Capitolo 38: De Lucifero

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-Non può essere qui!-esclamò Gabriel. -Vengo qui tutte le mattine, non ho mai visto libri che sputavano fuoco!
-Sputerebbero fuoco perché sono su di me?-borbottò Lucifer. -Non sei gentile, fratellino.-incrociò le braccia al petto.
Samantha era rimasta in silenzio da quando era arrivata insieme a Castiel, che ora le teneva la mano. Vedere la lapide di sua madre le faceva ancora un certo effetto. Il pensiero che lei non fosse più con loro, che non avrebbe mai conosciuto il suo nipotino, la lacerava dal giorno in cui aveva scoperto di essere incinta.
Castiel aggrottò la fronte. -La terra sembra essere smossa.-mormorò, indicando un punto appena sotto la croce. -Proprio lì. Hanno cercato di dissimulare, ma...
Dean tirò su le maniche della camicia fino agli avambracci, iniziando a scavare a mani nude. Gabriel si inginocchiò e fece lo stesso.
-C'è qualcosa.-disse Lucifer, scioccato. Dean estrasse dalla terra un grosso tomo polveroso, dalle pagine che sembravano fatte d'argento, a giudicare dalla lucentezza.
Samantha prese il libro fra le mani e tolse la terra in eccesso, rivelando un demone inciso sulla copertina d'argento. -È lui.-disse. -È il De Lucifero, c'era questo disegno sul diario.-sussurrò, indicando il Diavolo stilizzato.
-Riesci ad aprirlo?-chiese Castiel, perplesso. -Sembrerebbe...sigillato.-aggiunse, avvicinandosi alla cognata.
-Non dovrebbe aprirsi come un normale libro?-domandò Dean. -È...un libro!-allargò le braccia.
-Dean, questo libro è parecchio antico, e in più parla di un essere celeste. È ovvio che sia protetto da un qualche incantesimo o simile.-rispose Gabriel, alzando poi gli occhi al cielo. -Sappiamo qualcosa dell'autore?
-Il diario dice solo le iniziali.-sospirò Samantha. -A.C.-si leccò le labbra. -E sono le stesse dell'autore del compendio.
-Beh, ci sarà qualcosa su quel maledetto compendio, no?-Dean alzò la voce, esasperato.
Lucifer si mise di fronte a lui. -Abbassa i toni, Winchester.-mormorò con tono calmo, guardandolo negli occhi. -Io e tua sorella ci lavoriamo da due giorni, non è così semplice.
-Beh, il vostro lavorare si sente fino alla mia stanza!-ribatté il cacciatore, sporgendosi in avanti col petto, come per sfidare l'altro.
-Diamoci tutti una calmata, okay?-Samantha stava cercando di restare composta, senza mettersi a piangere. -Stiamo discutendo sulla tomba della mamma.-disse poi, voltandosi verso la croce di legno per qualche secondo, prima di fissare duramente Lucifer e Dean. -Mi occuperò da sola del De Lucifero. Cas potrà darmi una mano quando non sarà troppo impegnato coi preparativi per l'arrivo della bambina.-incrociò le braccia al petto. -Ci siamo intesi?
-Sammy, non devi sforzarti troppo.-sussurrò Dean, rilassandosi di colpo.
-Concordo con tuo fratello.-il Diavolo guardò il cognato. -Samantha, sei incinta. E se lì dentro ci fosse un incantesimo pericoloso?
-Prima di preoccuparci di incantesimi e affini dovremmo capire come aprirlo.-Gabriel prese una mano di Samantha. -Portiamolo al bunker.-le sorrise appena. La cacciatrice raccolse anche il diario e i cinque si avviarono a passo svelto verso l'ingresso in metallo.

Samantha si passò una mano sul viso. Era il terzo giorno che lavorava da sola al compendio, Castiel e Dean alla fine erano stati risucchiati dallo shopping per la piccola Claire (il nome, ovviamente, era stato scelto dall'angelo) e Gabriel e Lucifer erano ancora alle prese col De Lucifero, provando vari incantesimi per riuscire finalmente ad aprirlo.
-Ci sono progressi?-chiese Lucifer, entrando in biblioteca e sedendosi di fianco alla compagna.
-Nessuno.-sospirò lei, rassegnata. -Questo libro parla solo di cose ovvie, tutti sanno che i demoni si feriscono con l'acqua santa.-sbuffò. -E poi, sto morendo di fame, e Dean e Cas ancora non sono tornati con la spesa.-chiuse il quaderno che stava usando per prendere appunti.
-Posso sempre portarti fuori a pranzo, mia cara.-le prese una mano e ne baciò il dorso con un movimento elegante. -Magari in quel ristorante giapponese che ti piace tanto, quello in centro.-le fece l'occhiolino.
-Lucifer, sono incinta.-mormorò. -Non posso mangiare pesce crudo.-incrociò le braccia al petto.
-Giusto.-sbatté le palpebre, passandosi una mano fra i capelli. -Uhm...che ne dici di una di quelle ciotole di insalata che vanno tanto di moda ora?
-Intendi i poke?-si lasciò sfuggire una risatina. -Non pensavo che Lucifer Morningstar fosse attento anche alle nuove tendenze in campo culinario.
-Lucifer Morningstar è sempre aggiornato su tutto.-sorrise maliziosamente, poi le accarezzò il viso. -Okay, che ti va di mangiare?-chiese, rassegnato.
Lei si leccò le labbra, guardandosi poi attorno per cercare il suo cellulare.

-Avete ordinato la pizza senza dirmelo?-Gabriel entrò in cucina e trovò Lucifer e Samantha intenti a divorare una pizza margherita formato famiglia.
-Samantha aveva voglia di pizza e...beh, si sa che non bisogna contraddire una donna in dolce attesa.-Lucifer alzò le mani sporche di farina, per discolparsi.
-Potevate almeno condirla!-l'arcangelo prese una fetta e se la infilò tutta in bocca in un colpo solo.
-La margherita è la vera pizza, Gabe.-disse Samantha, leccandosi poi le dita sporche di sugo. Notò poi che l'amico aveva una mano fasciata. -Che è successo?-si preoccupò. Lucifer guardò Gabriel in silenzio.
-Ho...avuto un piccolo incidente con un incantesimo, nulla di cui preoccuparsi.-le sorrise. -Può capitare, se non sei uno stregone.
-Io continuo a sostenere che dovremmo chiamare Rowena.-scrollò la testa. -Ma voi uomini siete così cocciuti...
-Chi è Rowena?-il Diavolo aggrottò la fronte. -Aspetta...Rowena MacLeod?-si ricordò improvvisamente. -Pelle pallida, capelli rosso fuoco...?-gesticolò.
-Sì, è...una strega. Ci ha aiutati in un paio di casi.-spiegò Gabriel. -Perché, la conosci?
-Ehm...-tossicchiò. -È...una mia ex.-confessò poi.
-Sul serio, Luci? Esiste un essere vivente che non ti sei ancora portato a letto?-Gabriel era esterrefatto.
-In effetti mi...aveva accennato qualcosa, su una storia che aveva avuto col Diavolo in persona...-Samantha ricordò com'era finita e diede una sberla alla spalla del compagno. -Tu l'hai lasciata bruciare sul rogo!
-Era una strega, le streghe non bruciano.-disse semplicemente Lucifer, prendendo un sorso di Coca Cola dalla cannuccia.
-Ci siamo giocati l'unica speranza che avevamo di poter aprire il De Lucifero.-disse l'arcangelo. -Quella che lo chiude è una magia potente, e lei resta sempre una delle streghe più forti di tutto il globo.-si sedette di fianco alla donna. Samantha si alzò in piedi, lanciando la crosta mangiucchiata che aveva in mano nel cartone mezzo vuoto.
-Torno a leggere il diario di A.C.-sospirò. -Se solo sapessi chi fosse, riuscirei ad avere più informazioni su di lui.-si passò una mano sul viso. -Gabe,domattina chiama Rowena e dille che ci serve una mano.-appoggiò una mano sulla spalla dell'amico. -E non nominarle Lucifer.-guardò poi il compagno. -Tu vieni?
-Io?-il Diavolo deglutì. -No, credo...resterò qui con il mio fratellino ancora per un po'.-sorrise appena.
La donna alzò le spalle, salutando con un cenno della mano e immettendosi in corridoio.
-...non esistono dei registri degli Uomini di Lettere?-chiese allora Lucifer. -In effetti, se sapessimo chi è l'autore del diario, potremmo capire come l'ha aperto.
-Io mi preoccuperei di una cosa alla volta...e partirei da come il De Lucifero sia arrivato sotto la lapide di Mary.-Gabriel era visibilmente preoccupato. -Non so più che pensare, Luci. Un libro non può svanire e riapparire da solo.-sospirò.
-Chi poteva avere accesso alla biblioteca?-mormorò l'altro. -L'ultima volta che il libro era sullo scaffale in pratica questo posto era diventato un albergo.
-Eppure nessuno aveva un motivo per prenderlo.-l'arcangelo abbassò di colpo la voce. -Né Charlie, né Maze, né tantomeno Linda.
-Possibile che tu non abbia notato nulla di strano, in quel periodo?-Lucifer sospirò. -Chiamerò la detective e le dirò che sono tornato qui a tempo indeterminato, forse può darci una mano da LA.
Castiel entrò in cucina in quel momento coi sacchetti della spesa. Aveva sentito l'ultima parte della conversazione, e aveva appoggiato tutto sul tavolo, di fianco al cartone vuoto. Si sedette in mezzo ai fratelli, prendendo l'ultima fetta di pizza. -In realtà c'è stata una cosa strana.-disse, masticando un boccone. -...Gabe, non ricordi la collana? Quella che Linda aveva quando è arrivata?-sbatté le palpebre.
-Quale collana?-l'arcangelo aggrottò la fronte. -Cassie, non c'era nessuna collana.
-No, no...anche Samantha e Dean l'avevano notata. E anche Mazikeen.-sospirò. -Sono abbastanza sicuro che quando sono andate via Linda non l'avesse più.
-Credi che la sparizione del De Lucifero sia collegata a una collana?-Lucifer sbatté le palpebre, perplesso. -La paternità ti sta dando alla testa.-prese un altro sorso di Cola.
Castiel si alzò in piedi, sospirando. -Vi dimostrerò che ho ragione.-sparì in corridoio.

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