Capitolo 33: Mosse azzardate

53 5 2
                                    

-Gabe, mi passeresti il sale?
Gabriel alzò lo sguardo di scatto dal suo piatto di insalata. -Eh?-aggrottò la fronte.
-Ti ho chiesto il sale.-rise Samantha, alzandosi in piedi e prendendo il contenitore delle spezie da di fronte l'arcangelo. -Va tutto bene?-gli mise una mano sulla spalla, sorridendogli.
Gabriel si leccò le labbra, poi guardò la donna. -Sto bene.-abbozzò un sorriso. -Sono solo un po' stanco. La ricerca per i nuovi sigilli di protezione mi sta prosciugando.
-Siamo in una fortezza, non dovresti stancarti così tanto.-lo ammonì, accarezzandogli i capelli.
-La cosa vale anche per te, ti ho vista sollevare quelle pile di libri in biblioteca stamattina.-la ammonì con lo sguardo.
-Dean e Castiel sono fuori per il weekend, non potevo di certo disturbare loro.-mormorò. -E tu eri così concentrato su quell'interessante secondo volume di magia arcana...
-Samantha, sei al quarto mese, ormai.-disse l'arcangelo, appoggiando una mano sulla parte bassa della sua schiena. -Sono il tuo medico, e ti proibisco di fare sforzi.-la guardò.
La cacciatrice ridacchiò,abbracciando Gabriel e facendogli appoggiare il viso contro il suo stomaco tondeggiante. -Sto bene, Gabe.-sorrise, poi raccolse i piatti vuoti. -E poi, ci sarai sempre tu ad aiutarmi, giusto?-aggiunse, mettendo le stoviglie sporche nel lavabo e aprendo l'acqua del rubinetto.
L'altro non rispose, limitandosi a fissare il dito mignolo della propria mano, con una falange ormai totalmente nera.

Lucifer entrò in un Lux praticamente deserto. Mazikeen se ne stava dietro al bancone, leggendo una rivista che le aveva prestato Dan.
-Che leggi?-chiese il Diavolo, sedendosi di fronte a lei.
-Armi e Munizioni.-l'altra sollevò il giornale per qualche secondo. -Com'è che non sei ubriaco, fatto o entrambi?
-Ho...deciso di prendermi una pausa dalle mie giornate folli e...beh, fare il bravo Diavolo.-ridacchiò.
-Meglio tardi che mai.-scrollò la testa il demone, chiudendo la rivista e mettendola da parte. -Chloe mi ha detto che sei passato in commissariato un paio di volte, in queste settimane.-disse poi.
-A quanto pare la detective non ha più bisogno di me.-alzò le spalle. -Non importa, mi inventerò qualcosa da fare.
-Beh, Castiel ha iniziato a lavorare a maglia. Dice che gli ricorda Mary.-raccontò lei, distrattamente.
-E come lo sai?-chiese lui, confuso. -Sei... in contatto con mio fratello?
-Non con tuo fratello.-fece una pausa. -...con Samantha.-lo guardò negli occhi.
Lui deglutì rumorosamente, sentendo quel nome. -Ah.-si allentò appena il nodo della cravatta. -E...e come sta?-sussurrò con un filo di voce.
-È preoccupata per Gabriel.-rispose, evitando accuratamente il discorso della gravidanza. -È sempre impegnato con vecchi libri polverosi, dice che sono dei sigilli di protezione per il bunker ma nessuno ci crede.-alzò le spalle.
Lucifer aggrottò la fronte. -Per caso...per uno di questi sigilli serviva un cuore di demone?-chiese, cautamente.
Mazikeen corrugò le sopracciglia. -Lucifer, il cuore di un demone non è certo l'ingrediente per un sigillo qualsiasi.-mormorò. -Dovresti saperlo, noi demoni siamo di tua competenza.
-E allora, per cosa...?-si bloccò di colpo, ebbe una illuminazione. -No.-disse, scattando in piedi. -No, non può averlo fatto.-scrollò la testa. -Maze, dimmi che non è stato così idiota da...
-Cosa, Lucifer? Cosa?-chiese velocemente, piuttosto allarmata. -Cosa ha fatto Gabriel?
-Devo andare a Lebanon, prima che sia troppo tardi.-corse in ascensore, premendo ripetutamente il tasto del piano terra.

Gabriel sentì bussare alla porta del bunker piuttosto vigorosamente. Salì le scale a passo svelto, ridendo. -Dean, cos'è, hai dimenticato le chiavi nell'Impa-...-si ritrovò sospeso a mezz'aria dopo aver aperto, preso per il collo.
-Dimmi che non l'hai fatto!-Lucifer alzò la voce. I suoi occhi rossi da Diavolo brillavano nella penombra.
-Lucifer-...-annaspò l'arcangelo, guardando il fratello.
-Dimmi che non hai fatto quello che penso.-ripeté, ma stavolta la voce era quasi rotta. Mise giù Gabriel, che si allontanò di qualche passo.
-Ho dovuto farlo.-allungò le mani avanti, come per discolparsi. Lucifer vide così il dito nero a metà.
-Sei un coglione, Gabriel!-tuonò. -Ora tu...-deglutì.
-Credi che non ne sia consapevole?-mormorò. -Mi consola il pensiero che ora Mary sia sicuramente in Paradiso.
-Ma tu non ci andrai!-sbottò il Diavolo. -Tu...
-Svanirò.-finì la frase. -Nessuno sa cosa ho fatto, e la cosa andrà avanti così.-mormorò. -Prima di morire me ne andrò da qualche parte e PUF! basta problemi.-incrociò le braccia al petto.
-Credi che sarà così semplice? Come pensi che la prenderà...-si bloccò, annaspando.
-Non riesci neanche a dire il suo nome.-sibilò l'arcangelo con disprezzo. -L'hai lasciata qui, hai pensato solo a te stesso, e ora accusi me di essere un idiota perché ho voluto salvare la madre della donna che...-sospirò, scrollando la testa. -Ma poi, perché sto qui a parlarne con te.-lo guardò negli occhi. -Tu non dovresti essere qui, se Samantha ti vedesse...
Sentì dei passi veloci provenire dal corridoio.-Vattene!-esclamò, spingendo il fratello su per le scale.
-Gabe, ho sentito urlare, sei caduto di nuovo dal...-la cacciatrice si bloccò, nel vedere Lucifer a metà degli scalini che portavano all'ingresso del bunker.
Il Diavolo si voltò, guardando Samantha infagottata in una vecchia vestaglia di flanella. -Me ne...sto andando.-disse subito, ma restando immobile. Non riusciva a muoversi.
Gabriel si avvicinò a Samantha. -Va tutto okay, Sammy-Pooh. Lucifer sta tornando a Los Angeles.-mise una mano sulla sua spalla, ma lei fece qualche passo avanti, salendo i primi gradini.
-Cosa ci fai qui?-gli chiese, appoggiandosi al muro. -Te l'hanno detto Maze e Linda? O è stata Chloe?-sospirò. -Avevano giurato di non parlare...-scrollò la testa.
-Detto cosa?-Lucifer aggrottò la fronte. In risposta, Samantha aprì la vestaglia, mostrando il ventre rigonfio. -...oh.-fu l'unica cosa che il Diavolo riuscì a dire, sentendosi mancare la terra sotto ai piedi.
La cacciatrice guardò Gabriel. -Non...non lo sapeva?-chiese, perplessa.
-No, Sammy. Credo che Luci fosse qui solo perché gli ho detto di aver trovato alcune delle sue cose in giro per il bunker.-rispose l'arcangelo, guardando il fratello. -...o sbaglio?-domandò, alzando le sopracciglia.
-No, non...-tossicchiò. -Non sbagli, dovevo...prendere queste cose.-scese le scale, prendendo una mano di Samantha. -Da...da quanto lo sai?
-Il giorno in cui te ne sei andato.-lo guardò finalmente negli occhi.
-E non hai pensato di chiamarmi per dirmelo?-si leccò le labbra. -...aspetta, Chloe, Linda e Maze sapevano tutto?-ripensò alle sue parole.
-Sono venute qui.-disse Gabriel. -Un paio di mesi fa, solo Linda e Mazikeen. Sono rimaste per un po'.
-Avevo ragione a credere che stessero mentendo.-mormorò il Diavolo, spostando di nuovo lo sguardo sulla donna. -Samantha...
-Prendi la tua roba e va' via, Lucifer.-sussurrò, dandogli le spalle. -Non voglio più vederti.-si incamminò a passo svelto di nuovo in corridoio.

Hello, Agent!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora