Capitolo 2: Il Lux

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Samantha uscì dall'ascensore a passo lento, seguita da Dean e Castiel, mano nella mano. Dean aveva cercato in tutti i modi di convincere il fidanzato a cambiarsi, ma ovviamente l'angelo aveva preferito tenere il completo di Jimmy Novak e il trench, mentre il cacciatore aveva indossato uno dei completi da agente FBI.
-Sembra un gran bel posto.- commentò Dean, avvicinandosi al bancone del bar e ordinando due whiskey lisci. -Tu cosa prendi, Cas?- chiese, prendendogli una mano.
-... un Martini alla mela.- mormorò al barista. Dean lo fissò sconcertato.
-Un Martini alla mela? E questo dove l'hai sentito?-si passò una mano sul viso.
-In uno di quegli... sceneggiati di Netflix, Dean.- mormorò. -È molto di moda.
-Forse negli anni 90!- esclamò, ma lasciò subito perdere quando vide la sorella impallidire. -Sammy, stai bene?- le chiese, appoggiandole una mano sulla spalla.
-Sto... bene.- sussurrò lei, appoggiandosi alla ringhiera che dava su un pianoforte. -È che...c'è troppa gente.- sussurrò, leccandosi le labbra secche.
Dean le porse il bicchiere con il whiskey, e lei lo bevve tutto d'un fiato.
-Beh, qui stiamo iniziando a divertirci, noto.- disse una voce alle loro spalle. Samantha si voltò, trovandosi di fronte Lucifer in tutto il suo splendore.
-È una bella festa.- disse Dean,cambiando subito espressione nel vedere il padrone di casa. -Posso presentarti il mio...compagno, Castiel?- si voltò verso l'angelo, che stava fissando Lucifer attentamente.
-Molto piacere, Castiel.- Lucifer allungò una mano, che Castiel osservò per qualche secondo, prima di stringerla con fermezza.
La cacciatrice si strinse le spalle scoperte. Si sentiva a disagio, la musica era troppo alta e le persone tendevano a urlare.
-Signorina... Lisbon, va tutto bene?- chiese Lucifer, notando il colorito pallido della donna.
-Sto... bene.- disse, con tono assente. -Come mai c'è... un pianoforte al centro della sala?- cambiò discorso.
-Oh, quello è per me.- il Diavolo sogghignò. -Vuole una dimostrazione?
Samantha lo fissò negli occhi, sostenendo lo sguardo dell'altro. Non voleva fidarsi di lui, non sapeva se potesse o meno. -D'accordo.- disse infine.
Lucifer quasi corse a sedersi al piano, iniziando con dei virtuosismi che lasciarono il locale ammutolito.
Samantha era come ipnotizzata da lui, dalle sue dita e poi dalla sua voce, quando iniziò a cantare. Ricordava vagamente quale canzone fosse, l'aveva sentita su una delle cassette di Dean tempo prima.
Alla fine Lucifer si alzò in piedi e si godette gli applausi, facendo anche un breve inchino molto teatrale, dirigendosi verso i suoi ospiti.

La cacciatrice appoggiò una mano sulla spalla di Dean. -Ti prego, andiamo a casa.-sussurrò. -Non-Non mi sento per-per niente bene...- stava sudando freddo.
Lucifer arrivò in quel momento, e vedendo la donna in quello stato si preoccupò. -Che succede?- chiese a Dean.
-È... solo un pochino agorafobica...-disse lui, guardando poi Castiel. -Credo sia ora per noi di...tornare al motel.- mormorò.
Lucifer guardò di nuovo Samantha, poi Dean. -Il mio appartamento è qui sopra.- disse. -Venite con me.- indicò l'ascensore.
-Non ce n'è bisogno.- Dean si leccò le labbra. -Stiamo bene così, l'auto è parcheggiata qua sotto.
-Non vi fidate?- disse Lucifer, guardando prima Dean e poi Castiel negli occhi. -E perché no?
Castiel si leccò le labbra. -Non credere che io non sappia chi tu sia, fratello.- mormorò a voce bassa, sostenendo lo sguardo dell'altro. -Come potrei fidarmi?
Lucifer si passò una mano sul viso. -Credevo che l'umanità ti avesse fatto capire di chi fidarti e di chi no.
Dean guardava la sorella, sempre più pallida. -Va bene, Lucifer. Andiamo nel tuo dannato appartamento.
-Beh, dannato è la parola giusta.- sghignazzò il Diavolo.

Lucifer indicò a Dean il grande divano del suo appartamento. -Un drink?- chiese poi, avvicinandosi al suo angolo bar.
-Lucifer, dobbiamo parlare.- disse Castiel, avvicinandosi a lui.
-Non credere che io non mi ricordi di te, Cassie.- replicò l'altro. -E non credere che ti lascerò portarmi di nuovo all'Inferno, se è questo che vuoi.
-Mi riferivo al fatto che tu fossi sparito nel nulla e poi... sei apparso qui a Los Angeles, e... collabori con le forze dell'ordine.- mormorò l'angelo.
-Sono sempre stato piuttosto bravo ad elargire punizioni. E poi, tutti i cattivi meritano la redenzione, no?-disse. -Anche se in realtà sai benissimo che in tutta questa storia io non sono il cattivo, ma l'ennesima vittima delle manie di grandezza di papino.
-Lo so bene!- sbottò Castiel. -Credi che io mi sia divertito a cadere dalla Città d'Argento?
-Papà ti ha buttato fuori? E perché mai dovrebbe cacciare uno degli angeli che più gli ha leccato il culo?
-Per... colpa mia.- disse Dean, affiancandosi a Castiel. -Secondo i tuoi fratelli, io ho corrotto Cas e l'ho messo sulla via della perdizione.
Castiel prese una mano di Dean. -Cadrei altre mille volte pur di averti, lo sai.- sussurrò.
-Siete quasi carini.- disse il Diavolo, versandosi un bourbon in un bicchiere di cristallo.
Samantha si alzò in piedi barcollando. Si era tolta i tacchi e il vestito le si era alzato appena,rivelando le ginocchia. -Fammelo doppio.- disse, sedendosi di fronte al bancone e guardando Lucifer.
-Con piacere, agente.- sorrise lui. La donna lo fissò attentamente.
-Non sei come ti avevo immaginato.-disse. -I demoni... loro sono terrorizzati da te. Li sento invocarti prima che li facciamo fuori, chiedono il tuo perdono.
Lucifer la fissò, poi per un momento fece emergere il suo vero volto, quello che ha sempre portato durante i millenni all'Inferno. Lei non si scompose, si limitò a bere tutto il bicchiere che le aveva messo davanti.
-Siete cacciatori.- capì Lucifer. -E non cacciatori qualsiasi, oh no. Voi due siete Dean e Samantha Winchester.- si leccò le labbra. -Ricordo benissimo i miei demoni parlare di voi.- si voltò verso Dean. -...ti immaginavo più alto, però. A detta loro, sei una specie di mostro.
-È perché non ci hai visti all'opera.- disse il cacciatore. -Anche se Sammy è più dell'idea che prima coi mostri ci si prova a ragionare e poi in caso li si ammazza.
-Immagino che tu sia della corrente del stab first, talk later, o sbaglio?- Lucifer prese un sorso di liquore.
-Sai Lucifer, se non fossi il Diavolo e se non avessi ucciso parecchi dei tuoi demoni direi che mi staresti decisamente simpatico.-mormorò Samantha, senza alzare lo sguardo dal bicchiere, per poi riempirlo di nuovo con la bottiglia lì di fianco.

-Sammy, credo che tu sia ubriaca.-disse Dean. -È ora di tornare al motel, prima che tu faccia qualche danno.
Samantha si alzò in piedi dal bancone, e con passo ciondolante fece per avvicinarsi a Castiel, reggendosi alla spalla di Dean. -Sto alla grande, Dean!- rise giuliva. -Non sento più le voci nella mia testa!
-A me sembra un po' deboluccia per fare danni.- disse Lucifer, ma in risposta si beccò un sonoro schiaffo in viso. Si portò una mano sulla guancia. -Cosa...?
-Scusala, quando è brilla tende ad essere piuttosto irascibile.- ridacchiò Dean. Castiel guardò Lucifer, sembrava sorpreso e stranito allo stesso tempo.
-Lucifer, va tutto bene?- chiese quindi l'angelo, avvicinandosi.
-...ahi.- mormorò, massaggiandosi il viso. -... mi ha fatto male.- era estremamente confuso.
-Sammy, chiedi scusa a...- Dean smise di parlare, appena vide la sorella addormentata sul divano.
-Potete lasciarla qui.- disse il Diavolo. -Giuro che non attenterò alla sua virtù, parola di Satana.
-Puoi scordartelo. Non lascio mia sorella a casa di Belzebù.- Dean incrociò le braccia al petto.
-Davvero,Winchester?- mormorò Lucifer. -Belzebù? Mi meraviglio di te. Un povero Diavolo come me potrebbe offendersi.
-Come faccio a fidarmi di te?- sibilò l'altro.
Castiel scrollò la testa. -Dean, è una causa persa.- mormorò, poi guardò Lucifer negli occhi. -...fratello, puoi giurarmi che non succederà nulla a Samantha?
Lucifer si mise una mano sul cuore. -Se avessi voluto uccidervi, credetemi, l'avrei già fatto.- mormorò. -Anche se la tentazione resta, farò comunque il bravo Diavolo.
Dean spostò lo sguardo sulla sorella. -Probabilmente sono un pessimo fratello. So della sua fobia per le persone e l'ho portata in un Night club...
-Perché è così terrorizzata?- chiese Lucifer, guardandola a sua volta. Era così tranquilla.
-C'entra con l'Inferno, quando... quando era là.- mormorò a bassa voce. -Ma non credo stia a me raccontarti queste cose.- scrollò la testa, prendendo la mano di Castiel. -Ci vediamo domani in commissariato, Lucifer Morningstar.- lo ammonì con lo sguardo.
Lucifer salutò i due con un cenno, poi una volta andati via riprese a fissare la cacciatrice.
Come poteva aver provato qualcosa con il suo schiaffo?
Che anche lei fosse come la detective Decker?
Avrebbe dovuto indagare sulla questione.
Si avvicinò al divano e si tolse la giacca, adagiandola delicatamente sopra alla donna dormiente, poi se ne andò verso la camera da letto.

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