complicava le cose. Mia madre la trovò subito simpatica, aveva legato subito con lei, ed era importante la sua approvazione per me.

Quella ultima notte insieme passò in fretta purtroppo, dovevamo alzarci  anche presto per andare in stazione; avevo il Frecciarossa che sarebbe partito alle sei del mattino.
Stella mi accompagnò con la mia macchina.
Arrivati alla stazione Termini, camminavamo mano nella mano ed eravamo piuttosto tesi, trascinavo la mia valigia trolley come se fossi un esaurito.

Come al solito anche se era molto presto la stazione era piena di gente, andando a fare il biglietto abbiamo dovuto fare la fila.
Nel frattempo io e Stella ci baciavamo, e ogni tanto lei si appoggiava sulla mia spalla abbracciandomi.
Tra tutte quelle persone c'era anche qualche stupido che ci guardava, come se eravamo degli alieni.

Ad un certo punto una signora, che avrebbe potuto avere una settantina  di anni più o meno.
Mi fece girare davvero le palle, cominciò a dire: "Scusatemi non vorrei essere troppo invadente. Ma signore lei sta baciando sua figlia in questo modo?"

La guardai in cagnesco.

"Signora con tutto il rispetto, io sono un medico! E come può pretendere che lei sia mia figlia? La cosa è evidente stiamo insieme, se le crea qualche problema la prego di non guardarci per favore" le dissi incavolato.

Ero già abbastanza nervoso perché stavo lasciando per tre mesi l'amore della mia vita, non feci nemmeno in tempo a salutare e vedere mia figlia; ci mancava solo certa gente a complicare le cose.

Superata finalmente la fila, feci un biglietto per solo andata per Milano.
Dirigendoci verso i binari vidi la signora di prima, non aveva più il coraggio di guardarci, appena ci vide era piuttosto imbarazzata facendo finta di guardare altrove.

La voce del Capostazione comunicò:
"Il treno ad alta velocità Frecciarossa 9654 di Trenitalia per Milano centrale, delle ore sei è in partenza al binario nove. Su questo treno è attivo il servizio di ristorazione. Attenzione! Allontanarsi dalla linea gialla".
Eravamo proprio davanti al binario, il treno si fermò per far salire i passeggeri.

"Stella amore mio, mi raccomando fai la brava! E stai tranquilla che senza di me per un po' te la caverai, con te ci saranno Mark, Fabrizio e Ada. Quindi non sarai sola" le dissi prima di salire sul treno.

Lei mi abbracciò fortissimo, ricambiai calorosamente il suo abbraccio, volevo che quel momento durasse per sempre.

"Angelo portami con te" mi disse Stella teneramente.

"Piccola lo sai che non posso, tu servi qui e io servo lì. Appena arrivo ti chiamo promesso, ti farò parlare con mia madre lei ti vuole bene."

Stava cominciando a piangere, la baciai, e subito dopo salii sul treno.

Appena preso posto aprii il finestrino e il treno cominciò a partire lentamente.

"Stella amore mio ti amo tremila, ci sentiremo tutti i giorni te lo prometto. Fai la brava piccola mia" gli urlai dal treno.

"Va bene piccolo mio. Ti amo tremila anch'io Angelo" mi urlò lei salutandomi.

La vidi sparire nel mentre mi allontanavo ad alta velocità.
Erano passati soltanto pochi minuti che ero partito, e già mi mancava la mia piccola donna.

Stella:

Vidi Angelo partire da pochi minuti e già mi mancava, il mio piccolo uomo.

Arrivata alla sua macchina entrai e la misi in moto, si sentiva il suo meraviglioso profumo "Vetiver".
Ormai quel profumo era diventato la mia droga.

Amore in Corsia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora