Le nostre attrazioni

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È davvero importante fermarci una volta ogni tanto, uscire dalla propria testa e vedere le cose in prospettiva. In effetti, scoprire che guardavi le cose nel modo sbagliato può essere quasi liberatorio. E all'improvviso vedi nuove potenzialità, nuove possibilità, dove non le avevi mai viste prima.

Dopo cena mi recai in camera, visto che Stella non c'era più, Flavio ritornò a dormire nella sua stanza insieme a me. Gli raccontai dell'incontro con Luna, e della sua somiglianza con Stella. Anche lui rimase incredulo, ed era sicuro che fosse stato un segno del destino, quello stesso destino che ci aveva unito per sempre.

Mi rilassava parlare con mio nipote, mi faceva stare meglio, forse perché in lui vedevo mio figlio Mirko che mi mancava tantissimo.
Le cose tra lui e Lena, stavano andando molto bene. Da come mi raccontò, lei si era lasciata con il figlio del coreografo, perché c'erano stati dei tradimenti da parte del ragazzo.

La vita è questa: ci sono nuovi amori e vecchi amori. I nuovi amori danno la vita e la speranza di avere un futuro migliore. Mentre i vecchi amori fanno soffrire, con la speranza che ci sia un futuro degno di sopravvivenza.

Il letto di Flavio era quello sopra, quindi lui dormì lì.
Io dormii nel letto in basso, quello dove aveva dormito anche Stella.
Mi rifiutai di cambiare le lenzuola, si sentiva ancora il suo profumo di vaniglia, e lo respirai fino in fondo all'anima.
Ed era come se lei fosse accanto a me, cominciai a muovermi lentamente nel letto, la sentivo, era mia.
Svegliai Flavio involontariamente.

"Zio Angelo, che hai? Tutto bene?" Mi domandò preoccupato.

"Non è niente Flavio, scusami stavo sognando. Torna a dormire" gli risposi agitato.

Lui annuì e tornò a dormire, ma aveva capito benissimo che stavo sognando Stella.
Continuai a sognarla, eravamo insieme, io stringevo tra le mie braccia il nostro bambino, ed eravamo felici.
Aprii gli occhi, ed ebbi come uno strano presentimento, forse era proprio questo ciò che voleva dirmi.

Anche se erano le due di notte, le mandai un messaggio: «Stella amore mio, scusami per l'ora. Forse starai già dormendo, ma ho fatto un sogno, ed eravamo in tre. Cosa vuol dire? Era questo che volevi dirmi?»

Dopo due minuti lo visualizzò.
E il suo online si trasformò in un
"sta scrivendo" cominciai a tremare.

Ma come volevasi dimostrare mi rispose sempre freddamente:
«Era solo un sogno, stai tranquillo. Buonanotte».

Mi addormentai rammaricato, abbracciando il cuscino, pensando che fosse lei.
Il mattino seguente alle sei in punto, squillò il telefono, mi svegliai di colpo.

Senza guardare chi era, risposi:
"Pronto! Chi parla?" Ero ancora assonnato.

"Angelo, sono Stella... ti disturbo?"

Mi misi immediatamente seduto sul letto, finalmente mi aveva chiamato.

"Stella amore mio, che bello sentirti. Non mi disturbi, cosa dici!"
Rimase per un attimo in silenzio, poi continuò: "Angelo, passami Flavio".

Le passai subito mio nipote, senza dirle più nulla, perché era solo fiato sprecato. Intanto mi ricordò che dovevo scappare a lavoro per il turno mattutino, la sera prima mi dimenticai di mettere la sveglia.
Da come parlò Flavio al telefono, capii che Stella gli stava facendo gli auguri per lo spettacolo. Non aveva di certo chiamato per parlare con me, per quale motivo doveva farlo!?

Una volta arrivato al San Marco, parlai con il direttore sanitario, gli parlai della mia decisione di lasciare l'ospedale, ma lui mi diede una notizia che non potevo rifiutare, il primario del reparto sarebbe ritornato a settembre. Quindi mi toccava fare tutto il mese di agosto, praticamente ero lì anche per fare da vice primario.
Non volevo più restare, ma non avevo altra scelta, dovevo rispettare il mio lavoro. Volevo correre dalla mia piccola Stella, volevo andare al mare con lei.
Invece ero intrappolato in quel reparto che non era il mio, subendo ogni giorno avances da una donna spregevole ed affascinante, che non mi lasciava mai in pace.

Amore in Corsia 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora