Samantha stava sudando freddo, Lucifer lo vedeva chiaramente anche nella penombra della stanza. Appena la sentì piangere mise una mano sulla sua spalla, scrollandola appena per svegliarla. Faceva sempre così, per i brutti sogni della sua compagna.
Ex compagna, si corresse mentalmente.
La cacciatrice aprì gli occhi, voltandosi di scatto. -Cosa...?-bofonchiò con voce impastata.
-Hai avuto un altro incubo.-mormorò semplicemente, senza dire altro. Tenne lo sguardo fisso sulla parete di fronte a sé.
-Lucifer...-sussurrò, alzandosi a sedere. -Guardami.-gli appoggiò una mano sulla guancia. Lui si voltò verso di lei. -Lo sai qual è il mio incubo più ricorrente?-continuò. -Il giorno in cui te ne sei andato.-lo guardò negli occhi. -Continuo a riviverlo nella mia testa, e io non riesco a capire cosa abbia sbagliato. Sì, probabilmente sarei dovuta essere più presente, ma...
Lui le prese il viso fra le mani. -Samantha, non sei tu il problema, sono io.-mormorò. -Sono sempre stato io. E mi dispiace che tu ti sia data colpe che non ti spettavano.-la baciò sulla fronte. Lei strinse i denti, ma non riuscì a trattenere le lacrime.
-Vorrei odiarti...-sussurrò con un filo di voce. -Lo vorrei, ma non ci riesco...-singhiozzò.
Lucifer la strinse a sé con forza, appoggiando una mano sulla sua nuca. -Sei ancora spaventata per quegli incubi, cerca di non pensarci.-mormorò, lasciando che lei si sdraiasse sul suo petto.Gabriel mise i sacchetti della spesa sul tavolo della cucina, emettendo un gemito di dolore per il mignolo ormai totalmente nero. Si guardò la mano per qualche secondo, poi scrollò la testa, andando a cercare Samantha e Lucifer. Li trovò addormentati nella loro vecchia stanza, lei era accoccolata sul suo petto, fra le sue braccia. Il Diavolo se la teneva stretta addosso, con fare protettivo.
L'arcangelo sospirò. Doveva immaginarlo, Samantha non sarebbe rimasta arrabbiata per sempre, però si aspettava che prima avrebbe almeno preso a pugni suo fratello.
Si avviò in cucina, iniziando a mettere via il cibo in frigorifero. Gli sarebbe mancata quella quotidianità.La cacciatrice si svegliò di soprassalto, stavolta però dopo aver percepito un movimento di fianco a lei. Alzò lo sguardo, si ritrovò il viso di Lucifer a pochi centimetri dal suo, stava ancora dormendo. Sospirò, alzandosi a sedere e incrociando le gambe, tornando a fissare l'uomo. Allungò titubante una mano per accarezzargli i capelli delicatamente, passando le dita fra le ciocche corte. Non le sembrava ancora possibile che fosse tornato, che fosse effettivamente lì con lei.
Annusò l'aria, sentì l'odore del pollo fritto provenire dalla cucina. Si alzò in piedi, avviandosi in corridoio e seguendo il profumo.
-Sammy!-sorrise Gabriel, nel vedere la donna entrare. -Hai dormito bene? Ho preferito non disturbarvi, quando sono tornato.-mormorò.
-Va tutto bene.-disse semplicemente, sedendosi a tavola. -Prima abbiamo...discusso un pochino sul cognome del bambino, ma...poi ci siamo addormentati.-sospirò.
-Gli hai detto di voler usare il tuo cognome?-abbandonò per un momento il controllo dell'olio nella pentola, mancava ancora parecchio prima che le ali fossero pronte. Si sedette sul tavolo.
-E non l'ha presa benissimo.-si leccò le labbra. -Insiste anche sul voler parlare del nome, ma non può arrivare dopo così tanto tempo pretendendo di avere voce in capitolo.-si passò una mano fra i capelli.
-Samantha, sei stata tu a non volergli dire della gravidanza.-osservò Gabriel. -Io credo che lui tenga ancora a te, e che soprattutto tenga al piccolo...com'è che vuoi chiamarlo?-aggrottò la fronte, pensieroso.
-Jacob.-mormorò. -Non capisco cosa abbiate tutti contro questo nome.-scrollò la testa.
-Beh, credo che tutti pensino a Jacob di Twilight, e non dire che non è per quello che vuoi chiamarlo così.-le puntò il dito contro giocosamente. -Mi sono dovuto sorbire tutti e cinque i film, appena Luci ha tagliato la corda, e in più mi hai mandato in libreria a comprarti tutti i romanzi. Non potevi farteli scaricare da Charlie da Internet?-borbottò.
-I libri sono solo cartacei, Gabe. Lo sai benissimo come la penso sugli eBook.-si lasciò sfuggire una risatina.
-...potevi chiamarlo Edward, anziché Jacob.-si alzò in piedi per controllare le ali di pollo. Ne estrasse alcune già pronte, mettendole sulla carta assorbente.
-Edward è troppo comune.-si leccò le labbra. -Mio figlio non sarà un bambino comune.
-Cosa è troppo comune?-Lucifer emerse dal corridoio, ancora assonnato. Appoggiò una mano sulla spalla di Samantha. -Non eri più a letto, mi sono preoccupato.-sussurrò.
-Gabriel ha fatto il pollo fritto.-rispose lei, sbadigliando. L'arcangelo mise in tavola il cibo, e Samantha allungò subito la mano per prenderne un pezzo.
-Sammy, giù le mani. Devono raffreddare un pochino.-la ammonì Gabriel, guardando poi il fratello. -Buongiorno, bell'addormentato.-ridacchiò, nel vederlo spettinato.
Lucifer sospirò, sedendosi di fianco alla ex compagna e prendendole una mano. Lei non disse nulla, stringendogli appena le dita.
-Gabe, hai preso tu l'L-666?-chiese Samantha, ricordandosi del libro scomparso.
-L-666?È un codice nucleare?-aggrottò la fronte.
-È un libro che parla di me.-disse Lucifer. -Prima, quando abbiamo fatto il controllo a campione, ci siamo accorti che mancava dallo scaffale.
-Perche dovrei prendere un libro che parla di te, Luci? Sei mio fratello.-alzò le spalle. -Ma posso controllare fra i volumi che ho ancora in camera da letto, magari è finito là in mezzo per sbaglio.
-Grazie, Gabe.-mormorò la cacciatrice. -Sembra piuttosto antico, dalla descrizione che ha inserito Charlie nel database. In camera mia ho una specie di libretto delle istruzioni scritto da un Uomo di Lettere.-con un movimento repentino prese un'ala di pollo e iniziò a sgranocchiarla.
-...un libretto delle istruzioni?-Gabriel aggrottò la fronte, perplesso. -...stai parlando del De Lucifero?
-Non so come si chiami, Gabe, non c'era un titolo specifico nella biblioteca digitale.-disse lei. -Lo conosci?
-Dovrei...fare qualche ricerca, ma...-si alzò in piedi. -Sammy, quanto tempo fa è stato visto l'ultima volta sullo scaffale?
Samantha andò a prendere il tablet in camera, tornando con gli occhi incollati allo schermo. -Abbiamo analizzato la parte da L-660 a L-670 circa due mesi e mezzo fa.-disse, mostrandogli la pagina degli aggiornamenti.
Lucifer aggrottò la fronte. -...Linda e Maze non sono venute qui più o meno in quel periodo?-osservò, dopo aver fatto mente locale.
Gabriel e Samantha si scambiarono un'occhiata, poi lei si sedette vicina a Lucifer. -Possibile che una delle due abbia preso il libro? Perché avrebbe dovuto, poi?-scrollò la testa. -Non ha senso. E poi, anche Charlie dovrebbe essere una sospettata, era qui e ha avuto accesso a tutto il bunker.
-E poi, né la dottoressa, né Mazikeen avrebbero potuto sapere del De Lucifero.-mormorò Gabriel.
Lucifer sospirò. -Una cosa alla volta.-disse. -Quando Castiel e Dean torneranno qui, li aggiorneremo della scomparsa di questo libro sulla mia vita e cercheremo di capire come muoverci, d'accordo?-guardò prima il fratello, poi Samantha. -Nel frattempo resterò qui e vi aiuterò con le ricerche.-le prese le mani, guardandola negli occhi.
La cacciatrice sospirò, poi annui. -Va bene, Lucifer.-mormorò infine, quasi rassegnata.
-Allora...Jacob Morningstar?-ridacchiò il Diavolo, pronto alla reazione di Samantha.
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Hello, Agent!
FanfictionLucifer Morningstar, il Diavolo in persona, collabora da parecchio con la polizia di Los Angeles per acciuffare i cattivoni. L'FBI un giorno si presenta su una scena del crimine apparentemente non sospetta. Ma c'è qualcosa di strano in quegli agenti...