Capitolo 39: A.C.

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Dean era davanti allo schermo del PC da più di un'ora.
-Cas, ricordo vagamente la collana di Linda.-mormorò, distogliendo lo sguardo dal computer e posandolo sul marito. -Hai provato a chiedere a Samantha, o a chiamare Mazikeen? O direttamente Linda?
-Linda ha già detto di non ricordarsi nulla.-l'altro si leccò le labbra. -E Maze non risponde al telefono.-sbuffò.
-Sospetto.-commentò il cacciatore, alzandosi in piedi e stiracchiandosi.
-Maze non c'entra, ne sono sicuro.-sbuffò l'angelo, sedendosi sul tavolo della biblioteca. -E nemmeno Linda, probabilmente. Qui c'è sotto qualcosa di grosso.
-Avete scoperto qualcosa?-chiese Samantha, sbucando dal corridoio. -Ho lasciato i fratelli Karamàzov di là a giocare con degli scatoloni abbandonati in magazzino.-si sedette di fianco a Castiel.
-Niente.-disse Dean. -La collana come l'ha descritta Cas online non esiste, quindi...
-Quindi potrebbe essere un...oggetto magico?-Castiel si leccò le labbra. -Potrebbe...potrebbe essere, in effetti. Chi ha una conoscenza così approfondita della magia?
-Una strega.-propose Dean.
-O un cacciatore.-mormorò Samantha, cupa. Dean e Castiel si voltarono all'unisono verso di lei, confusi.
-Sammy, non sono rimasti molti cacciatori in circolazione, e praticamente nessuno sa del bunker.-rispose il fratello.
-Devi anche pensare che in questi anni non ci siamo fatti molti amici nel campo.-sussurrò Samantha. -Devo chiamare Chloe.-mormorò. -Forse riesce a scoprire qualcosa di più, se le dico di indagare su un paio di nostri colleghi.

-Abbiamo trovato qualcosa.-disse Lucifer a Samantha, entrando nella loro camera da letto. Lei era al telefono con Chloe, aveva lo sguardo rivolto verso il muro. -Grazie, Chloe. Fammi sapere se riesci a trovare qualcosa.-mise giù la chiamata e alzò lo sguardo verso il compagno.
-Che è successo?-chiese lui preoccupato, sedendosi sul materasso di fianco a lei.
-Chloe ha controllato i nomi che le ho dato, ma sembrerebbero quasi tutti morti o inesistenti.-strinse i pugni. -È...è frustrante, Lucifer.-sussurrò. -Chi può sapere che siamo qui? Chi poteva sapere del bunker, o del De Lucifero? Io non-...-si lasciò sfuggire un singhiozzo. Lucifer se la strinse subito al petto, chiudendo gli occhi e accarezzandole la schiena.
-Samantha, non permetterò che qualcuno faccia del male a te o a Jack o al resto della famiglia.-sussurrò, baciandola su una tempia.
-Voi cosa...cosa avete trovato?-chiese lei in un sussurro. Il Diavolo estrasse un foglio dalla tasca della giacca. -Samantha, ti presento A.C., l'autore del compendio al De Lucifero.
La cacciatrice prese il foglio e aggrottò la fronte. Era lo schizzo del volto di una ragazza.-È...una donna.-mormorò, confusa. -Il...il diario è scritto al maschile, non...non capisco.
-Credo di...doverti una spiegazione.-le prese le mani. -Gabriel mi ha ricordato un episodio della mia vita che sinceramente avevo completamente rimosso dalla memoria, anche perché l'avevo sempre considerato insignificante.-continuò.
-Arriva al punto, Lucifer.-lei lo guardò negli occhi. -Chi è A.C.? Chi è lei?-gli mise davanti il foglietto.
-La tua trisavola.-mormorò Lucifer. -Ariadne Campbell.
-La mia...cosa?-sbatté le palpebre. -Come ha fatto a scrivere un libro su di te e a sigillarlo in quel modo?-alzò la voce. -È una cosa che c'entra col sangue? Con...con la discendenza?
-Credo fosse il milleseicento, o forse più tardi. Ariadne decise di evocarmi per darle dei poteri in grado di salvare le donne del suo villaggio.-mormorò. -In cambio, decise di offrirmi in sacrificio la sua primogenita, ma rifiutai quell'inutile spreco di sangue e le chiesi qualcos'altro.-fece una pausa, poi deglutì.
-Non sarai andato a letto con la mia trisavola!-esclamò, pronta a dargli un pugno.
-No, no!-portò avanti le mani per difendersi. -Le ho...chiesto di starmi ad ascoltare per un po'.-ammise. -Avevo...bisogno di raccontare a qualcuno le mie disgrazie, e...-si lasciò sfuggire una risatina imbarazzata.
-L'hai usata come psicologa? Linda lo sa?-ridacchiò.
-No, e non deve saperlo.-la ammonì con lo sguardo.
-Ariadne Campbell.-ripeté Samantha.-...e l'autore del compendio?Chi è?
-La tua...trisnonna.-guardò la compagna negli occhi. -Annie Campbell.
-Le...donne Campbell si sono...tramandate il De Lucifero?-chiese, sconcertata. -Quindi il...il libro è mio?
-Direi di sì.-mormorò. -E poi passerà a Jack, o...a nostra figlia, quando ne avremo una.-le fece l'occhiolino.
-Ancora non è nato il tuo primogenito e già pensi ad altri bambini, Lucifer?-piegò di lato la testa.
-Che posso dirti...non voglio che Jackie sia figlio unico.-ridacchiò, poi appoggiò una mano sul suo ventre. -Non vedo l'ora di conoscerlo.-sussurrò poi.
Samantha sorrise teneramente, poi tornò a pensare al De Lucifero. -Se è mio per...diritto di nascita, beh, dovrei essere in grado di aprirlo, no?-mormorò.
-Forse Mary non ha fatto in tempo a tramandarti la chiave per aprirlo.-si alzò in piedi, prendendo il grosso libro dalla scrivania. Lo osservò attentamente, la copertina era davvero inquietante. Notò poi che, esattamente all'altezza del petto del Diavolo raffigurato, c'era una strana incavatura, con tre spuntoni che emergevano. Era tutto estremamente familiare. Samantha notò lo sguardo del compagno, e si avvicinò. -Sembra...sembra qualcosa che ho già visto.-sussurrò, passando un dito sui bordi sbalzati della figura.
Lucifer sospirò. -Andiamo a cena.-mormorò. -Decideremo cosa fare quando avremo lo stomaco pieno.

Gabriel era appoggiato con le mani al bancone della cucina. Sentiva freddo e la testa gli girava parecchio, erano le conseguenze dell'incantesimo. Aveva iniziato a indossare dei guanti per non mostrare l'avanzare della maledizione, si era giustificato dicendo che toccando dei manufatti si era fatto male e non voleva rischiare di peggiorare ulteriormente.
Si voltò di scatto, nel sentire dei passi avvicinarsi. Era Lucifer. -Siamo pronti per la cena.-disse. -Vuoi una mano per cucinare?
-Strano che Cas non sia già qui a propormi qualche stupida ricetta che ha trovato su Internet.-mormorò. -Probabilmente lui e Dean sono a festeggiare i sei mesi di matrimonio.-alzò gli occhi al cielo.
-Sei mesi? Di già?-si avvicinò al frigorifero. -Samantha sta per entrare nel sesto mese, quindi.-aggiunse.
-Oh si.-annuì distrattamente. -Lucifer, devo...chiederti un favore.-disse poi, voltandosi verso il fratello.
-Tutto quello che vuoi,frat-...-fu interrotto dall'arrivo dei piccioncini, che varcarono la soglia della cucina mano nella mano. -Già finiti i festeggiamenti?-rise.
-Mio marito aveva fame.-disse Castiel, sorridendo gongolante alla parola marito.
-Samantha?-chiese Dean a Lucifer. -Abbiamo scoperto qualcosa? O chi ci sia dietro alla sparizione del De Lucifero?-spiegò.
-Ancora niente-Gabriel guardò il cognato.-Credevo fosse morto.-mormorò.
-Le ho detto che il De Lucifero appartiene alla vostra famiglia da generazioni.-aggiunse Lucifer.
-Alla mia famiglia?-Dean era perplesso.-...mi serve una birra.-disse poi, avvicinandosi al frigorifero.
Samantha entrò in cucina in silenzio e si sedette a tavola. Castiel le si affiancò subito, appoggiando una mano sulla sua spalla. -Andrà tutto bene, Samantha.-mormorò l'angelo. -Troveremo il modo di...di aprire quel libro, e poi capiremo chi è entrato qui e come.-si leccò le labbra. Lei annui debolmente, chiudendo gli occhi e abbracciando il cognato.

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