La mia nuova famiglia (seconda parte)

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Così quel giorno tanto atteso arrivò, era il 19 Aprile del 2017, doveva essere un matrimonio speciale e bellissimo, e c'era solo un posto a Roma dove si poteva celebrare un matrimonio con rito civile da favola, ed era la Sala Rossa al Campidoglio.
È così chiamata per il colore rosso, predominante della tappezzeria e delle sedie, è posta al piano terra del palazzo che ospita il Municipio. È molto decorativa, e costituisce la cornice ideale per un matrimonio davvero elegante. Il panorama è splendido, scendendo per via dell'Arco di Settimio, si può ammirare tutto il Foro Romano.

Ad accompagnare Stella all'altare fu suo fratello Mike, vedendola arrivare verso di me, sentivo le lacrime scendere sul mio volto, era bellissima.

"Dottore, abbiate cura della mia sorellina e grazie di tutto" mi sussurrò Mike.

Suo fratello Elijah invece, era seduto tra gli invitati, aveva lo sguardo emozionato e arrabbiato allo stesso tempo.

I miei figli, Morgan e Mirko, ci fecero da testimoni, il nostro piccolo Angelo Junior era tra le braccia della sua baby sitter, e si guardava intorno con i suoi occhioni verdi. Mentre i nipotini di Stella, Alex e Anya, insieme a Gabriele ci fecero da paggetti e damigella, portando le fedi.

Erano presenti anche mia madre e mia sorella con suo figlio Flavio, mio nipote, con loro c'era anche mio cognato, Filippo, finalmente erano ritornati ad essere una famiglia felice.

Durante la cerimonia celebrata dal vicesindaco, avevamo preparato dei discorsi da dirci prima del giuramento, per rendere tutto più bello e coinvolgente.

Cominciò prima Stella: "In questo giorno così speciale per noi, vorrei solo ringraziarti, per aver scelto me tra tutte le donne che sono cadute ai tuoi piedi. Quando ero solo una tirocinante, sognavo di vivere questo momento con il medico dei miei sogni, che credevo fosse impossibile.
Ma ora eccomi qui accanto a te, il mio sogno si è avverato e sono la donna più felice del mondo. La vita è stata dura con me, ma come si dice: dopo un temporale spunta sempre il sole. E tu sei il mio sole, che mi ha illuminato la vita e mi hai dato la gioia di vivere. E tutto quello che posso dirti oggi, è solamente grazie amore mio. Ti amo tremila".

Dopo quel suo bellissimo discorso tutti applaudirono le mani, mi sentivo sempre più emozionato.

Subito dopo di lei toccò a me: "Oggi è il giorno in cui la mia vita ricomincia. Per tutta la vita sono sempre stato un uomo che parla troppo, burbero e scontroso. Ma visto che desidero il massimo per te, ho messo da parte l'orgoglio. Da quando ti ho incontrata per la prima volta in ortopedia, mi hai reso un uomo migliore. Tra noi due ci sono venticinque anni di differenza, ma la differenza di età in amore è bella. Crea compensazione ed equilibrio tra i partner, e l'uno dà all'altro ciò che il primo non ha avuto.
E quando sono accanto a te, io sono felice. Grazie di avermi scelto amore mio, ti amo tremila"

Dopo quel mio discorso, ci fu di nuovo un'esplosione di applausi, che rimbombavano come musica celestiale dentro quella grande sala rossa.

Nostro figlio sembrava divertito al sentire tutti quelli applausi, la signora Carla tenendolo stretto tra le sue braccia gli faceva battere le manine, e lui rideva sempre più, era così bello con quella sua purezza e con quella sua innocente espressione.

Mentre nostra nipote piangeva a squarciagola nella sua carrozzina, trainata su e giù dalla mia ex moglie.

Finito di dire i nostri discorsi, il vicesindaco proseguì con la cerimonia.

"Signor Angelo Cox, intende prendere in moglie la qui presente Stella Gagliardi?"

"Sì, lo voglio!"

"Signora Stella Gagliardi, intende prendere in marito il qui presente Angelo Cox?"

"Sì, lo voglio!"

"A seguito della vostra risposta affermativa io, Ufficiale dello Stato Civile del Comune, dichiaro in nome della Legge che siete uniti in matrimonio" concluse il vicesindaco.

Dopo la cerimonia, sembrava proprio come: "Su di noi, nemmeno una nuvola" che cantava Pupo, eravamo sempre più innamorati.

In quel giorno di festa, che avevo aspettato da tempo, nel periodo buio della nostra vita, ero sempre più convinto che tutto si potesse superare se c'era l'amore.

Tante cose sono accadute da all'ora, molte persone non ci sono più, di alcune non rimane che un ricordo sempre più evanescente.

Tante cose sono accadute da all'ora, molte persone non ci sono più, di alcune non rimane che un ricordo sempre più evanescente

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Quel giorno ci giurammo di non separarci mai, e guardando l'orizzonte ci chiedevamo come sarebbe stato il nostro futuro.
Ma per noi quello che contava più di tutto era il presente, sapevamo che la vita è un dono e noi volevamo viverla.

                                                                                      Fine

In memoria di tutti gli operatori sanitari che hanno perso la vita durante il turno di lavoro.

Dedicato al dottor Giuseppe Gagliardi.

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